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Piano casa a Matera

Notiamo toni un po’ enfatici nelle espressioni dell’Assessore comunale all’Urbanistica riportate nel comunicato della segreteria del Sindaco del 29 0ttobre 2010 per  presentare l’Avviso Pubblico, in attuazione delle delibere di GR n. 1612/2010,  finalizzato all’avvio, da parte di imprese, loro consorzi e altri soggetti, delle procedure di candidature dei rispettivi piani di costruzioni, che dovrebbero fronteggiare il bisogno di casa e rispondere alle esigenze delle fasce deboli interessate all’edilizia sociale.
Noi invece riteniamo che oggettivamente quell’Avviso appare, intanto, in contrasto con gli stessi buoni propositi dell’attuale Amministrazione Comunale, che con atti delibativi adottati all’inizio del mandato, espresse il suo orientamento di bloccare le scelte delle 2 precedenti amministrazioni, Buccico e Commissario, su “Matera ’90” e  area Barilla, volendo dare un segnale che il tempo dell’assalto al territorio non si sarebbe riproposto.
Non conveniamo nemmeno sull’assunto che le indicazioni presenti nell’Avviso rispondano effettivamente al bisogno di case per le famiglie e per gli individui che non dispongono di potere di acquisto adeguato per contrarre mutui.

Noi siamo dell’avviso che il cosiddetto piano-casa del governo Berlusconi, recepito con la LR n.25/2009 dalla nostra Regione senza porre in essere i necessari argini per impedire il ricorso alle deroghe in materia di vincoli urbanistici  dei piani regolatori vigenti, oltre a favorire l’ulteriore assalto speculativo al territorio, non giova minimante alle esigenze vere di edilizia sociale per chi la casa non può comprarla.

Il piano casa dissimula invece il vero obiettivo voluto dal Governo, quello di favorire le imprese costruttrici facendosi scudo dell’edilizia sociale, presentata quale opportunità di favorire la ripresa degli investimenti e dell’occupazione (timeo danaos et dona ferentes!).

Gli investimenti possono essere favoriti orientandoli verso azioni di riqualificazione e di recupero di quartieri degradati e di centri storici, volti a soddisfare anche in termini di migliore qualità di politiche urbanistiche la domanda di case economiche e popolari a canoni sostenibili.

Nel caso della Città di Matera poi, come del resto altrove, è a tutti noto che le disponibilità attuale di vani e di abitazioni sono di gran lunga superiori alla domanda di edilizia sociale di case popolari.

Purtroppo, come si diceva, anche la Regione Basilicata, contrariamente a quanto hanno fatte altre Regioni come la vicina Puglia, non ha saputo proporre misure efficaci che in qualche modo riducessero il danno.
Anzi, con la citata   delib, G.R  di Basilicata n.1612/20210 ai comuni interessati viene presentata anche la possibilità di ricorrere  alla modifiche agli strumenti urbanistici riguardanti le zone periurbane, ove ne ravvedano la necessità.
Sappiamo cosa significhi tutto ciò  nel caso di Matera! Saprà il Comune riconoscere la mancanza di tale necessità?
Dall’Amministrazione Comunale ci si sarebbe atteso, prima di emanare l’Avviso, che, coerentemente alle proprie scelte programmatiche, piuttosto si fossero propedeuticamente delimitati gli ambiti di intervento in attuazione del Piano casa, in maniera da porre maggiore attenzione alla tutela del territorio dagli assalti del cemento, ed orientando gli interventi e gli investimenti privati verso la riqualificazione e recupero delle zone urbane degradate della Città, e ponendosi anche in un’ottica di programmazione intercomunale d’intesa con i Centri contermini  per rispondere ai bisogni abitativi delle fasce deboli.
Erano questi, peraltro, gli obiettivi che con le nostre ed altrui associazioni ci eravamo posti proponendo la costituzione dell’Osservatorio casa, che l’Assessore non ha ritenuto di convocare, magari prima dell’emanazione dell’Avviso, nonostante continue nostre richieste, anche indirizzate al Sindaco, per procedere, tra l’altro, all’esame dei dati circa la domanda e l’offerta effettiva di abitazione a Matera e per procedere all’approvazione del regolamento operativo dello stesso Osservatorio.
Dai dati sarebbe sicuramente confermato quanto più volte segnalato: a Matera città vi sono oltre 1000 famiglie disagiate che non riescono ad avere l’assegnazione di un alloggio popolare. L’ultima graduatoria definitiva pubblicata, risale al lontano 2007 la cui efficacia dovrebbe scadere nel 2011 – L’ ATER, a tutt’oggi non ha completato alcun alloggio sia in località La Martella sia in Via Gravina contrada l’ARCO.    Per non parlare dei numerosi studenti universitari che non riescono a trovare una sistemazione alloggiativa se non a mercato nero e con prezzi esosi.
Si ha l’impressione che oggi ai diversi livelli quando si parla di piano casa e di edilizia sociale, più che pensare  alle esigenze delle fasce deboli della popolazione, interessate alla politica per l’edilizia (per noi è questa la vera edilizia sociale!), si hanno in mente precipuamente quelle di una classe di ceto medio-alto, capace comunque di contrarre mutui per la costruzione di case più o meno costose.
Facciamo appello alle forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale affinchè si tengano presenti nelle loro scelte le preoccupazioni espresse nella presente nota nell’intento di favorire un diverso approccio alla questione casa a Matera.
p. Fed. Prov. Sunia – Matera  F. Casertano
p. “Diritti di Cittadinanza”-Matera  A. Bianchi
p.Appc- Matera   V. Appio

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