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Shoah, i sopravvissuti di Filiano incontrano i giovani studenti

La forza e il coinvolgimento di un racconto in prima persona hanno emozionato gli studenti della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo di Filiano che hanno conosciuto due sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti: i prigionieri di guerra Antonio Di Lucchio e Michele Liberatore. L’incontro fra i sopravvissuti rioneresi e i giovani studenti, che si è tenuto martedì 24 gennaio scorso a Filiano, nell’ambito dell’iniziativa “Testimoni della Memoria” promossa dalla Pro Loco di Filiano, ha assunto i tratti della speranza: l’incontro si è rivelato un lungo e caldo abbraccio tra generazioni lontane negli anni, ma non nei valori. Due ore intense, commoventi, con i racconti degli scampati allo sterminio, seguiti in un silenzio assordante da oltre cento ragazzi filianesi. Tanti non hanno retto alla commozione quando Antonio Di Lucchio – durante la sua toccante testimonianza – ha attribuito più volte ad un “miracolo” la sua salvezza dal campo di concentramento di Lublino.

Apprezzato per la sua comunicativa, il reduce ottantenne Michele Liberatore ha raccontato con descrizioni secche e precise, la sua storia da prigioniero, facendo quasi “toccare con mano” la sua drammatica esperienza, in quei lunghi mesi nel campo di concentramento di Beizeichnung.

E pensare che Di Lucchio e Liberatore hanno accettato di “rivivere” la loro esperienza del campo di concentramento a partire dal 2011, in occasione della pubblicazione del volume “I Sopravvissuti – “I sopravvissuti – Testimonianze dei prigionieri militari rioneresi nei campi di concentramento tedeschi”, edito dall’Amministrazione comunale di Rionero in Vulture. A dimostrazione del fatto che quello della testimonianza è compito necessario ma difficile perché per chi ha vissuto il dramma dei campi di concentramento nazisti “tacere è proibito, parlare è impossibile” (come efficacemente E. Wiesel ha espresso la contraddittoria condizione dei superstiti dei campi di sterminio). Non è facile parlare ai più giovani, metterli in contatto con eventi epocali, disumani, su cui è però calato, nei molti decenni trascorsi, il velo opacizzante della Storia.

«Nel preparare questo incontro con i “Testimoni della Memoria”, – dichiara Vito Sabia, curatore della manifestazione – confesso di aver avuto una certa apprensione. Cosa sanno realmente i ragazzi della Shoah, mi sono chiesto, e come potranno comprendere e sentirsi vicini, loro, nella fase più tumultuosa e vitale dell’adolescenza, al mostro profondo del razzismo e dello sterminio che ha prodotto più di sessantacinque anni fa la dissacrazione dei valori più importanti dell’Occidente e della democrazia?».

«Le domande e gli scritti spontanei – continua Sabia – che i ragazzi hanno rivolto ai due sopravvissuti, danno una risposta significativa e importante agli inquietanti interrogativi che attraversano la mente degli adulti, e restituiscono fiducia e speranza nel futuro, nelle giovani generazioni, in chi vivrà l’avvenire ricordando il passato perché più non si ripeta.»

Clara – studentessa della terza media –, a conclusione dell’incontro ha dichiarato con poche, emozionate parole: “Ho sentito cose oggi, che mi hanno fatto star male, che mi hanno fatto guardare in faccia la cattiveria degli uomini. Ma torno a casa più forte – ha concluso Clara – con maggiore consapevolezza, e la speranza di poter credere in un mondo migliore, non solo rispetto a quei giorni di ferocia, ma anche rispetto alla mia contemporaneità, che non mi piace.”

 

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