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Una nuova stagione per i rifiuti!

I rifiuti rappresentano oggi e, gli ultimi accadimenti lo evidenziano, uno dei maggiori fattori di impatto delle attività antropiche sul territorio. Il consumismo è imperante , la legge del marketing richiede sempre più l’utilizzo di vari imballaggi per i diversi prodotti, dunque il rifiuto è destinato ad aumentare. Il problema della sua gestione è di rilevanza nazionale e direttamente sotto gli occhi dei cittadini che chiedono ,a gran voce, la tutela della propria salute e la salvaguardia dell’ambiente in cui vivono, esortando di conseguenza le istituzioni e gli organismi preposti ad attivare un sistema integrato dell’intero ciclo degno di una società moderna e capace di rispondere efficacemente alle aspettative di tutela della comunità, pur senza perdere di vista l’economicità dello stesso. La gestione finora messa in campo può definirsi, senza timore di smentita, di esclusivo assolvimento delle emergenze e criticità sollevate dai territori senza avere un quadro chiaro di cosa necessita alla comunità regionale e, soprattutto chi debba attuarlo e gestirlo.

Il Decreto Leg.vo n.22 del 5/2/’97, meglio conosciuto come Decreto Ronchi, che rivoluzionava di fatto la gestione dei rifiuti puntando principalmente sulla raccolta differenziata, se pur ancora incarna la disciplina di riferimento, risulta disatteso oltre ogni aspettativa e pensiero.

Non a caso il nostro territorio appare disseminato ovunque di discariche ormai colme, nonostante ampliamenti autorizzati di volta in volta, divenute reali sversatoi di rifiuti di ogni genere.

Registriamo da anni una Provincia in affanno in materia ed una Regione che non aiuta il processo, pur dovendolo fare, nell’aggiornamento di un “ Piano dei rifiuti” che preveda scelte impiantistiche innovative e risolutive garantendo l’interruzione di una gestione altamente “disattenta” e non più rispondente alla L. Reg.le n.6 /2001 (Piano dei Rifiuti) .

Se saremo chiamati a contribuire, non ci sottrarremo al nostro compito nell’indicare vie praticabili e praticate che conducono ad una efficiente gestione del problema non dimenticando l’importanza dell’implementazione di politiche efficienti ai fini della tutela ambientale e, di un “Piano” che è proteso all’incenerimento portando con sé tutti i problemi che negli ultimi giorni hanno dimostrato la loro debolezza e pericolosità.

La necessità di adottare “nuove prassi” che rendono il ricorso all’incenerimento marginale oltre alla maggiore spinta sulla raccolta differenziata per raggiungere l’obiettivo del 65% entro il 2013 ( D. Leg.vo n. 152/2006) è stata già proposta dall’intergruppo di consultazione , di cui faccio parte, nel documento consegnato al Governo Regionale , come necessità accanto alle modifiche al su citato piano.

Si potrebbe , per esempio , cominciare a prendere in considerazione, la proposta che ho avuto modo, anche se in maniera riduttiva, di presentare qualche giorno fa (presente l’ass. Mancusi) : l’utilizzo di “Impianti di inertizzazione e vetrificazione dei rifiuti”.

In quest’ottica, partendo da un diverso approccio nella gestione dell’intero ciclo del rifiuto urbano, che prevede una differenziazione dello stesso in frazioni ad alto valore specifico, trova utile applicazione un sistema che vada a trattare in tutta sicurezza, la “frazione” non ulteriormente valorizzabile. Questa frazione normalmente andrebbe in discarica oppure termodistrutta, in ogni caso producendo un impatto sull’ambiente e, di conseguenza, certamente sulla salute dell’uomo.

Questo sistema prevede l’INERTIZZAZIONE per VETRIFICAZIONE del rifiuto o della sua frazione non ulteriormente valorizzabile: il sistema prevede l’immissione di tale frazione in un

“convertitore” che elettricamente fornisce l’energia necessaria per trasformare un residuo potenzialmente pericoloso, in un materiale riutilizzabile nel settore delle costruzioni.

In giro per il mondo ormai si trovano, con buona consuetidine, numerosi impianti che producono vetrificati partendo dal rifiuto, o dalla sua frazione non differenziabile: a CENON (Francia, vicino Bordeaux) si ottiene un buon inerte da inserire negli asfalti stradali, negli USA ed in Giappone (Shimonoseki, Imizu, etc.) altri esempi.

In Regione Basilicata, in occasione dell’entrata in funzione degli impianti di vagliatura, che si stanno costruendo, il problema del residuo da trattare: un impianto a valle di inertizzazione mediante tecnologie al plasma, risolverebbe in forma definitiva la questione.

Il mancato ricorso alla discarica, la possibilità di utilizzare il vetrificato rende la tecnologia proposta la più semplice, pulita ed economica: tale tecnologia non presenta emissioni, né scorie, né fumi. Non introduce forme di inquinamento “indotto”, come il trasporto su gomma dei materiali da discarica o per approvvigionarsi di materiali da trattare. Se non si è vicini all’opzione “Rifiuti zero” si è molto vicini a questo e dove, se praticata, non si fa ricorso a discariche.

Naturalmente, in un ragionamento del genere non bisogna mai dimenticare anche il costo del ciclo dei rifiuti che grava sul cittadino attraverso la tariffa ,come non bisogna dimenticare che anche la Regione sopporta costi altissimi per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri ( € 40/kg attualmente, contro il 25-30% che si avrebbero con la formula descritta). Questa opzione avrebbe effetti benefici sul costo che come sappiamo sopporta un peso pari (attualmente) a € 170 a tonnellata per conferimento in discarica.

E’ soltanto una delle proposte possibili ma sufficienti a dare il sentore di quanto, se si vuole, si possa risparmiare e, soprattutto di come bisogna cambiare approccio nei confronti del rifiuto e considerarlo non più un problema ma una risorsa da sfruttare tecnologicamente ed economicamente.

Proporrò nei prossimi giorni proposte operative all’Assessore all’Ambiente e richiederò di accelerare la modifica del Piano dei Rifiuti dove l’incenerimento e ciò che comporta possa essere veramente l’ultima analisi possibile.

Francesco Mollica – Capogruppo MPA alla Regione

 

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