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Festa della Bruna, il saluto di Mons. Caiazzo alle istituzioni civili e emilitari

Carissimi,

permettetedi salutarvi cristianamente e con le parole di S. Paolo, l’Apostolo delle genti:“Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (2 Cor 1,2).

 E’ motivo di grande gioia incontrarvi e condividere con voi questo momento in preparazione al momento conclusivo della festa della Madonna della Bruna.

In questi primi mesi vissuti con voi e tra voi ho avuto modo di visitare l’intero territorio della nostra Arcidiocesi di Matera – Irsina, ascoltare i confratelli sacerdoti, la gente comune, confrontarmi con alcuni di voi.

Nelle ultime settimane sono stati eletti nuovi Sindaci, di conseguenza nuove amministrazioni comunali. Per tutti voi ho pregato e continuo a pregare. Nella supplica che ho scritto, rivolta alla nostra Madonna, vi ho affidati a lei con queste parole: O Madonna della Bruna, prega per noi, figli tuoi:le istituzioni civili e militari,ci aiutino a crescere nella ricerca del bene comune.

 

Come Chiesa locale ci stiamo preparando al convegno diocesano di settembre che pone al centro della riflessione e di scelte condivise “il bene comune”. La Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo, educare alla vita buona del Vangelo e promuovere il bene comune collaborando con le istituzioni civili.

Mi rendo conto benissimo di quanto sia difficile, per noi e per voi, a causa di tutta una serie di problematiche che si intrecciano, operare in tal senso.

La Chiesa da sempre apprezza l’azione di quanti si applicano al bene della cosa pubblica,portando il peso delle relative responsabilità. Nella Gaudium et spes del Concilio Vaticano II il bene comune viene definito come“l’insieme di quelle condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani, nelle famiglie e nelle associazioni, il conseguimento più pieno della loro perfezione”(GS 74). Questo significa educare le nostre comunità a progredire ulteriormente verso un cambiamento di mentalità culturale, religiosa e politica guardando l’altro non come un avversario da combattere ma un’ulteriore possibilità che viene offerta; per un arricchimento reciproco e una crescita che va al di là degli steccati parrocchiali, di colori politici o altro; riscoprire il bene comune e vincere la diffidenza e l’individualismo, dalle nostre parti ancora troppo presente.

Una comunità cresce e diventa adulta se, attraverso i suoi membri, passa dall’ “io” al “noi”: si crea un dinamismo dove ognuno dà e nello stesso tempo riceve.«Che cosa è infatti il cristianesimo? È forse una dottrina che si può ripetere in una scuola di religione? È forse un seguito di leggi morali? È forse un certo complesso di riti? Tutto questo è secondario, viene dopo. Il cristianesimo è un fatto, un avvenimento» (Don Luigi Giussani).

Le cinque vie indicate dal Convegno della Chiesa Italiana di Firenzesono un invito a riscoprire la dignità e la trascendenza della persona: abbattere le cause strutturali della povertà, offrendo a tutti la possibilità dell’istruzione, del lavoro, della sicurezza sanitaria, della casa, un’economia e mercati inclusivi, la cura dei beni collettivi, la riforma dei partiti, dei sindacati e delle istituzioni pubbliche, che alcuni studiosi, tra cui Colin Crouch e Ralf Dahrendorf,  non hanno esitato a definire post-democratiche.

Carissimi, la Chiesa e le istituzioni abbiamo il non facile compito di educare, guidare, sostenerel’uomo, ogni uomo, nelle sue fragilità, attese, speranze. L’amore per la nostra terra, per la nostra gente, sarà sicuramente la molla che ogni giorno ci impegnerà ad essere come la luce, il sale, il lievito, per illuminare, far ritrovare gusto e far lievitare ogni cosa per il bene comune.

Ci aiuti la Madonna della Bruna, credenti e non, affinchè, come dice S. Paolo “Non ci conformiamo alla mentalità di questo secolo, ma ci trasformiamo rinnovando la nostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”(Rm 12,2).

Dio benedica quanto state facendo e quanto farete per il bene del nostro popolo e della nostra terra che lui stesso ci ha consegnato come casa comune da custodire, difendere, aiutare ad essere sempre più bella.

                                                                                                                                                               + Don Pino, Arcivescovo

 

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