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SPI CGIL di Matera: “Contro il declino della sanità pubblica”

Lo SPI CGIL di Matera, coerentemente con lo Statuto al TITOLO I – Principi Costitutivi Art. 1 – DEFINIZIONE Lo Spi-Cgil (Sindacato Pensionati Italiani)*;  si occupa  della “…. categoria delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane che tutela e organizza nella Cgil….”  e dell’Art. 2 – PRINCIPI FONDAMENTALI attraverso “….lo sviluppo un’azione rivendicativa e negoziale, diretta ad affermare un ruolo autonomo delle persone anziane, combattendo ogni forma di emarginazione nella società attraverso la tutela nel campo pensionistico e previdenziale, in quello sanitario e assistenziale, in quello dei servizi sociali e dell’abitare ed in quello consumeristico e per tutti gli altri interventi rivolti a migliorare la condizione reddituale e di vita, favorendo la cittadinanza attiva delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane”;

           Negli ultimi anni, numerose sono state le iniziative e manifestazioni organizzate CONTRO IL DECLINO DELLA SANITA’ PUBBLICA MATERANA al fine di DENUNCIARE pubblicamente ed agli organi istituzionali le preoccupazioni sull’inarrestabile condizione di precarietà e degrado organizzativo della sanità materana con particolare riferimento al Presidio Ospedaliero “Madonna delle Grazie”, alle carenze e ai ritardi nell’erogazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini-utenti, che stanno determinando un sempre maggiore diffuso e massiccio malcontento.

            Le OO.SS. confederali – Cgil, Cisl e Uil, unitamente a 40 Associazioni hanno prodotto documenti e piattaforme precisando le molteplici e strutturali cause che hanno portato gli standard della sanità materana al di sotto dei livelli accettabili, che riepiloghiamo:

  • la carenza di personale in servizio – sia sanitario, sia amministrativo – è passato complessivamente da 2.462 dipendenti (presenti nel 2010) a 1911 (presenti al 31.12.2022), con una riduzione di ben 551 unità, pari a più del 22%; questa situazione di grave carenza di personale rende quasi impossibile la piena e completa organizzazione ed erogazione delle prestazioni sanitarie previste dai LEA, sia con riferimento alle prestazioni ospedaliere sia con riferimento alle prestazioni distrettuali/territoriali;
  • il Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2023-2025 dell’ASM – approvato con Delibera del 6 marzo 2023 e ricompreso nel PIAO, approvato con delibera del 28 marzo 2023 – a fronte di 111 cessazioni dal servizio previste nel 2023, programma assunzioni nel 2023 per un numero pari a 387 unità (355 a tempo indeterminato e 32 a tempo determinato); delle 387 unità 223 per il comparto e 164 per la dirigenza; è evidente che si tratta di un numero di assunzioni programmate che è al di sotto della metà delle carenze storiche di personale (al netto delle cessazioni previste), che porterà alla reale copertura dei posti solo dopo la conclusione dei concorsi pubblici, che hanno i tempi previsti (circa due anni) e che il meccanismo dei concorsi unici regionali ha contribuito ad allungare ulteriormente;
  • nei mesi estivi, le carenze di personale diventano particolarmente insostenibili per la necessità di assicurare la fruizione delle ferie estive da parte del personale, determinando ulteriori vuoti di operatori e erogazione di servizi, tali da rasentare una vera e propria paralisi degli stessi;
  • le prestazioni sanitarie ritardate e/o non erogate determinano un ulteriore allungamento delle liste di attesa, generando disagi e danni irreparabili a tutti i cittadini bisognosi di assistenza sanitaria e non in condizioni economiche di ricorrere a prestazioni sanitarie erogate a pagamento.

           Una situazione di tale gravità e complessità necessiterebbe, oltre che di azioni e decisioni reali e tempestive per affrontare e risolvere i problemi, anche della presenza costante e assidua della Direzione Generale, assicurando, in primis, il presidio fisico del ruolo e della funzione che oggettivamente sembrerebbe essere inconciliabile per il concomitante incarico all’IRCS CROB di Rionero in Vulture.

