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Quale prevenzione?

Le emergenze maltempo oramai sono un fenomeno ciclico, le piogge torrenziali sotto certi aspetti prevedibili, si erano annunciati programmi di monitoraggio per le avversità atmosferiche che in congruo anticipo avrebbero annunciato le abbondanti piogge, compreso una serie di iniziative e propositi di ogni Ente ed istituzione che, prendono posto solo all’indomani di enormi danni. Oggi i danni non sono solo materiali, è la perdita della vita di due persone che questa nuova emergenza ci consegna. Quello che si poteva fare lo abbiamo sentito e letto ma nella realtà è di quello che non è stato fatto che bisogna parlare, tutti articolano parole intorno ad un territorio vulnerabile, ma non lo scopriamo oggi, per questo non possiamo solo dirlo ed essere passivi di fronte a tale fragilità. Conosciamo bene quali sono le criticità del territorio e le sue sensibilità, quanto accaduto a marzo di quest’anno doveva trovarci preparati, sarebbe dovuto servire anche a consolidare concetti di mappatura del rischio. Oggi sappiamo bene che il torrente Gravina, Iesce e Guirro ed i loro canali hanno le loro criticità. Le informazioni sul pre-allerta meteo erano state diffuse e precise; quanto accaduto con la stessa perturbazione a Genova ed in Campania era rimbalzato in ogni organo d’informazione, non doveva trovarci impreparati e passivi. Allora c’è da chiedersi perché non sono state poste le condizioni per monitorare, sin dal giorno prima, le aree critiche? la protezione civile perché non ha avuto alcun ruolo nell’ambito della prevenzione con l’osservazione dei torrenti?; perché i territori vulnerabili non sono stati presidiati e inibiti al traffico veicolare? L’opinione, più volte denunciata è che nel nostro territorio non esiste un piano di prevenzione, la protezione civile non viene mai coinvolta in osservazione preventiva delle aree critiche; le politiche della prevenzione nelle avversità atmosferiche non vengono attuate, il monitoraggio a monte dei torrenti non è preso neanche in considerazione. Si erano poste le basi per incominciare a coinvolgere il volontariato nella prevenzione e gestione delle emergenze, si era incominciato a parlare della consulta per la protezione civile che avrebbe coordinato il volontariato del territorio, progetti abbandonati. E’ opportuno che si rifletta su quello che si può fare, si parta da queste tragedie immense dove alla fatalità è stata data una spinta. Si incominci ad affrontare con coscienza una maggiore consapevolezza nella sicurezza del territorio e nel frattempo si coinvolga il volontariato nella prevenzione.

Adriano Pedicini Consigliere PDL Matera

 

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