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Tasi 2015, il Tar condanna il comune di Matera a restituire ai cittadini quanto versato in più

La Tasi, la tassa sui servizi indivisibili imposta dal Comune di Matera in riferimento al 2015 non andava pagata al 1,8 per mille bensì all’1 per mille. E’ quanto ha stabilito il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) con la sentenza numero 767 del 7 luglio 2016, che ha annullato le delibere di approvazione e convalida delle aliquote Tasi imposte ai cittadini dal Comune di Matera, perchè emanate ad agosto 2016, in ritardo rispetto al termine ultimo del 30 luglio 2016. L’Amministrazione Comunale dovrebbe restituire ai cittadini quanto versato in più rispetto alla Tasi 2015, ma per evitare un maxi rimborso scatterà il meccanismo della compensazione, considerando che la somma da riscuotere sarà detratta in occasione delle prossime imposte da pagare. Una sentenza simile potrebbe arrivare a breve anche per la Tari, la tassa sui rifiuti.
Oggi, nel frattempo, ci sarà una conferenza stampa, prevista per le ore 11 presso l’hotel San Domenico a Matera, indetta dai consiglieri comunali di opposizione, in cui si chiederanno le dimissioni del sindaco De Ruggieri e di tutta la giunta, mentre alle 16, nella sala Mandela, è in programma un’altra conferenza stampa, convocata dall’assessore al Bilancio Eustachio Quintano.
Sulla questione, il sindaco De Ruggieri ha affermato: “Non portiamo la fascia di lutto al braccio a causa della sentenza negativa del Tar. Avevamo previsto questa ipotesi, tanto che sia a chiusura del bilancio consuntivo 2015 che in quello di previsione 2016 era stata prevista una dote in caso di esito negativo. Non ci sono, perciò, problemi di armonia nel bilancio, ma noi non ci fermiamo, siamo già pronti al ricorso al Consiglio di Stato. A nostra difesa sottolineo che altri Tar, come quello del Friuli Venezia Giulia, hanno deciso diversamente, ritenendo che il Ministero non abbia la titolarità perché può impugnare i regolamenti ma non un atto deliberativo.
Il secondo tema – ha proseguito il primo cittadino materano- è che noi avevamo eccepito la incostituzionalità di un provvedimento che fissava al 30 luglio l’approvazione in Consiglio, senza tener conto che c’era una situazione legata alle elezioni, avvenute il 30 maggio, con una cronologia penalizzante rispetto ad altre amministrazioni; per questo sarebbe stato impossibile portare il bilancio in consiglio comunale il 30 luglio, visto che l’elezione del sindaco era avvenuta il 14 giugno. Termini che non c’erano e che hanno creato condizioni di disparità”.
L’assessore al Bilancio Eustachio Quintano è entrato nel merito tecnico della vicenda: “Il valore delle risorse che si sarebbero liberate sono pari a 2,260 mila euro che, sganciate dalle spese incomprimibili, avrebbero formato oggetto di attività non solo sul sostegno al disagio sociale ma anche nelle scuole in cui mancano suppellettili e in altri settori fino ad oggi completamente trascurati. Il dato che emerge è che queste somme si sarebbero liberate con un esborso per la comunità di soli 660 mila euro, a esclusivo carico delle sole classi più agiate. La Tasi sulla prima casa, con l’esercizio 2016, è stata abolita e, dunque, i flussi che non entrano più nelle casse dei Comuni, vengono sostituiti con flussi a carico del Governo nell’ambito della ripartizione del Fondo di solidarietà.
Il bilancio consutivo 2015 e il previsionale 2016 – ha aggiunto l’assessore – sono redatti in modo corretto, come dimostrato dal parere favorevole da parte dei Revisori contabili. Il bilancio 2015 evidenzia un avanzo contabile vincolato di oltre 1,5 milioni, ovvero l’equivalente della maggior cifra riscossa per la Tasi, che è stata regolarmente accantonata. Non ci sarà, dunque, nessun buco nel bilancio né sulla sua tenuta, come confermerà l’equilibrio di bilancio che verrà predisposto entro pochi giorni. Il bilancio, d’altronde, è pubblicato nella sezione del sito del Comune. Chi è in grado di smentire questi elementi, lo faccia, ma non con la sola demagogia”.
Critiche arrivano dall’opposizione. Per Giovanni Angelino (Verdi) la sentenza del Tar Basilicata sulla Tasi sancisce il fallimento totale del governo De Ruggieri. “L’aliquota della Tasi non poteva essere aumentata dal 1 per mille all’1,8 per mille perché l’approvazione della delibera è avvenuta fuori dai termini previsti dalla legge, e la sentenza del Tar di Basilicata è stata prevedibile, e condanna il Comune di Matera a rimborsare tutti i cittadini che hanno pagato calcolando la tassa all’aliquota imposta dalla giunta comunale di Matera. L’esito della sentenza conferma quello che abbiamo sempre sostenuto fin dal primo giorno in cui è insediata la giunta De Ruggieri, ovvero che questa amministrazione è incapace di governare e deve andare a casa prima possibile, senza perdere altro tempo. la sentenza del Tar, inoltre, conferma anche che l’ex sindaco Adduce aveva ragione quando invitava i cittadini a non fidarsi di questo nuovo governo. Questo provvedimento, al quale potrebbe seguire anche quello sulla Tari, sancisce in maniera inequivocabile il fallimento del governo De Ruggieri e mi auguro che il sindaco possa prendere atto che la situazione è ormai fuori controllo. A questo punto mi auguro che il primo cittadino consegni nuovamente le chiavi della città ai cittadini di Matera per tornare presto al vot

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