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Pubblico impiego, UIL e UIL-PA, i dipendenti pubblici si sono impoveriti

“Anche l’Aran (l’Agenzia per la contrattazione nel Pubblico Impiego) testimonia che i lavoratori pubblici, ossatura del ceto medio, da sempre considerato “privilegiato” rispetto alle altre categorie di lavoratori dipendenti, specie dell’industria, si sono impoveriti. Nonostante i luoghi comuni, infatti, l’Aran e il Ministero della Funzione Pubblica dichiarano che nel 2011 vi è stata una notevole riduzione nella spesa complessiva nella Pubblica Amministrazione. E’ il primo calo – sottolinea l’Aran – dopo 31 anni di crescita ininterrotta. Nel 2012 le anticipazioni evidenziano un ulteriore calo della spesa del 2,3% e la spesa è prevista in calo anche per il 2013.

Il calo della spesa complessiva sostenuto dalla Pubblica amministrazione per pagare le retribuzioni e’ stato possibile, come sottolinea l’Aran senza alcun ricorso a “fronzoli, grazie alle misure di contenimento varate negli ultimi anni, in particolare il blocco dei contratti e i vincoli al turnover che stabiliscono che si possa assumere nel limite del 20% del personale uscito e della spesa per questo personale. Dunque, i dipendenti pubblici sono diminuiti dal 2006 al 2011 di oltre 230 mila unità e nei cinque anni considerati gli occupati della Pubblica amministrazione sono diminuiti di oltre il 6% e un ulteriore calo di circa un punto è atteso per il 2012.

Le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono diminuite nel 2011 dello 0,8% rispetto al 2010. Cosa che si accentuerà nel resoconto del 2012 e del 2013 in quanto il blocco del turn over, il blocco dei contratti nazionali, il congelamento delle risorse per il salario accessorio e gli scatti di anzianità oltre al blocco delle spese per le missioni, continueranno a far contrarre la spesa.

Ancora una volta hanno pagato solo i lavoratori pubblici. Nessuno quantifica quante risorse si sarebbero potute risparmiare con la lotta agli sprechi, con la lotta alla corruzione, con l’eliminazione delle consulenze. Nel 2013, inoltre, se non si prenderanno provvedimenti, 350.000 lavoratori precari non vedranno rinnovarsi il contratto di lavoro. Senza contare che, in questo modo, si riducono i servizi dell’amministrazione con grave danno per i cittadini. Se veramente si vuole riorganizzare la macchina amministrativa, come si sostiene, bisogna incominciare a valorizzare chi ci lavora, dando loro pieno riconoscimento dei propri diritti a partire da un salario adeguato ai tempi, ripristinando il diritto ad avere un contratto e un posto di lavoro stabile e duraturo”.

 

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