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Sovraindebitamento in Basilicata, programmi e soluzioni

Cinque anni fa la Gazzetta del Mezzogiorno titolava “ I lucani sono sempre più indebitati: tre su dieci riescono a saldare il conto ed incombe lo spettro dell’usura ”. Erano passati solo tre anni dall’entrata in vigore della Legge sul sovraindebitamento, meglio conosciuta come “legge antisuicidi”, che “apriva” al sovraindebitato la via per l’azzeramento dell’ ammontare dei debiti.
Nell’ultimo decennio si è assistito, infatti, a un significativo incremento nel livello di indebitamento delle famiglie. Tale fenomeno ha suscitato forte preoccupazione sociale, attirando l’attenzione delle istituzioni, in primo luogo per le conseguenze economiche e sociali che il fenomeno determina sulle famiglie indebitate, in particolare in un periodo di crisi. L’eccesso di indebitamento produce, infatti, un impatto immediato sul benessere degli individui, oltre a costituire una possibile causa di
esclusione sociale e di povertà. Né va sottaciuto che il sovraindebitamento può essere rilevante per i
riflessi in termini di stabilità del sistema finanziario. In questi tempi di crisi pandemica si sono moltiplicate le richieste di aiuto da parte delle famiglie e delle imprese che hanno visto notevolmente peggiorare la propria situazione economica, non riuscendo a far fronte alle obbligazioni e agli impegni assunti in precedenza. La Legge n. 3 del 2012 (dal 1° settembre 2021
verrà sostituita dal Codice della Crisi di Impresa) consente di porre fine alle situazioni di sovraindebitamento, che potrebbero poi sfociare anche in usura. A tale procedimento possono accedere i lavoratori, i professionisti, i pensionati, i piccoli imprenditori, i commercianti, gli imprenditori agricoli, le start-up innovative e altre categorie non assoggettabili alle procedure fallimentari tradizionali. Gli strumenti previsti dalla legge sono: a) il piano del consumatore, al quale può accedere solo il privato consumatore; l’accordo con i creditori, riservato anche alle imprese, e la liquidazione del patrimonio alla quale possono accedere sia le imprese che le famiglie.
Con l’attivazione di dette procedure è possibile liberarsi dai debiti e rientrare nel circuito economico in maniera virtuosa. A causa della pandemia da coronavirus vi sono molte persone prive di lavoro o che svolgono un’attività sommersa irregolare rimasti privi degli ammortizzatori sociali che si trovano ad affrontare periodi di quarantena o malattia con gravi difficoltà economiche; mentre diverse attività commerciali sono in ginocchio e non riusciranno a ripartire. Tali effetti determineranno un impoverimento dell’economia locale ed un aumento esponenziale della disoccupazione, con ripercussioni drammatiche per molte famiglie. In questa prospettiva, deve ritenersi che l’emergenza epidemiologica da covid-19 costituisca anche la principale causa di impossibilità sopravvenuta della prestazione nella disciplina delle obbligazioni in generale. Alcuni piani e accordi già omologati dai tribunali non potranno avere seguito a causa della pandemia che ha bloccato le entrate dei ricorrenti sovraindebitati. Ecco che, anche alla luce della ratio del decreto legge “Cura Italia”, si ritiene che la sopravvenuta esistenza di una causa non imputabile che non rende possibile l’esatto adempimento possa essere valutata favorevolmente dal Giudice con una sospensione al sovraindebitato del pagamento del suo debito. Vanno inoltre potenziati quegli strumenti complementari alla giurisdizione, gli OCC – Organismi di Composizione della Crisi, che già da tempo si sono rivelati preziosi nell’offrire una risposta rapida e risolutiva alla domanda di giustizia dei cittadini. Ciò renderebbe più efficace l’azione pubblica di sostegno alle imprese, rappresentando, soprattutto in questo momento congiunturale, un valido e forse unico punto di riferimento per coloro che versano in una situazione di crisi economica. Al riguardo, il legislatore è intervenuto sul punto prevedendo un emendamento al decreto legge agosto che dovrebbe anticipare l’entrata in vigore della nuova disciplina sul sovraindebitamento. Nel frattempo magistratura e imprese si affrontano su un campo minato, ma questi due poli devono necessariamente comunicare: non si può rinunciare alla legalità nell’agire delle imprese in crisi, ma i valori delle imprese non
possono essere bruciati per una crisi di legalità. Il mondo dell’economia viaggia ad una velocità superiore a quello delle sentenze e la tutela del valore dell’impresa offre una potenziale ricchezza al Paese. Quando diritto ed economia si incrociano, spesso si fatica a tenere insieme le esigenze dell’economia; infatti, differenti sono gli interessi fra banche e impresa. La necessità primaria è di una legge che tenga conto dei valori dell’impresa, senza trascurare la legalità e le esigenze dell’imprenditore, che oggigiorno è il primo ad entrare in crisi di liquidità, ma vuole salvaguardare la sua impresa e i posti di lavoro. Nel frattempo, sorgono anche organismi privati a cui, specie nell’ultimo anno, si sono rivolte famiglie e piccoli imprenditori per essere liberati dai debiti, per avere un consiglio, un aiuto giuridico per poter uscire da uno stato di bisogno che si era accumulando nel corso degli anni. “In situazioni di sovraindebitamento – ha sostenuto VincenzoMalfa, A.D. di EXTINGUO srl con sede a Matera – e di grave difficoltà economica e a rischio di usura vivono tante famiglie lucane ma anche soggetti appartenenti alle categorie dei commercianti e dei piccoli imprenditori e la pandemia ha solo accentuato la loro situazione di crisi a cui deve necessariamente darsi una celere risposta, mentre al momento si registra solo la lentezza del deposito delle relazioni dei professionisti nominati OCC dal Tribunale, che sfiora a volte l’anno dalla nomina ricevuta dal Presidente, mentre per i sovraindebitati procede spedita la procedura fallimentare o quella esecutiva”.
 
Orazio Licciardello
Consulente Extinguo s.r.l.s.
extinguosrls.it
amministrazione@extinguosrls.it

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