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Un successo la rassegna “Murales a Chiaromonte”

Si è conclusa lo scorso 3 aprile la prima edizione di “Murales a Chiaromonte”, tre giorni dedicata alla pittura murale promossa dall’amministrazione comunale di Chiaromonte in collaborazione con la rivista specialistica “In Arte”, al fine di valorizzare gli spazi urbani del paese attraverso la realizzazione di opere di pittura da parte di artisti di comprovata esperienza e varia provenienza, che hanno potuto lasciare la propria testimonianza artistica sulle pareti di alcuni edifici del paese.

Cinque artisti, selezionati attraverso un concorso nazionale, si sono dati appuntamento nell’antico borgo immerso nel Parco Nazionale del Pollino per dipingere anonime facciate all’ingresso del centro storico. L’operazione, già sperimentata nei mesi scorsi nei centri di Castelluccio Inferiore e Senise, nasce da un progetto denominato “In Arte Exhibit”, avviato nel 2010 da “In Arte” allo scopo di coniugare la promozione del territorio con la diffusione della conoscenza dell’arte contemporanea. Eventi artistici di questo tipo vogliono essere uno strumento per dare ampia visibilità alla Basilicata sul piano nazionale e far giungere nei Comuni lucani quanti più visitatori, curiosi di scoprire e conoscere i luoghi e le ricchezze che essi possono offrire.

Tra le produzioni artistiche che comunicano in modo più immediato e diretto con al gente, le opere di pittura murale, realizzate dai maestri Antonio Loffredo, Vincenzo Baldi, Salvatore Damiano, Antonino Izzo e Antonio Suriano, contribuiranno a colorare ed arricchire la cittadina di Chiaromonte. Ma già durante l’esecuzione dei lavori la curiosità dei passanti è stata catturata dall’incanto della gestualità creativa, da forme e colori in divenire e dal particolare tema scelto per la rassegna. Nella realizzazione dei propri murales, infatti, gli artisti, così come previsto dal regolamento della manifestazione, si sono ispirati agli antichi mestieri quasi dimenticati in uso il secolo scorso nel paese – dall’ombrellaio all’impagliatore, al vinaio, al fabbro, al contadino – per ravvivarne il ricordo nei più anziani e farli scoprire alle nuove generazioni.

 

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