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Ragazza tarantina adescata e violentata, indagato un 56enne settentrionale

La Procura distrettuale di Lecce ha aperto un fascicolo d’indagine su un 56enne milanese, accusato di violenza sessuale su minore e detenzione di materiale pornografico. L’uomo avrebbe ridotto in schiavitù, psicologica e sessuale, una ragazzina della provincia di Taranto, adescata sul portale Jumpy.it.
Il racconto, delineato dalle indagini dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce dottoressa Stefania Mininni, e ricostruito attraverso le indagini della Squadra mobile, è abbastanza scabroso: alla giovane, che all’epoca dei fatti protratti sino alla fine del 2013 aveva 16 anni, è toccata praticamente qualsiasi esperienza ‘osè’, persino quella di essere trattata come un cagnolino (da qui, poi, è stata anche soprannominata ‘Briciola) per assecondare i voleri dell’uomo che si era spacciato inizialmente per un giovane di 19 anni. In realtà, l’uomo era anziano ed aveva cominciato a soggiogare psicologicamente la ragazza, attraverso gli innumerevoli contatti instaurati via chat con la vittima.
La ragazza, alla lunga, ha ceduto alle richieste dell’uomo, sempre più imbarazzanti e spregevoli; le iniziali richieste erano finalizzate all’invio, da parte della giovane, di foto che la ritraevano in posizioni e in atteggiamenti inequivocabili, e spesso anche indicibili. Il tutto condito da minacce di divulgare all’esterno il ‘segreto condiviso’ se soltanto avesse osato ribellarsi, o anche offese che avevano ridotto nella schiavitù più completa la giovane, che nel corso degli anni aveva fatto ricorso più volte alle cure dei sanitari, per via del suo stato di prostrazione e di dipendenza che si erano acuiti. Il culmine delle richieste e dei ricatti si è avuto quando la ragazza è stata costretta a raggiungere un motel dell’Italia Settentrionale per incontrarsi con il suo ‘orco’. E nel corso degli incontri, avvenuti all’interno di stanze e rigorosamente al buio, la ragazza sarebbe stata legata e costretta a subire ogni genere di sevizie.
Secondo l’accusa, solo grazie all’aiuto di un giovane, al quale la ragazza aveva confidato il suo stato di crisi profonda, e di centro antiviolenza, l’avevano liberata dall’orco che nel 2014 era stato denunciato.

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