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Sud locomotiva d’Europa: l’intervento del presidente Emiliano al Premio Biagio Agnes

“Il Premio Biagio Agnes ci offre una importante occasione di riflessione sul futuro del Mezzogiorno. Il concetto di futuro è richiamato nel nostro programma di governo ispirato a Una lunga vita felice, uno slogan che ci proietta in avanti, tenendo però fermi alcuni ricordi di noi stessi. Ad esempio quella atmosfera del grand tour, quando non si poteva entrare nella grande società europea senza passare dall’Italia.

Con queste consapevolezze dobbiamo pensare al futuro”: lo ha detto il presidente Michele Emiliano aprendo il suo intervento nell’ambito del dibattito “Sud locomotiva d’Europa” nell’ambito del Premio Biagio Agnes, oggi a Sorrento.

“I fondi europei – ha proseguito – vengono spesi col sistema del cofinanziamento. Questo ha creato problemi alle regioni del Sud, che hanno meno denari rispetto a quelle del nord e devono rispettare lo stesso patto di stabilità, su come fare a spendere le risorse europee aggiuntive.

La Puglia con grandissimi sforzi ci è riuscita, come ha sottolineato in questo dibattito il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Umberto Del Basso De Caro, ma è comprensibile che altre abbiano avuto difficoltà. Aggiungiamo che nel vecchio quadro di programmazione europea non si poteva finanziare la fase di progettazione. Per questo in Puglia abbiamo deciso di finanziare la progettazione attraverso fondi rotativi che servono appunto a definire progetti che possano poi essere ammessi a finanziamento”

 

Rispetto a quelle del nord, le regioni del sud sono più sparpagliate, e quando si tratta di fare fronte comune in Europa siamo meno attrezzati tecnicamente. E purtroppo dobbiamo ancora combattere contro lo schema classico messo a fuoco dai meridionalisti per cui basta niente per trattare il silenzio dei meridionali.

Tenere la schiena dritta ha sicuramente dei rischi, ma per persone come me non ci sono alternative. Ho sempre pensato che la dignità sia un requisito fondamentale per resistere in una comunità. È chiaro però che per alzare la voce bisogna essere ineccepibili, efficienti, onesti. Bisogna anche saper ammettere quando le cose non vanno e sappiamo bene che al Sud ci sono luoghi così.  Resta però il fatto che il popolo meridionale, come tutti i sud del mondo, ha un’energia straordinaria, che forse deriva dalla disperazione, dalla rabbia.

E’ evidente che il caso italiano o si risolve nel Mezzogiorno o non si risolve, specie in un contesto in cui la crescita del nord è lentissima e non crea quei differenziali di sviluppo che possono essere trainanti.

Come vedo il futuro del Sud? Nella mia vita ho fatto il magistrato, il sindaco e ora il presidente di regione, sono ottimista per definizione”.

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