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Un intollerabile privilegio

La stima che la gente nutre nei confronti della classe politica è oggi a livelli infimi. Questo evidente scollamento tra politici e popolo è legato al fatto che la classe politica è considerata una vera e propria casta di privilegiati, ed a buon ragione, aggiungiamo noi. Perché? È ormai presente in libreria un’ampia e documentata letteratura sull’argomento e basta citare il best-seller “La casta” di Stella e Rizzo per chi volesse documentarsi. Tra i molteplici peccati che vengono attribuiti ai politici senza distinzione di area, ci sono i tanti privilegi di cui si sono fatti gentile dono dal dopoguerra ad oggi e tra questi ne citiamo uno particolarmente odioso, oggi, epoca in cui i giovani sono consapevoli che una pensione non sanno neanche se la vedranno. Ebbene, i consiglieri regionali, dopo una semplice legislatura, accantonano il diritto ad un vitalizio che si va tranquillamente a sommare alla normale pensione di cui godranno alla pari degli altri. Per 5 anni di lavoro, senza alcuna giustificazione logica e morale, si sono attribuititi il diritto alla doppia pensione, mentre si richiede ai normali cittadini, in nome dei pur giusti sacrifici che la situazione economica del paese impone, di procrastinare sempre più nel tempo il giorno del ritiro dal lavoro e con pensioni che vanno sempre più riducendosi. Va da sé che i politici legislatori si sono autoesclusi da questi sacrifici; non sono mica fessi, come si dice. Eppure qualcuno una mano sulla coscienza comincia a mettersela e così in Emilia Romagna questo privilegio è stato cancellato, meritandosi il giusto riconoscimento popolare. E quella non è certo la regione messa peggio. Ci chiediamo ora da cittadini della Basilicata, regione che vive la ferita della disoccupazione giovanile al 30% e che costringe i nostri ragazzi ad una nuova ondata di emigrazione di massa, perché questa classe politica incapace di fare fronte a questa piaga, non comincia a rinunciare a qualche privilegio tipo il vitalizio? Perché la politica, alla pari di un manager industriale che ammette le inadeguatezze a far fronte alla crisi della sua azienda, non riduce di conseguenza i propri emolumenti? Non è più giusto che i 5 anni di consiglio regionale costituiscano semplicemente un periodo contributivo da collegare alle altre attività lavorative come avviene per tutti i comuni mortali?

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