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Talenti che scelgono il Sud: la storia di tre giovani medici specialisti che fanno ritorno nella loro regione per mettersi al servizio della sanità e della comunità pugliese

Secondo stime recenti sono 2 milioni le persone che si sono trasferite al Centro Nord per lavoro, oltre 800 mila in dieci anni (Rapporto Svimez 2018). Un fenomeno che negli ultimi mesi, per effetto della pandemia, ha visto una inversione di tendenza, in parte grazie al cosiddetto “south working”, ovvero la possibilità di lavorare da remoto, ma in misura sempre crescente come espressione della scelta di molti giovani professionisti di tornare nella regione di origine per mettere competenze, esperienze e know-how al servizio dei loro concittadini.

È il caso di tre giovani medici specialisti – Dario Fina e Chiara Simeone, entrambi specialisti in cardiologia, e Marco Albanese, anestesista – che, dopo anni di formazione ed esperienze lavorative al Nord e all’estero, hanno deciso di fare ritorno in Puglia e oggi lavorano a Città di Lecce Hospital, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN che fa parte di GVM Care & Research. Il Gruppo ospedaliero italiano da sempre crede ed investe sui giovani e lavora assiduamente per contrastare la migrazione, sia di talenti sia di pazienti, offrendo prestazioni di alto livello, tecnologie diagnostiche e chirurgiche all’avanguardia.

“Andare a studiare lontano da casa è stata una scelta naturale. In Puglia ci sono grandi università ed eccellenze in ambito sanitario che nulla hanno da invidiare al resto del Mondo, ma la curiosità, la voglia di viaggiare e di mettermi alla prova con esperienze stimolanti mi hanno portato lontano – racconta il dott. Dario Fina, cardiologo clinico a Città di Lecce Hospital –. Prima l’università a Pavia, poi a Milano, dove mi sono specializzato e ho lavorato prevalentemente in Unità Coronarica e Terapia intensiva cardiovascolare in un grande ospedale, e infine l’Olanda, dove ho trascorso un periodo di formazione durante la specializzazione.  Qui ho partecipato a diversi protocolli di ricerca, prevalentemente dedicati al supporto meccanico al circolo nel paziente cardiologico acuto. Esperienze che mi hanno formato, come uomo e come professionista, perché dal confronto con culture e visioni diverse nascono occasioni di crescita ed idee innovative, ma in fondo ho sempre saputo che prima o poi sarei tornato in Puglia. La pandemia e l’opportunità di lavorare in una struttura eccellente come Città di Lecce Hospital hanno accelerato questo progetto di rientro”.

A Città di Lecce Hospital il dott. Fina assiste i pazienti degenti in reparto Unità Coronarica ed esercita attività ambulatoriale, è attivo nell’ambito della ricerca grazie al proseguimento della collaborazione con l’Università di Maastricht in Olanda e ha contribuito a potenziare l’ambulatorio di Ecostress dedicato prevalentemente a pazienti affetti da patologia coronarica. Attraverso uno stimolo farmacologico specifico che mette sotto sforzo il cuore, l’équipe specialistica è in grado di effettuare una diagnosi precoce di cardiopatia ischemica, valutando in maniera estremamente precisa l’idoneità o l’indicazione a interventi invasivi, e di effettuare il follow up di pazienti già sottoposti a pregressa rivascolarizzazione chirurgica e percutanea.

Stesso passato formativo ed attuale presente professionale per la dott.ssa Chiara Simeone Cardiologa ed ecocardiografista che, dopo gli studi a Chieti, ha vissuto gli anni di formazione specialistica a Milano, lavorando nei principali poli ospedalieri del capoluogo Lombardo dove ha dedicato particolare attenzione al perfezionamento in ambito di Imaging cardiovascolare, alla gestione clinico-terapeutica e strumentale del malato cardiologico complesso in ambiente intensivistico e all’attività di ricerca soprattutto nel campo delle Cardiomiopatie e Canalopatie ad impronta genetica.

“Quando ho iniziato a lavorare a Città di Lecce Hospital, dopo circa 12 anni trascorsi tra Chieti e Milano, ho scoperto con stupore di esser parte di una squadra di giovani colleghi che, come me, provenivano da realtà diverse e che, dopo anni di esperienza professionale, lavorativa e di ricerca in altre regioni o all’estero, hanno deciso di riportare la loro expertise e il loro bagaglio professionale e culturale in questa Regione che tanto merita e tanto ha bisogno di professionisti giovani e volenterosi – dichiara la dott.ssa Simeone –. Viaggiare, vivere e conoscere altre realtà professionali e sanitarie è stato per me illuminante. Mi ha permesso di formarmi come donna e come medico, consentendomi di osservare “da vicino” la realtà sanitaria e il modello gestionale di diverse regioni e di confrontarli con quelli Pugliesi, che non hanno nulla da invidiare alle grandi città del Nord. Il mio auspicio più grande è che questo desiderio comune di noi giovani di voler far ritorno “a casa” non rappresenti un punto d’arrivo, ma il punto di partenza per poter crescere e migliorarsi sempre più”.

Percorso analogo è quello che ha portato il dott. Marco Albanese, anestesista rianimatore, a fare ritorno in Puglia dopo 15 anni al Nord: prima gli studi a Ferrara, dove si laurea in Biologia e in Medicina, cui seguono gli anni della specializzazione in diverse strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna. Qui, oltre alle tecniche anestesiologiche delle varie specialità chirurgiche, si forma sia nella gestione in emergenza del politrauma che nella terapia del dolore. Segue l’esperienza a Milano, dove effettua un periodo di ricerca in Terapia Intensiva sulle più innovative strategie di supporto nei pazienti con gravi insufficienze respiratorie (tristemente note in questo periodo).

“Le diverse esperienze formative fuori regione sono state fondamentali per la mia crescita umana e professionale, ma ad un certo punto ho sentito l’esigenza di mettere queste competenze acquisite al servizio della mia terra – dichiara il dott. Albanese –.  Adesso lavoro nell’équipe di cardioanestesia, e mi divido tra la rianimazione post-cardiochirurgica e la sala operatoria. Contestualmente al mio arrivo a Città di Lecce Hospital, inoltre, è stato inaugurato un ambulatorio dedicato alla terapia del dolore, dove eseguo procedure infiltrative avanzate eco guidate con l’auspicio di iperspecializzarmi in procedure radioguidate in sala operatoria. Intanto, porto avanti attività di ricerca con l’Università di Ferrara e con un grande gruppo ospedaliero a Milano”.

Tre storie in controtendenza rispetto al fenomeno della fuga di cervelli, storie che raccontano la volontà di giovani professionisti di rafforzare, con le loro capacità, competenze ed entusiasmo, le eccellenze sanitarie del Sud Italia, per contribuire a fermare la migrazione di pazienti e di professionisti verso “l’altrove”.

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