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Sovraindebitamento, sofferenze bancarie e difficoltà di imprenditori e famiglie

“Datemi una mano, non riesco ad andare avanti. Il mio stipendio è completamente impegnato con banche e finanziarie. Questo mese non sono riuscito a pagare due rate di finanziamento e le società di recupero mi chiamano tutti i giorni, a tutte le ore, anche sul posto di lavoro per ricordarmi di pagare le rate. Mi sono indebitato in buona fede per dar da mangiare alla mia famiglia. Poi un evento imprevisto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ho dovuto chiedere ulteriori finanziamenti”.
Questa è una delle situazioni che si presentano al nostro Centro di Ascolto sul sovraindebitamento delle famiglie e delle imprese – afferma Angelo Festa, Presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura “Famiglia e Sussidiarietà”. Stiamo vivendo una situazione economica e sociale molto difficile dovuta alla crisi economica, alla scarsa qualità del credito, alla riduzione dei finanziamenti alle imprese e all’aumento della vita, bollette di luce, gas, carburanti, etc. Gli ultimi dati pubblicati dalla  CGIA di Mestre riportano la Basilicata come la seconda Regione con il più alto indice di sofferenze bancarie, pari al 19,9 per cento dei crediti concessi.
A livello provinciale, Matera è la terza provincia d’Italia con il più alto numero di sofferenze, pari al 23,1% e Potenza con un indice di sofferenza pari al 18,1%. Complessivamente in Basilicata, a novembre 2015, secondo gli ultimi dati della CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre), a fronte di un impiego di settemilioni  di euro vi è una sofferenza di unmilionequattrocentomila euro che coinvolge circa il 10 per cento delle famiglie in Basilicata.
Una situazione del genere – continua Angelo Festa – riguarda molte imprese serie, artigiani, commercianti, agricoltori che in un momento particolare della loro vita, per cause accidentali e impreviste (riduzione dell’attività, aumento dei costi, etc) si sono visti crollare addosso tutto quel che avevano costruito con l’attività lavorativa. Ciò riguarda anche i consumatori e le loro famiglie che in buona fede si sono trovati a indebitarsi e, poi, a non poter far fronte ai loro impegni per un accavallarsi di situazioni negative. La situazione economica a livello regionale è particolarmente grave anche a causa di tali situazioni di sovraindebitamento che frenano l’economia e rappresentano una palla al piede per lo sviluppo locale. Se vogliamo far ripartire l’economia regionale e far emergere l’economia sommersa  –  commenta Festa – occorre dare alle imprese e alle famiglie la possibilità di ricominciare con avvedutezza. Diversamente vi sarà un’economia sommersa destinata a produrre ben grami guadagni, senza alcuna utilità sociale, incrociando la non meno sommersa usura.
Mentre un imprenditore, liberato dai debiti, ricomincerà la propria attività, assumerà personale e creerà così opportunità di lavoro per gli altri. Ce lo chiede anche la Comunità Europea con la raccomandazione del 12 marzo 2014, che invita gli Stati europei a  garantire alle imprese sane in difficoltà finanziaria l’accesso a un quadro nazionale in materia di insolvenza che permetta loro di ristrutturarsi in una fase precoce in modo da evitare l’insolvenza, massimizzandone pertanto il valore totale per creditori, dipendenti, proprietari e per l’economia in generale e di dare una seconda opportunità in tutta l’Unione agli imprenditori onesti che falliscono e ai consumatori responsabili sovraindebitati.
Tanto è previsto anche con la Legge sul sovraindebitamento n. 3 del 2012 che è stata pensata dal legislatore come rimedio in materia di usura e estorsione, cioè per togliere il cappio dalla gola alle persone usurate. Certamente la Legge 3 del 2012 va migliorata e su questo già in Parlamento vi è una proposta di modifica presentata dall’onorevole Edoardo Fanucci, primo firmatario, dalla materana Maria Antezza e da altri cento deputati, ma nel frattempo tutta la comunità è chiamata a dare delle risposte alle migliaia di sovraindebitati che chiedono di rientrare nell’economia reale.

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