            La pesante e drammatica condizione della nostra sanità materana viene costantemente riportata attraverso le continue  segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini e  crescenti sono le segnalazioni di presunti episodi ascrivibili a “malasanità” che, in alcuni casi, si manifestano con tensioni e sofferenza emotiva della collettività, con il rischio che si possa sfociare in contrapposizioni e aggressioni tra cittadini-pazienti e operatori sanitari, come già evidenziato nelle recenti cronache giornalistiche.

            In questo quadro di difficoltà, dove tutti i giorni si giustificano le disfunzioni e le liste di attesa con la cronica carenza di personale ed in particolar modo di medici, non si può in alcun modo giustificare la decisione da parte dell’ASM di Matera di NON trattenere in servizio un Dirigente medico (peraltro Direttore di UOC) che ha maturato i requisiti per andare in pensione, ma che ha richiesto di poter continuare a lavorare, attraverso l’istituto del trattenimento in servizio, che consente ai Dirigenti medici di prestare servizio fino al settantesimo anno di età; l’ASM – anche nel 2023 – sovente ha accolto le istanze di trattenimento in servizio prodotte da Dirigenti medici, mentre, nel caso della dott.ssa Coniglio, la stessa è stata collocata frettolosamente a riposo, senza accoglierne l’istanza di trattenimento in servizio e determinando una grave improvvisa scopertura della UOC di Neurologia dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera. E’ incomprensibile sia la tempistica che il merito della decisione del collocamento a riposo, a fronte del vuoto che il repentino pensionamento della dott.ssa Coniglio determinerà nei confronti dei cittadini fragili (anziani e malati) e, in particolare, dai malati affetti da sclerosi multipla, patologia per la quale la dott.ssa Coniglio era referente regionale.

         Inspiegabilmente il Direttore Generale dell’ASM di Matera ha disatteso e non considerato:

  • le norme vigenti (art. 15 nonies del Decreto legislativo n. 502/1992) che consentono al personale dirigente medico e sanitario del SSN di mantenere, su richiesta, il rapporto di lavoro oltre il limite del 65° anno e fino al raggiungimento del quarantesimo anno di servizio effettivo (esclusi eventuali riscatti), purché non si superi il limite dei 70 anni di età.
  • l’istanza di permanenza in servizio del personale dipendente che avrebbe dovuto essere accolta dalle Aziende sanitarie in via di diritto e senza subire valutazioni arbitrarie, analogamente a quanto previsto per il personale convenzionato (medici di famiglia e pediatri di libera scelta) cui è stata data la possibilità, a richiesta, di lavorare fino a 72 anni.
  • la cronica carenza di personale sanitario che si registra all’Ospedale di Matera, soprattutto in prossimità dell’estate con il connesso piano ferie, che costringerà molti a fare i salti mortali per garantire i servizi sanitari essenziali;
  • l’orientamento del Ministero della Salute che ha messo in atto politiche finalizzate, in ogni modo, per non disperdere il bagaglio di competenze e di professionalità del personale medico, prevedendo ad esempio la possibilità per i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, di continuare a lavorare fino a 72 anni.

 Pertanto, lo SPI CGIL di Matera:

  1. si impegna ad attivare tutte le iniziative e le azioni, comprese quelle legali per supportare legalmente i cittadini fragili (anziani e malati) direttamente o indirettamente vittime del vuoto repentino nella UOC di Neurologia venutasi a creare a seguito pensionamento indotto della dott.ssa Coniglio;
  2. conferma, la già avanzata richiesta al Presidente della Giunta Regionale, di rimuovere la dot.ssa Sabrina Pulvirenti dall’incarico di Direttore Generale dell’ASM di Matera.

 Matera, 19 maggio 2023

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