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Progetto L.I.B.E.R.

L'IBER“L’I.B.E.R. – L’Ideale Biblioteca Europea dei Ragazzi” vuole essere un punto di incontro degli Europei da 0 a 16 anni, che sono la base su cui si fonderà una più completa integrazione del nostro Continente e non solo. La Biblioteca è destinata ad accogliere i classici della letteratura per l’infanzia e per l’adolescenza dei Paesi Europei (anche non appartenenti all’Unione), in lingua originale. La letteratura infantile ed adolescenziale, compresi i fumetti, costituendo una parte cospicua del grande capitale letterario europeo ed essendo il primo approccio con la cultura, meriterebbe una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni e degli operatori culturali e, nell’ottica di una effettiva integrazione europea, una diffusione più ampia, anche là dove oggi è carente, ossia in “periferia”.

La disponibilità del testo nella lingua originale consentirà di far entrare in relazione ciascun lettore – europeo ed extra-europeo – con le lingue europee, comprese quelle meno conosciute e i cui testi sono difficilmente reperibili fuori dal contesto domestico. La Biblioteca Europea dei Ragazzi consentirà al lettore di avvicinarsi, ad esempio, alle ricchissime letterature dei Paesi scandinavi, baltici e slavi, non conosciute in tutta Europa come meriterebbero.

Per consentire da un lato la migliore conservazione dei volumi e dall’altro la contemporanea fruizione da parte di più lettori dello stesso testo, la Biblioteca procederà alla progressiva scansione elettronica delle opere acquisite, la cui consultazione sarà quindi possibile in video. La Biblioteca disporrà di tutors in grado di aiutare il giovane lettore, eventualmente in difficoltà nella interpretazione dei passaggi difficili, anche con l’ausilio dell’informatica.

Inoltre, per rendere l’iniziativa più completa e auspicabilmente più fruibile e di maggior richiamo, si affiancherà al nucleo centrale una serie di attività integrative, quali corsi di lingue, di recitazione, di musica, nonché l’organizzazione di eventi multimediali e di percorsi didattici.

Lo scopo finale del progetto è quello di creare una Rete di Biblioteche in tutti i Paesi europei, ciascuna delle quali sarebbe a disposizione delle altre per la consulenza linguistica on-line. Il Progetto L’I.B.E.R. è, tra l’altro, in armonia con l’obiettivo dell’Unione di porre i giovani Cittadini Europei in condizione di conoscere, oltre la propria, almeno altre due lingue europee, di cui una fra quelle meno diffuse. Si innescherebbe in tal modo un processo virtuoso che, tra l’altro, propizierebbe quella mediazione culturale di cui si avverte sempre più il bisogno, mediazione fondata su ciò che unisce piuttosto che su ciò che divide.

Lo scopo di tale processo è ben descritto dalle parole di Humphrey:<La maggior parte del nostro tempo viene spesa nell’analizzare le differenze. Ora concentratevi sulle somiglianze, su ciò che è comune tra gli opposti… cercate il terzo che sta al di sopra di tutti gli opposti… cercate questa relazione e sarete più benevoli verso ognuna delle coppie oppositive>. In altri termini, ciò che Zagrebelsky considera “la necessità… dell’integrazione attraverso l’intreccio di… procedure comunicative”.

A quest’ultimo proposito, un aspetto che vorremmo sottolineare è che mentre è ormai diffusa l’”educazione della parola”, non è ancora tenuta in considerazione l’”educazione dello sguardo”. Questa considerazione nasce da una riflessione: l’epoca contemporanea è universalmente considerata come il regno dell’immagine, valutando le prevalenza della comunicazione “visiva” (cinema, televisione, pubblicità) su quella “scritta” (libri, giornali). Secondo noi, al contrario, i contemporanei hanno perso la capacità di “leggere” l’immagine e per spiegarci richiamiamo l’attenzione sul fatto che nel Medioevo, il popolo – analfabeta nella quasi totalità – comprendeva concetti immateriali anche complessi attraverso l’osservazione dei simboli iconografici che arricchivano e completavano le opere d’arte figurative. Basta osservare la pittura e la scultura medievali, che facevano ampio ricorso alla simbologia: chiunque era in grado di riconoscere un santo, per esempio, dagli “accessori” che lo identificavano senza ombra di dubbio: le catene di San Leonardo, gli occhi di Santa Lucia, il libro di San Paolo, il maialino di Sant’Antonio Abate ecc. Un illetterato poteva comprendere perfettamente la storia narrata da un ciclo pittorico di una chiesa con la semplice osservazione dei dipinti.

Oggi noi andiamo a cinema e fatichiamo a comprendere tutto ciò che ci viene mostrato e abbiamo ancora bisogno dei dialoghi per una corretta comprensione: quante volte, rivedendo un film, notiamo dettagli che avevamo “guardato”, ma non “visto” in precedenza? Siamo bombardati dalle immagini, ma non sappiamo più leggerle, e non solo per la velocità con la quale ci vengono ammannite.

