BasilicataCronaca

Si parte con il dialogo, si finisce in rissa.

Continua a dividere l’opinione pubblica e creare malumori e peggio riesce a far finire un consiglio comunale in rissa. La discarica de’ La Martella lavora con una sola vasca precaria, all’interno di una discarica destinata alla chiusura con altre due sotto sequestro.

I residenti del Borgo La Martella lamentano da circa dieci anni che gli olezzi che giungono nell’abitato oltre a creare fastidio, creano danni alla salute come lamentano gli stessi residenti: bruciori agli occhi, mucose secche, tosse, allergie, peggio poi i casi che sempre i residenti del Borgo La Martella registrano in costante aumenti di aborti e neoplasie. Si è giunti dunque ad un punto di non ritorno. Così in una fase di emergenza che riguarda alcuni comuni del potentino, il Presidente della Regione Basilicata con una ordinanza impone di dividere i rifiuti che non riescono ad essere smaltiti, 25mila tonnellate, nel sito di Tito in altre sei discariche: Pisticci, Pomarico, Tricarico, Salandra, Lauria e Matera. Il principio condannato è la ripartizione in parti pressocchè eque del carico in eccesso, senza una valutazione delle potenzialità di ogni singola discarica, dettaglio che a Matera accorcia la vita della “famosa” quinta vasca e destina Matera a cercare anch’essa nel prossimo futuro una soluzione “di solidarietà corregionale”.

Le richieste dei redenti del Borgo, anticipate a Sindaco e consiglieri presenti in un incontro di qualche giorno fa erano precise: conoscere i tempi di realizzazione di ogni singola fase del progetto madre che in circa 3 massimo 4 anni dovrà portare alla chiusura del sito de’La Martella e la realizzazione di una nuova discarica delocalizzata, bloccare attraverso una fase di dialogo precisa e motivata in Regione l’arrivo di nuovi camion da Tito, creare una mappatura di rischio, attuare le vecchie delibere del consiglio comunale di Matera che obbligavano il Comune a monitorare la qualità dell’aria e dell’ambiente e spiegare ai residenti perché la delibera del 27/12/2006 che obbligava a identificare un nuovo sito per la delocalizzazione della discarica è rimasta dimenticata e disattesa.

In parte l’ordine del giorno approvato all’unanimità in consiglio il 29 ottobre riporta questi punti, ma non dava date certe che scandissero il percorso dei vari punti discussi e approvati. A fine seduta, non è stato chiesto il parere dei presenti se quanto deliberato rispettava gli accordi discussi in precedenza. La seduta viene dichiarata lo stesso sciolta e, la mancanza di partecipazione e discussione ai presenti, ha scaldato gli animi. Sono volate parole grosse, promesse di non andare più a votare, da più parti i presenti si son detti pentiti e, oggi difronte le difficoltà, convinti di aver mal riposto la fiducia nei loro rappresentanti. Non ci sono date certe, non si sa quando il Sindaco incontrerà il Governatore De Filippo per illustrare la realtà e le difficoltà del sito materano, si monitora oggi la qualità dell’ambiente, tardi di circa 10 anni, si parte oggi con il progetto del nuovo progetto per la realizzazione di una discarica, non si conoscono le tempistiche di ogni fase. Gli animi stanchi, anche per la protesta che ormai va avanti giorno e notte, delusi non hanno retto e il tutto è degenerato. La palla ora passa di nuovo alle istituzioni che dovranno rispondere ai cittadini con fatti concreti.

(Debora Desio)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *