CronacaPuglia

Sabrina Misseri sarà scarcerata ad ottobre

Per scadenza dei termini di custodia cautelare Sabrina Misseri tornerà in libertà. La legge, da questo punto di vista, è chiara: la custodia cautelare, al netto di proroghe e sospensioni, secondo l’articolo 303 del codice di procedura penale, non può durare più di 6 anni. E Sabrina ha ormai scontato questa pena; era 15 ottobre del 2010 quando fu arrestata, dopo la confessione (una delle tante) di suo padre Michele, che l’accusò dell’assassinio della cugina Sarah Scazzi, compiuto nell’agosto 2010. Contro Sabrina Misseri non c’è ancora una sentenza definitiva, ed è ormai impossibile che entro il 15 ottobre di quest’anno si possa esprimere la Corte di Cassazione.
Sabrina Misseri, quindi, il prossimo 15 ottobre uscirà dal carcere di Taranto, dove è attualmente rinchiusa assieme a madre Cosima Serrano, anche lei condannata all’ergastolo per lo stesso omicidio. Insomma, l’ultima sentenza, quella della Cassazione, Sabrina potrà ascoltarla ‘a piede libero’. Sino a quel giorno, una volta varcato l’uscio del carcere, potrà tornare a vivere nella sua casa di famiglia, ad Avetrana.
Ciò che mancano, al momento, sono le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Taranto. La sentenza c’è dal 27 luglio 2015, e sostanzialmente conferma il verdetto del primo grado. Ma dal 27 luglio 2015 il giudice relatore Susanna De Felice e il presidente Patrizia Sinisi (di recente nominata presidente della Corte d’Appello di Potenza) sono state impegnate a tal punto da rendere impossibile, sino ad ora, il deposito in Cancelleria delle motivazioni di quella sentenza di condanna. Di conseguenza gli avvocati difensori di Sabrina sono ancora impossibilitati, non conoscendo le motivazioni della sentenza di secondo grado, a presentare il caso alla Corte di Cassazione. Nel frattempo saranno trascorsi completamente i 6 anni di carcere e Sabrina potrà tornare in libertà.
Diversa la questione che concerne Cosima Serrano, la madre di Sabrina. Per lei, infatti, i 6 anni di carcere scadranno il 26 maggio del 2017, dato che il suo arresto avvenne il 26 maggio del 2011.
Per entrambe queste donne, va ricordato, non c’è ancora una sentenza definitiva e anche per loro dovrebbe valere, quindi, la presunzione di non colpevolezza.

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