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Corte di Cassazione annulla la sentenza d’appello sulle dispersioni di carbone dalla centrale termoelettrica Enel di Cerano a Brindisi

E’ stata annullata dalla Corte di Cassazione la sentenza d’appello sulle dispersioni di carbone dalla centrale termoelettrica Enel di Cerano, a Brindisi, con rinvio ad altra corte per valutare i ricorsi degli imputati e della Provincia; l’ente provinciale, inoltre, pretende sia un risarcimento per danno di immagine e alla salute, sia per danno ambientale. 
La Procura generale, nel corso dell’udienza di giovedì 1 ottobre, aveva chiesto l’inammissibilità di tutti i ricorsi. In appello il processo si era concluso con la conferma delle due condanne inflitte in primo grado ai manager Enel e con l’estensione dei risarcimenti dovuti dall’azienda, quale responsabile civile, anche ad altri agricoltori proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore della centrale Federico II. Per Antonino Ascione e Calogero Sanfilippo era stata confermata una pena di nove mesi di reclusione, a entrambi era stata concessa la sospensione condizionale. Per altri due, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, i reati si erano già prescritti quindi c’era stata sentenza di non doversi procedere. Quindici in tutto gli imputati, 11 erano stati assolti in primo grado con la formula “il fatto non sussiste”. Due i reati contestati: getto pericoloso di cose e danneggiamento aggravato.

 

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