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Sit-in a Roma degli agricoltori lucani di Copagri il 25 febbraio

“Il decreto legge sull’Imu dei terreni agricoli è iniquo In Basilicata si dovrebbe pagare anche per terreni in zone particolarmente svantaggiate, in aree marginali e montane, identiche a quelle esistenti in comuni esentati. Per cui riteniamo fortemente ingiusto gravare di ulteriori balzelli le aziende del nostro territorio che sono già in difficoltà e che, nonostante tutto, operano in difesa del territorio e contro il dissesto idrogeologico”. Le parole sono del presidente regionale della Confederazione Produttori Agricoli (Copagri), Nicola Minichino, in riferimento agli effetti sul territorio lucano del decreto legge con il quale il 23 gennaio 2015 il Consiglio dei Ministri ha stabilito che siano esenti dal pagamento dell’IMU i terreni agricoli, situati in comuni classificati montani nell’elenco dell’ISTAT (già previsto ai fini Ici) sulla base dell’altitudine riportata e diversificando, eventualmente, tra terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola e gli altri. In pratica, continueranno a non pagare l’Imu solo i possessori di terreni che si trovano in comuni ad oltre 600 metri sul livello del mare o in centri con un’altitudine compresa fra i 281 e i 600 metri, solo se posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Per tutti gli altri terreni agricoli, ricadenti in comuni aventi un’altitudine non superiore a 280 metri, si dovrà, invece, pagare l’intero importo del tributo.
“Questo è il colpo di grazia per l’agricoltura lucana – evidenzia il presidente Minichino –. Come se non fossero già sufficienti le alluvioni devastanti, le grandinate e tutte le varie problematiche che interessano la nostra agricoltura che è in piena crisi. Già tanti terreni vengono sempre più abbandonati per l’impossibilità, soprattutto da parte di conduttori sempre più avanti in età, di tenere fronte a tutte le necessità oltre che alle varie e sempre più continue richieste di pagamenti. Un fatto questo che non giova, per di più, a un territorio instabile e con gravi problemi idrogeologici».
Il massimo dirigente della Confederazione lucana aggiunge quanto la sua organizzazione sia vicina «alle Amministrazioni comunali nel portare avanti insieme, a tutti i livelli, questa battaglia contro una quanto mai poco opportuna tassazione perché è una patrimoniale a tutti gli effetti». Ma la Copagri di Basilicata «ha dunque come unica posizione quella di chiedere l’annullamento del decreto sul pagamento dell’Imu non al solo livello istituzionale regionale, ma lo chiede direttamente al Governo nazionale. È necessario che si ritorni alla classificazione dell’Istat precedente dove l’intero territorio della Basilicata veniva riconosciuto come svantaggiato e vi si era obbligati a pagare l’Ici e, pertanto, l’Imu. E questo deve anche essere l’impegno forte della Regione, di tutti i parlamentari lucani e di tutte le Amministrazioni locali».
La Copagri di Basilicata, in tal senso, non si limita a una mera enunciazione ma concretamente sarà presente con una folta schiera di rappresentati sindacali e di operatori agricoli al sit-in che si svolgerà mercoledì 25 febbraio a Roma dove, dalle 8 alle 14, in piazza Montecitorio (tra via Colonna Antonina e l’Obelisco) si svolgerà una manifestazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei rappresentanti in Parlamento rispetto all’insostenibilità e all’iniquità dell’Imu applicata al settore agricolo.

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