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Rinnovo Contratto Sanità, Nursing Up ribadisce con fermezza le sue posizioni sulla delicata questione delle indennità

Esistono ragioni solide e profonde dietro le quali, a partire dallo scorso 28 febbraio, gli infermieri italiani hanno deciso di scendere di nuovo nelle piazze per organizzare manifestazioni di protesta, da Nord a Sud, che aprono la strada all’annunciato sciopero del prossimo 8 aprile. 

Prima Ferrara e Rimini, ieri Genova, poi toccherà nell’ordine ai colleghi di Milano (10 marzo), Trento (11 marzo) e Verona (24 marzo). 

Intanto, nel corso dell’ultima seduta contrattuale, Nursing Up ha ribadito fermamente tutte le sue richieste all’Aran e in particolare, nella coerenza e trasparenza che contraddistingue il suo percorso in questa trattativa, riconosce da un lato che nella nuova bozza è stato aumentato il valore di taluni incarichi, ma per ora si tratta solo di quelli di media ed elevata complessità.

Nursing Up ha ribadito all’Aran la propria richiesta di un aumento dell’indennità degli incarichi di base, cioè quelli destinati a tutti gli infermieri e alle altre professioni sanitarie che non hanno un altro incarico.

Tali incarichi “di base”, al momento, sono, per gli infermieri, “isorisorse”, strano modo quindi di valorizzarli. Peraltro, gli altri sindacati hanno chiesto di estenderli anche ad altre qualifiche, seppur con un sistema che prevede forti limitazioni (mentre agli infermieri e professioni sanitarie gli incarichi di base vengono attribuiti senza limitazioni). 

Su questo specifico problema, abbiamo sollecitato la responsabilità di tutti i sindacati presenti.

La delegazione Nursing Up è poi tornata sulle numerose criticità, che risultano ancora irrisolte, dal numero di pronte disponibilità che l’ARAN vuole portare dalle 6 attuali a 10 al mese, all’indennità di pronta disponibilità, che per i turni inferiori a 12 ore risulterà addirittura meno remunerativa di quella attuale. 

L’ARAN si ostina a riproporre l’ipotesi relativa alla previsione di Laurea Magistrale per posizioni per le quali la legge non la prevede.

Irrisolto il nodo delle festività infrasettimanali, e tale resterà almeno fin quando l’ARAN insisterà nel voler escludere dal diritto i turnisti. Il nuovo sistema di calcolo dello straordinario da alcune simulazioni effettuate è, secondo noi, peggiorativo per gran parte degli infermieri. 

E poi viene il sistema delle indennità, sempre proposto da ARAN, che senza le necessarie modifiche potrebbe penalizzare una buona parte di infermieri e delle professioni sanitarie. 

Si pensi, solo per esempio, all’indennità per chi  lavora in giorno festivo, oggi di 17,80 euro, che viene trasformata in 1,5 euro per ora. Di fatto dovrebbe generare, per un turno di 7 ore, un compenso di 10,50 euro finali. Con le tariffe attuali l’infermiere interessato matura 17,80 euro. 

Intanto, informiamo la stampa che la scorsa settimana abbiamo chiesto e ottenuto un incontro presso il Ministero della Salute, che si è tenuto nella giornata del 2 marzo. 

Abbiamo chiesto alla politica, e al Ministro Brunetta, di dare indicazioni all’ARAN e di coordinarsi con il Comitato di Settore, che si accinge in questi giorni ad emanare il proprio atto di indirizzo, per consentire al nuovo contratto di beneficiare di queste indispensabili risorse aggiuntive già decise da una legge dello Stato, relative allo 0.55% ed allo 022% del monte salari, e che devono solo essere finalizzate da parte delle Regioni, affinché tali risorse contribuiscano ad integrare seriamente i compensi degli infermieri, e degli altri professionisti sanitari.

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