BasilicataCronaca

Ritrovata la 32enne scomparsa a Matera

Epilogo fuori dal previsto per la scomparsa della donna materana.
Arrestato il marito per maltrattamenti, violenze sessuali e minacce continuate ed aggravate. Gli uomini della squadra mobile da subito avevano pensato ad un allontanamento volontario, contrariamente a quanto sostenuto dal marito che cercava di indirizzare le indagini su un presunto sequestro, raccontando di un matrimonio felice, fatto di fiori, coccole e serenità.
Rintracciata dagli inquirenti, Debora Citro, dopo un primo momento di contatto al telefono, ha raccontato delle continue violenze domestiche, stupri, minacce di morte e percorse. La donna, scomparsa da Matera lo scorso 31 marzo, si è rifugiata in provincia di Lecco da alcuni amici. da dove teneva contatti (attraverso una nuova utenza telefonica) con un amico di Ginosa a conoscenza della vera situazione familiare. L’amico su richesta della ragazza, aveva avvisato la mamma di Debora dell’allontanamento volontario e temporaneo e di prendere la bambina della coppia e di averne cura.
Gli uomini della squadra mobile di Matera avevano tenuto sottocontrollo un totale di circa 25 utenze per cercare di capire “veramente” cosa fosse accaduto. Di qui il nome dell’operazione Where e Why, ovvero dove si trova la ragazza e perchè. Rintracciata dunque telefonicamente con l’aiuto dell’amico di Ginosa, l’ispettore Cicirelli dopo essersi accertato a livello umano prima di tutto sulle condizioni di salute della ragazza le ha chiesto se voleva ritornare a Matera. Martedì alle 13 circa avveniva la telefonata, alla 20 Debora prendeva un volo. Alle 21.30 gli agenti della squadra mobile la incontravano in aereoporto e la portavano in Questura per una chiacchierta volontaria. Ma la chiacchierata, durata tutta notte fino all’alba, è stata liberatoria per Debora rivelatrice per gli agenti della Squadra Mobile. Negli ultimi sette anni la donna è stata vittima di continui abusi sessuali del marito, stupri, violenze fisiche, minacce di morte. Il marito infatti la riteneva un oggetto privo di autonomia decisionale, di cui solo lui poteva disporre a suo pieno piacimento. Una situazione ben lontana dalla vita fiabesca raccontata dall’uomo algerino agli agenti. Quasi ogni sera la donna veniva stuprata dal marito e se la stessa cercava di opporsi era la violenza a dettare legge, fino a legarle i polsi con una cintura per immobilizzarla ed abusare. L’unica scelta che Debora aveva era se vivere in quelle condizioni o la morte per mano del marito e non certo per suicidio, perchè come le aveva ribadito l’uomo, lei non era certo libera di decidere se vivere o morire. Dopo il racconto la donna ha sporto denuncia, ieri pomeriggio il magistrato, la dottoressa Cazzetta, ha sentito per circa cinque ore la donna e dopo meno di un’ora dall’incontro ha firmato l’ordinanza di fermo per il marito, Allah Okha, classe 1966 per maltrattamenti, violenze domestiche, minacce aggravate e continuate. Ieri sera gli agenti attendevano che l’uomo terminasse la sua “fiction” alla trasmissione “Chi l’ha visto” dove tra lacrime e disperazione aveva raccontato di quanto cercasse disperatamente sua moglie. L’uomo algerino aveva appuntamento in Questura con gli agenti dopo la trasmissione, appuntamento al quale non si è presentato per incontrare un suo connazionale al quale aveva chiesto di inviare un messaggio-trappola a Debora “di rientrare perchè il marito era intenzionato a scappare in Algeria con la bambina”. Raggiunto in strada, l’uomo è stato arrestato ed ora è in carcere

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