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Smart Working in Basilicata, 162 istanze presentate e 2578 contratti a tempo indeterminato e determinato

“I risultati di una indagine sullo smart working, diffusi dalla Svimez, ci offrono ulteriori riflessioni su cosa è possibile fare per offrire ai nostri lavoratori occupati al Centro-Nord la possibilità di lavorare rientrando nei rispettivi territori di origine che, come rileva la Svimez, potrebbe costituire un inedito e quanto mai opportuno strumento per la riattivazione di quei processi di accumulazione di capitale umano da troppi anni bloccati per il Mezzogiorno e per le aree periferiche del Paese”. A sostenerlo è l’assessore alle Attività Produttive e Lavoro Francesco Cupparo che aggiunge: “Consideriamo in proposito particolarmente positiva l’esperienza realizzata con uno nostro specifico Avviso Pubblico che ha consentito l’erogazione di aiuti nella forma di contributo a fondo perduto (fino al 70% delle spese sostenute) alle imprese che a far data dal 1° marzo 2020 e fino al 31 luglio 2020 hanno attivato interventi di smart working”.

Le istanze presentate sono state 162 e il numero di lavoratori complessivo, a tempo indeterminato e determinato per i quali è stato attivato il lavoro in smart working, a valere sull’Avviso pubblico, è stato pari a 2578 unità. Gli interventi a supporto dell’attuazione dei piani aziendali di smart working ammissibili ad agevolazione hanno riguardato nello specifico: l’acquisto di strumenti tecnologici e digitali finalizzati all’attuazione e implementazione del piano di smart working; l’acquisizione di software e servizi innovativi da remoto e di supporto informatici finalizzati all’attuazione e implementazione del piano aziendale di smart working.

“Con questa misura – sottolinea l’assessore – abbiamo puntato a rafforzare la competitività del sistema produttivo diffuso attraverso il sostegno ad investimenti innovativi in grado di promuoverne lo sviluppo tecnologico, migliorarne i processi e i prodotti, aumentarne il livello di efficienza e di adattabilità al mercato. Proprio perché non consideriamo questa attività conclusa, siamo fortemente interessati al progetto “South Working – Lavorare dal Sud” in fase operativa con la collaborazione della SVIMEZ, e della Fondazione CON IL SUD, per gli sviluppi che si possono aprire. Le proposte sinora emerse tra le quali incentivi di tipo fiscale e contributivo, investimenti sull’offerta di servizi alle famiglie (asili nido, tempo pieno, servizi sanitari), infrastrutture digitali diffuse in grado di colmare il gap Nord/Sud e tra aree urbane e periferiche, anche se chiamano in causa principalmente il Governo, necessitano di approfondimenti per verificare quale può essere l’apporto delle Regioni. Per la SVIMEZ sono 45mila gli addetti che dall’inizio della pandemia lavorano in smart working dal Sud per le grandi imprese del centro-nord. Nostro obiettivo può essere quello di far rientrare le prime migliaia di giovani che sono impegnati nel lavoro da remoto”.

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