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Celebrata la commemorazione dei defunti a Tricarico

 

Ieri 2 novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, anche il cimitero di Tricarico è stato meta di persone che hanno portato fiori, piante e lumini ai propri cari estinti. Il mesto pellegrinaggio, cominciato già mercoledì scorso con l’arrivo delle famiglie e degli studenti universitari che vivono fuori Tricarico, è proseguito più intenso ieri mattina, quando si è svolta la tradizionale processione dalla piazza principale del paese al cimitero, dove il Vescovo della Diocesi di Tricarico, monsignor Vincenzo Orofino, ha presieduto la solenne concelebrazione religiosa, insieme ai parroci delle parrocchie tricaricesi. Durante l’omelia, il Vescovo ha ricordato ai fedeli, con San Paolo, che, in quanto figli, siamo anche eredi di Dio, perché con il Battesimo siamo resi partecipi della vita di Dio. Questo, ha continuato monsignor Orofino, “vuol dire che l’apice della nostra esistenza è Dio e, quindi, il Paradiso, non la tomba, non la terra. La terra non è la nostra patria, la nostra patria è il cielo; la terra è, invece, il luogo del nostro pellegrinaggio verso la meta che è Dio”. Perciò, ha proseguito, il tempo della vita terrena è un cammino continuo verso l’incontro definitivo con Dio ma è un cammino segnato dall’amore, guidato dall’amore, è un cammino caratterizzato dall’amore, perché a Dio che ci ama si può rispondere solo con l’amore e saremo giudicati sull’amore. Però l’esperienza di ogni giorno, ha spiegato il Vescovo, “ci dice anche che siamo fragili, siamo deboli, cadiamo, non riusciamo sempre a vivere nell’amore, non riusciamo a dire sempre sì a Dio che ci ama, non riusciamo a vivere sempre da figli, non riusciamo a vivere sempre come eredi dell’amore di Dio, eredi di Dio; vale a dire, non riusciamo sempre a vivere da cristiani, da creature nuove. Quindi, è come se fossimo un po’ limitati dalla nostra condizione creaturale, fossimo come condizionati da questa nostra fragilità umana”. Però monsignor Orofino ha assicurato che anche in questo Dio viene in nostro aiuto, poiché ha vinto la fragilità umana e il peccato dell’uomo, che portano a non rispondere bene a Dio, ad allontanarlo da Dio e ad agire a prescindere da Dio, offrendo il figlio Gesù, che muore in croce e poi risorge. Infine, ha concluso dicendo che “se noi viviamo oggi nell’amore, Dio che è amore accoglierà noi nel suo amore, nel suo regno di luce infinita e in questa condizione vivono i nostri fratelli. La preghiera di oggi, la preghiera della santa messa, vuole essere proprio questo atto di carità verso i nostri fratelli, un vero atto di amore, un vero atto di carità, una carità che inizia sulla terra e che si conclude in cielo”.

Vito Sacco

 

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