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Progetto di sviluppo del porto di Policoro e interporto di Metaponto del gruppo Atlante 2000: le considerazioni del biologo ambientalista Nicola Locuratolo

Su questo mega-progetto futuristico esprimo il mio totale dissenso come espongo di seguito:
 

“Mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 16 nel Comune di Sant’Angelo Le Fratte l’associazione culturale e di ricerca “Gruppo Atlante 2000”, presieduta dall’architetto e Questore in pensione Daniele Bellu, organizza un tavolo tecnico per presentare un progetto di sviluppo turistico di ampio respiro con base sulla costa materana. Sono invitati i sindaci e le autorità della Basilicata ed esponenti delle altre Regioni del Sud.

Viene presentato un progetto di sviluppo del porto di Policoro e interporto di Metaponto, come base per l’attuazione del Piano turistico di sviluppo economico dell’Italia. Un’idea con una visione molto lunga nel tempo.

L’incontro sarà aperto dai saluti del sindaco di Sant’Angelo Le Fratte Michele Laurino.

In questo grandioso progetto di sviluppo assume una funzione fondamentale la realizzazione di un grande porto turistico e commerciale a Policoro affinché nel Mediterraneo possa realizzarsi un importante baricentro dello scambio merci via mare, attualmente controllato dai porti del nord Europa.

Il progetto prevede la realizzazione di un grande interporto di terra posizionato nel territorio del Comune di Pisticci e a Metaponto.

Tutto questo in funzione di uno stravolgimento dei flussi previsti nel Mediterraneo, in considerazione del fatto che il canale di Suez è stato raddoppiato e quindi potrà essere il polo ordinatore dei traffici turistici e commerciali via mare in ambito europeo.

Il tavolo tecnico porrà le basi per un primo confronto su questa idea di sviluppo con cui si vuole pensare in grande il futuro della Basilicata e del Sud Italia. Il tutto è supportato già da studi e proposte redatti dal Gruppo Atlante 2000.

Nicola Locuratolo in una nota espone alcune considerazioni sul progetto dell’associazione culturale e di ricerca “Gruppo Atlante 2000”, presieduta dall’architetto e Questore in pensione Daniele Bellu, presentato a Sant’Angelo Le Fratte, un progetto che a suo giudizio “stravolge le aspettative della costa jonica”. Di seguito la nota integrale.

Oggi, qui, a Sant’Angelo le Fratte, in provincia di Potenza, si celebra questo importante convegno, e si legge: “Un’idea con una visione molto lunga nel tempo”, certo, nel tempo (almeno un decennio, se tutto va bene, condizioni meteo-marine e burocrazie permettendo), e nello spazio, tenuto conto che la presentazione del progetto è fatta ad oltre cento chilometri dall’area interessata.

Bene, questo progetto può essere quello che realizza il mio sogno per il Sud, per la Regione, per la mia città (Matera) perché esige che sia servita dalla infrastruttura ferroviaria “principe”: la Mi-Pa (via Matera), infrastruttura adriatica di A.C. (Alta Capacità) che serve l’area inter-portuale di Taranto situata nella piana di Pisticci-Ferrandina.

Quel che meraviglia è che il gruppo di progettisti (extra-terrestri valenti e, forse, assenti dal nostro territorio) abbiano dissertato sull’intera costa ionica (da Policoro a Metaponto, lasciando fuori solo Novasiri ad ovest ed il lago Salinella ad est), come se fosse una costa libica,senza popolazione e relativi centri, senza una vocazione turistica ed agricola, insomma, un deserto. Così non è!

La seconda considerazione è che il gruppo ha individuato un’area inter-portuale posizionato nel territorio di Pisticci-Metaponto,quindi contiguo o in espansione dell’area inter-portuale del porto di Taranto già individuata nella piana di Pisticci-Ferrandina (ZES Matera-Taranto). Probabilmente questo gruppo ha ritenuto cancellabile questa istituenda ZES e/o compatibile le due aree (Pisticci- Ferrandina e Pisticci-Metaponto) considerato la non-presenza di popolazione umana nell’intera Provincia ionica. E così non è!

Comunque si voglia considerare, entrambi i due progetti necessitano di questa infrastruttura prioritaria per la movimentazione dei flussi di containers da direzionare verso Rotterdam ed Amburgo (attraverso il traforo del San Gottardo); tenete presente che già da qualche anno a Melzo, alle porte di Milan, è collocato l’hub della Contiship che, con i suoi treni veicola i containers di sua competenza.

Ed, orbene, primo fra tutti, resta l’adeguamento della infrastruttura “principe” nel trasporto europeo, la Ferrovia A.C. (Alta Capacita’) Milano-Palermo (via Matera) sulla Adriatica che “appennella” tutti i porti italiani dell’Adriatico e dello Ionio fino ad Augusta ed anche del Tirreno, in quanto anche il porto di Gioia Tauro potrebbe trovare l’opportunità di utilizzare tale infrastruttura di carattere “europeo”.

Nella umiltà della mia persona ho ipotizzato di vedere attivarsi i diversi porti italiani interessati a questo volume di traffici trans-europei (Ravenna-Ancona-Brindisi-Taranto-Crotone-Augusta) con centinaia di posti di lavoro dislocati lungo la costa adriatica, questo gruppo, invece, con questo mega-progetto accentra tutto a sé il volume del traffico marittimo e non tiene conto del “mare”, e si può forse ipotizzare un nuovo progetto simil-Mose con tutte le conseguenti incognite.
 
Infine c’è il…”Mare” con tutte le sue incognite, con le turbolenze climatiche, con la forte erosione della costa e quant’altro.
Perchè non attivare tutte le potenzialità occupazionali dei nostri porti (adriatici e ionici) per captare questo enorme flusso di containers e riversarlo sulla linea di A.C. (adriatica) invece di intasare le nostre strade di migliaia di mezzi pesanti con le relative emissioni in atmosfera e pericolosità nella sicurezza dei trasporti stradali.

Comunque voglia andare a finire, serve senz’altro la Milano-Palermo (via Matera) A.C. (Alta Capacità) adriatica”.

Nicola Locuratolo
biologo ambientalista

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