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Vertenza Giuzio, il ‘monito’ della Cgil Cisl Uil alla Regione Basilicata

“Sulla vertenza Giuzio è stato oltrepassato il limite della umana sopportazione. L’episodio di questa mattina è la spia di un disagio dilagante che solo una politica miope rinchiusa dentro il palazzo può non vedere. Bisogna aspettare che si consumi una tragedia per vedere risolta una vertenza che si trascina da anni nella più totale indifferenza della politica?”. È quanto sostengono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Basilicata, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli, che sollecitano la convocazione di un tavolo urgente con il presidente della giunta regionale Bardi e l’assessore Cupparo.

 

“Le rassicurazioni e le generiche dichiarazioni di impegno – continuano i tre leader sindacali – ora non bastano più: è stato superato il limite oltre il quale trovare una soluzione definitiva diventa un imperativo. Abbiamo in più occasioni rappresentato alle istituzioni il senso di disperazione che pervade i dipendenti della Giuzio e le peripezie che hanno dovuto affrontare in oltre vent’anni di travagliato lavoro per assicurare servizi fondamentali alle imprese lucane. La risposta è stata una fumosa riforma dei consorzi industriali e, temiamo, la costituzione di un altro carrozzone pubblico. Insomma, altro tempo perso, un altro modo per dilazionare le soluzioni”.

 

“Ora basta. Alla disperazione di chi non riceve il salario da mesi e che da vent’anni e più è costretto a ricorrere al conflitto sociale per vedere riconosciuti i propri diritti non si può più rispondere: vedremo, faremo, ci impegneremo. È tempo che la politica regionale tutta, senza distinzioni di casacca perché ugualmente responsabile di questa situazione, faccia un profondo esame di coscienza per come ha gestito e continua a gestire questa e altre vertenze. Ora sta alla classe dirigente di questa regione scegliere se essere l’innesco di una deflagrazione sociale o se impostare su nuove basi un rapporto collaborativo con le forze sociali per affrontare e risolvere i troppi problemi ancora aperti”, concludono Summa, Gambardella e Tortorelli.

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