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A Torino protagonista la Basilicata e i suoi luoghi

Nella prestigiosa “Sala Viglione” del Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale della Città di Torino, si è tenuta la presentazione del progetto di valorizzazione culturale dei luoghi  lucani che hanno dato ispirazione al pensiero di due grandi personaggi dello scenario nazionale ed europeo: Carlo Levi e Ferdinando Petruccelli della Gattina. Il Presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, lucano, che ha partecipato all’iniziativa e ha apprezzato il video promozionale prodotto per l’occasione, ha esaltato la città di Torino quale luogo in cui i due personaggi, per cause diverse – eppure entrambi “esiliati “ – trassero ispirazioni per obiettivi comuni legati al riscatto socio-culturale dell’uomo e dell’Italia, seppur in contesti storici e culturali diversi. Entrambi lasciano all’umanità intera un patrimonio letterario , legando per sempre Basilicata e Piemonte.
Patrizia Minardi, dirigente dell’Ufficio “Sistemi culturali e turistici” della Regione Basilicata, esprimendo soddisfazione per la valenza regionale del progetto di valorizzazione dei luoghi e dei personaggi lucani, ha ribadito che: “Il messaggio culturale ed umano che Carlo Levi e Ferdinando Petruccelli della Gattina ci lasciano, vivo e contemporaneo,  è quello di persistere nel coraggio delle idee giuste per l’uomo che contribuiscono allo sviluppo culturale e sociale, sostenendo azioni positive a tutela della dignità umana”.
I comuni, rappresentati dai primi cittadini e dagli assessori alla cultura, insieme alla Associazione culturale “Ferdinando Petruccelli della Gattina”, al Parco Letterario “Carlo Levi” hanno esposto la strategia di valorizzazione dei prossimi mesi che andrà concretizzandosi con una serie di azioni tese a cogliere la spinta culturale verso Matera 2019. In particolare, le azioni si esplicheranno su tutto il territorio lucano, nazionale ed europeo, stimolando la costruzione di una rappresentazione del territorio lucano, già aperto e dialogante sin dai primi anni dell’800, quando Petruccelli della Gattina, riusci a farsi apprezzare come “giornalista e inviato” europeo a Parigi,  non senza pagare la condizione di “esiliato” volontario a Parigi  e Carlo Levi, sollevò, dalla sua condizione da esiliato, da parte del fascismo, ad Aliano, la condizione di miseria in cui versavano i contadini lucani in una terra “abbandonata dalla storia e dal tempo” ma pur sempre capace di resistere attraverso la dignità umana, profondissima ed incancellabile. Il progetto vuole restituire ai giovani lucani e studiosi, elementi distintivi della “lucanità” come valore costruttivo di una società radicata sui valori umani da cui si parte nei momenti di rottura e di crisi economica e sociale del cui processo, Carlo Levi e Petruccelli della Gattina, sono autentici interpreti.
Don Pierino Dilenge, presidente del Circolo culturale “Nicola Panevino”, vicepresidente del Parco Letterario “Carlo Levi”, sostenitore e promotore del Premio Letterario internazionale “Carlo Levi”, arrivato alla ventesima edizione,   ha sottolineato la valenza culturale, sociale ed educativa di una iniziativa che porta i giovani lucani,  alla lettura costante dei testi leviani quale chiave di interpretazione di un messaggio di riscatto, di apertura e di stimolo ad una dimensione di “protagonismo autopropulsivo” per il futuro della Basilicata.
Edoardo Defina, rappresentante della Associazione culturale “Ferdinando Petuccelli della Gattina”, ha messo in rilievo il grande lavoro di coesione sociale con il territorio al fine di valorizzare il pensiero e la figura europea di Petruccelli della Gattina. Virtuosa e appassionata la relazione culturale e progettuale tra i due Comuni di Aliano e Moliterno, hanno sottolineato i sindaci Luigi De Lorenzo e Giuseppe Tancredi, al fine di valorizzare, in chiave contemporanea e di progettualità futura, le due figure, entrambe “esiliate” per aver promosso una cultura vera, che parte dal territorio, fonte di ispirazione per lo sviluppo delle società, e protesa per la libertà dei popoli europei, le cui conquiste furono e sono oggi “scritte” nelle nostre Costituzioni e nei nostri comportamenti in difesa dei diritti di libertà ed espressione .

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