BasilicataPoliticaPugliaPuglia

Turismo nel Meridione, nota di Caroppo (Lega)

«Il turismo dell’Italia e del Sud rischia di restare tagliato fuori e non ripartire. É urgente e necessario che il Governo e le Regioni del Sud non perdano altro tempo e sottoscrivano accordi bilaterali con i Paesi e le aree geografiche europee a basso tasso di contagio. Nemmeno la possibile riapertura delle frontiere italiane dal 3 giugno, infatti, sembra sufficiente a far ripartire il turismo al Sud perché stranieri, tour operator e agenzie vorranno essere certi della sicurezza sanitaria». E’ quanto chiede al Governo e ai Presidenti delle Regioni Puglia, Sicilia, Calabria, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania l’eurodeputato della Lega On. Andrea Caroppo, insieme ai colleghi Annalisa Tardino e Vincenzo Sofo.

«Gli accordi bilaterali ai quali ha dato il via libera la Commissione Europa rischiano di essere discriminatori per l’Italia e per il Sud. A questo punto – suggerisce l’europarlamentare – è necessario che le Regioni con un basso tasso di contagio come quelle del mezzogiorno sfruttino l’opportunità di realizzare accordi bilaterali per giocare la propria partita volta ad assicurare la ripresa delle attività turistiche e di tutti i comparti ad esso legati. Le Isole Baleari in Spagna, ad esempio, hanno già annunciato l’avvio di un progetto pilota che le collegherà con zone della Germania e di altri Paesi anch’esse con bassi tassi di contagi. Tanto è replicabile su ampi scala come si evince dal grafico allegato.

Governo e Regioni si devono immediatamente attivare per realizzare questi accordi, corrispondendo ai criteri necessari a rassicurare turisti, tour operators e agenzie di viaggio (sufficienti posti terapia intensiva, test a tappeto e idonei sistemi di tracciamento e monitoriaggio). 

Diversamente – conclude Caroppo – si rischia di far perdere a una parte significativa del Paese lopportunità di salvare almeno parzialmente la stagione estiva o comunque di far ripartire con estremo ritardo un settore vitale per la sua economia».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *