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UGL in difesa dei lavoratori contro l’infortuni

“L’imprenditore serio, coscienzioso e corretto, non ha nulla da temere da qualsiasi sentenza ch’essa sia. E’ inutile parlare di vendetta sociale, processo politico o condanne insensate a fine di una sentenza giudiziaria, ma ciò deve servire per ridare voce ai familiari delle tante vittime dimenticate di tragedie sul lavoro e di malattie professionali e, soprattutto, può aiutare a evitare altri lutti o infortuni: và vissuta come uno stimolo a fare prevenzione sulla sicurezza e non una rappresaglia contro il sistema industriale”. Così Giuseppe Giordano, segretario regionale dell’UGL Basilicata metalmeccanici afferma che “ l’UGL intende difendere i lavoratori, il lavoro ma, bisogna anche e soprattutto distinguere tra la grande maggioranza di imprenditori onesti e responsabili in Basilicata e i pochi che scelgono un ‘finto risparmio’, facendo discutibili economie sulla pelle dei soggetti contrattualmente più deboli: i lavoratori. Oggi finalmente una sentenza che ancor di più deve dare ossigeno giusto alla nostra causa – afferma il sindacalista UGL –  E’ perseguibile, al posto del legale rappresentante della società, il direttore dello stabilimento se ha poteri di decisione e di spesa tali da evitare l’infortunio. Ad affermarlo è la Cassazione . Un uomo era stato condannato dal tribunale per il reato di lesioni colpose in seguito a un infortunio sul lavoro occorso a un suo dipendente. Secondo il giudice l’imputato era responsabile, in qualità di datore di lavoro e rappresentante legale della ditta, di aver omesso di porre a disposizione dei lavoratori attrezzature adeguate, in particolare una scala pedana di dimensione e conformazione tali da realizzare un posto di lavoro stabile e sicuro per eseguire le attività inerenti la manutenzione di una pressa a iniezione presente nello stabilimento. L’uomo ricorreva in Cassazione, dove però i giudici lo hanno scagionato. Il direttore dello stabilimento – prosegue il segretario dell’UGL Basilicata – riveste nella sostanza la qualifica di datore di lavoro. Infatti, in virtù della modifica operata dal d.lgs. n. 242/1996 al d.lgs. n. 626/1994, nelle aziende di grandi dimensioni è frequente il caso in cui il soggetto dotato della legale rappresentanza non coincide con quello in grado di esercitare l’effettivo potere di organizzazione dell’azienda e del lavoro dei dipendenti ed è a quest’ultimo che dovranno attribuirsi le connesse responsabilità prevenzionali. Il dato normativo consente infatti di distinguere un datore di lavoro in senso giuslavoristico da uno o più datori di lavoro in senso prevenzionale. È evidente che – continua l’esponente dell’UGL – la responsabilità del soggetto preposto alla direzione dell’unità produttiva è condizionata alla congruità dei suoi poteri decisionali e di spesa rispetto alle concrete esigenze prevenzionali. Non è necessaria la delega per affermare la responsabilità esclusiva del manager. Egli pertanto sarà qualificabile come datore di lavoro ai fini della sicurezza solo se gli saranno attribuiti poteri e disponibilità finanziarie adeguate ad effettuare gli adempimenti prescritti dalla legge e solo entro quei limiti, mentre per tutti gli altri adempimenti per i quali non dispone dei mezzi e dei poteri per realizzarli, le eventuali violazioni non saranno a lui ascrivibili. Nella fattispecie il direttore dello stabilimento disponeva del potere di spesa e dell’autonomia necessaria per prevenire l’infortunio. La sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire dai cantieri, deve essere una priorità per tutti in termini di prevenzione e controllo sia sotto il profilo della sensibilizzazione dei lavoratori e degli imprenditori circa i temi della sicurezza. Vanno avviate – conclude il sindacalista – delle campagne informative sulla sicurezza e sulle malattie professionali nelle scuole, oltre che per l’UGL è necessario ridurre le stazioni appaltanti in modo da contrastare al meglio l’illegalità e il sommerso”.

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