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Se mi ami fammi un segno, ho finito le pile!

Dopo i successi a ZELIG e a DOMENICA IN la SIT COM

DIVERSAMENTE COMICI

Se mi Ami fammi un SEGNO, ho finito le pile!

La comicità che fa divertire sordi e udenti

Con Giuditta Cambieri e Francesco D’ Amico

appuntamento è per oggi pomeriggio, ore 17, presso il Cinema Comunale (Piazza V.Veneto) a Matera

Giuditta e Francesco mettono in scena un nuovo tipo di cabaret, un cabaret diversamente comico. La sfida è quella di far arrivare, contemporaneamente a un pubblico di sordi e udenti, le loro battute e i loro sketch. Utilizzando la voce, la lingua dei segni (LIS) ed il linguaggio del corpo nella sua totalità, fanno una serie di riflessioni comiche sulla difficoltà di comunicare. Il fatto che tra uomo e donna ci sia l’incomunicabilità dovuta alla diversità tra universo femminile e maschile, è luogo comune conosciuto da tutti. Su questo argomento da sempre i comici attingono idee per le loro performance.

Ma, cosa accade se lui è sordo e lei udente? Quali sono le gaffes, le incomprensioni e le situazioni assurde che si creano nella vita quotidiana e nella intimità? Quali sono i problemi che si incontrano nella relazione con parenti, amici e il resto della società? Tra battute sarcastiche, giochi di parole e doppi sensi, Giuditta e Francesco raccontano la loro vita di coppia. Francesco nella vita è realmente sordo dalla nascita e insieme a Giuditta ha scoperto in scena il piacere dell’autoironia. Ridono su loro stessi, sui propri vizi e virtù svelando al pubblico il loro punto di vista: la visione di un mondo dove i sordi e gli udenti si incontrano, si innamorano, litigano, si prendono in giro.

Questo il pensiero di Giuditta e Francesco: “Il nostro desiderio è quello di abbattere le barriere della comunicazione. Proprio per questo abbiamo scelto il cabaret in quanto forma di teatro diretto, immediato, dove non esiste confine tra attore e spettatore.

Nel cabaret, la “quarta parete“ viene abbattuta e il pubblico, con le sue reazioni ed il suo coinvolgimento, diventa parte integrante della rappresentazione scenica.

La comicità poi, con il meccanismo della risata e del sorriso, crea con lo spettatore una dinamica di ascolto attivo. In questo modo il gioco scenico diventa occasione di complicità tra chi recita e chi ascolta.

Per questo abbiamo pensato che due attori in scena, uno sordo veramente e l’altro udente, che sperimentano e ricercano con ironia i vari modi di comunicare, mettendosi in gioco in modo totale e sincero, possano essere un’occasione per il pubblico di vivere con leggerezza e divertimento questo tipo di esperienza.

Non c’è alcuna velleità o presunzione didattica o educativa nel nostro intento. Il desiderio di fare uno spettacolo di cabaret per sordi e udenti è dettato semplicemente dalla curiosità e dal piacere di vivere in prima persona un’esperienza reale di comunicazione e integrazione, oltre le parole.”

 

 

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