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Il castello di Moliterno si mostra di nuovo al pubblico

E’ un pezzo di storia che riemerge dall’oblio, il castello medievale del piccolo centro valligiano, la cui impalcatura giaceva dal 2005 e rimossa agli inizi del mese scorso, finalmente torna a nuova “vita”. Lo splendido sito archeologico che si erge all’ingresso del borgo, a breve potrà essere completamente fruibile e a disposizione della comunità moliternese e della Val d’Agri. Attualmente, grazie ad un finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono in corso di ultimazione alcuni dei lavori di restauro, già oggetto di parziali interventi di consolidamento fra il 1977 ed il 1989, che interessano la facciata orientale, la torre longobarda, la torre angioina e parte della torre normanna. “Tra i momenti di particolare rilievo affrontati nel corso di questi lavori si segnalano – riferisce il Primo cittadino del paese, Giuseppe Tancredi – il restauro del paramento murario delle facciate est e nord ed il ritrovamento delle antiche merlature sulla torre normanna”.”La facciata est, dopo gli interventi eseguiti negli anni passati, presentava – prosegue Tancredi – subito le sue criticità dovute alla presenza di un intonaco esterno in più punti rigonfio e fessurato che, tra l’altro, mal si armonizzava con le caratteristiche del compendio fortificato. Dopo accurate analisi sì è optato per un restauro del paramento murario che privilegiasse la conservazione delle stratificazioni storiche succedutesi nel tempo, con contestuale recupero delle parti più degradate mediante un intervento di stilatura dei conci di pietrame con la tecnica del “raso muro”. Per il Sindaco “particolarmente difficoltosa si è dimostrata questa fase del restauro in quanto le numerose malte utilizzate in cantiere, dopo la loro applicazione, mutavano sensibilmente il loro aspetto cromatico, rivelandosi non più idonee all’uso”. Ma “ il problema – ha aggiunto – è stato poi brillantemente risolto con la stesura di teli umidi che ne rallentavano la rapida asciugatura delle malte, dovuta, si è poi capito, alla non favorevole esposizione della facciata”. Inoltre, particolarmente efficace si è poi rilevata la preliminare attività di saggi sulle murature allorquando, operando sulla parte sommitale della torre normanna, parzialmente crollata alcuni anni fa, sono venute alla luce le antiche merlature che hanno definitivamente dimostrato e comprovato l’originario impianto architettonico del Castello come già riprodotto nelle stampe del Pacichelli dell’anno e di cui si nutrivano dubbi sulla sua autenticità. Secondo lo storiografo Giacomo Racioppi, il castello è stato costruito nel XIIesimo secolo, al contrario delle affermazioni della maggior parte degli studiosi, che lo ritengono avvenuta tra l’VIII° e il IX° sec., in epoca longobarda. Prova di quest’ultima tesi è la torre longobarda, primo nucleo del castello. Successivamente i Normanni, la cui presenza è testimoniata dalla torre quadrata, costruirono il resto del castello, edificandolo intorno alla torre longobarda. Altri interventi hanno riguardato il consolidamento strutturale di alcune parti del lato nord e la parte sommitale della stessa torre con il rifacimento della pavimentazione, l’impermeabilizzazione del sottofondo ed il montaggio di una ringhiera di protezione analoga a quella della scala metallica di accesso alla copertura della torre. La progettazione e direzione lavori è stata eseguita dall’ingegnere Mario Maragno coadiuvato dai geometri, Antonio Vinciguerra della Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata e Giuseppe Mastrangelo dell’U.T. comunale e Impresa esecutrice dei lavori. “L’occasione dei lavori ha consentito – ha continuato Tancredi – di monitorare lo stato di salute dell’intera struttura fortificata che necessita di ulteriori e più organici interventi di consolidamento e restauro, stante il notevole stato di degrado dell’originario impianto architettonico. Molti muri, infatti, rimangono privi di idonee ammorsature e controventamenti, senza dei quali sono destinati sicuramente a crolli disastrosi, con grave perdita degli elementi distintivi dell’impianto originario e delle sue trasformazioni. Lo confermano anche i risultati delle indagini geognostiche, diagnostiche, sismiche e delle verifiche statiche eseguite su tutta la struttura tra il 2002 ed il 2004”. “Sicuramente – ha concluso il Primo cittadino – tante ed interessanti si preannunciano le sorprese che l’antico Castello ancora ci riserva e per la cui valorizzazione e fruizione questa amministrazione sta operando tutti i tentativi possibili per ottenere un congruo e definitivo finanziamento. Un grazie particolare va alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici ed alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per la grande e qualificata collaborazione fornita”.

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