Alfred Marshall teorizzava <la legge per cui più si ascolta la musica, più la si apprezza>, iniziando così all’analisi dei consumi artistici che costituiscono l’eccezione alla teoria economica della diminuzione dell’utilità marginale. E questo non è l’unico caso in cui l’economia della cultura contraddice i tradizionali punti fermi della scienza economica.

Qualcuno ha detto che l’economia dell’arte costituisce una sorta di terreno di sperimentazione sull’adeguatezza (o meno, aggiungiamo noi) dei fondamentali concetti economici. Dobbiamo educare all’immagine, iniziando dai ragazzi, e il libro illustrato e il fumetto possono rappresentare, con la fotografia, un veicolo per giungere al cinema. Oggi uno studente può terminare il proprio curriculum senza essere stato mai indotto a riflettere sulle immagini infinite che lo hanno accompagnato nel suo percorso formativo, magari costituito anche da una non piccola frequentazione del cinema.

Le industrie culturali contemporanee (libri, dischi, cinema) possono avere proficue relazioni: dal bestseller può nascere la sceneggiatura di un film e questo richiederà una colonna sonora. Forrest Gump ha fatto vendere oltre 2 milioni di copie del romanzo, che alla sua uscita ne aveva vendute 10 mila! Ovviamente, ciò non toglie nulla all’importanza della lettura, come dimostra la pubblicazione del BIL (Better Life Index) presentato il 22 maggio 2012 dall’OCSE. John Fitzgerald Kennedy disse che <il PIL misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta>.

Nel 2007 a Bruxelles si è tenuta una conferenza internazionale dal titolo “Beyond GDP” (Oltre il PIL), organizzata dalla Commissione e Parlamento UE, dall’OCSE e dal WWF, che ha inteso individuare nuovi indicatori, post o ultra finanziari, in grado di misurare il progresso. Tra questi, sicuramente, la proficiency in lettura.

Il BIL vuole rappresentare, appunto, un superamento del PIL, nel senso di sganciare la misura dello sviluppo di una Nazione dal semplice e solo dato economico, ancorandolo anche a dati culturali o di altra natura. Il Progetto si inserisce al momento giusto in tale rivalutazione della cultura rispetto all’economia, addirittura considerando la prima come condizione di sviluppo della seconda.

<Saper leggere per contare in futuro> da Italia Oggi del 29 maggio 2012.

Perché Matera?

L’attuale panorama continentale presenta numerose iniziative di tal genere, con una prevalente allocazione nei grandi centri urbani; ciò non toglie che sia quasi del pari essenziale prevedere la presenza dell’istituzione bibliotecaria multilingue anche in centri minori e periferici rispetto al baricentro europeo. E’ palese che, se tale processo non sarà assecondato, vi è il rischio, o addirittura la certezza, che la periferia non sarà mai parte dell’Europa, rimarrà ancorata ad una dimensione localistica e, di fatto, sarà esclusa dal processo di integrazione. Pertanto, come le stesse biblioteche europee già operanti hanno colto, si avverte l’esigenza di istituire una rete di biblioteche europee opportunamente dislocate in vari contesti, differenti per collocazione geografica e per dimensione nonché per condizioni socio-economiche e culturali.

Sulla base di tali presupposti logico-operativi, ideale appare l’allocazione in una città come Matera, di dimensioni medio/piccole, ma strategicamente fondamentale sia perché sito mondiale UNESCO, sia perché candidata a capitale europea della cultura anno 2019, sia perché al centro di flussi turistici mondiali sempre più importanti per via dei suoi rioni Sassi, sia infine perché geograficamente vocata anche a fungere da ponte fra l’Europa ed il Mediterraneo. La Biblioteca Europea per Ragazzi di Matera, identificata con l’acronimo L’I.B.E.R., intende candidarsi (a regime) a collegarsi in rete con le altre biblioteche per accrescere l’utilità e la fruibilità complessiva del patrimonio comune.

Soggetto attuatore

Il progetto è stato elaborato dall’Associazione LiberMedia di Matera – nata nel 2012 – e sarà attuato in partnership con altri soggetti pubblici e privati. Attualmente l’iniziativa registra la partnership culturale ed organizzativa con il Goethe Institut, il prestigioso Istituto culturale tedesco di emanazione governativa, con il quale è stato siglato un accordo di collaborazione. Il primo evento frutto della citata collaborazione è stato un workshop dal titolo “Passione per la lettura nei ragazzi dai 9 ai 12 anni” che si è svolto a Matera nei giorni 8, 9 e 10 aprile 2013. All’evento, le relazioni formative sono state tenute da docenti espressione dello stesso Goethe Institut e di altre prestigiose associazioni culturali tedesche ed italiane.

Il workshop è stato patrocinato da tutti gli enti locali e dal Comitato Matera 2019.

 

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