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A forte rischio la sicurezza dell’assistenza medica nel Salento

Nel Salento è a forte rischio la sicurezza dell’assistenza medica. L’allerta proviene da una relazione firmata congiuntamente dal direttore generale dell’Asl Valdo Mellone, del direttore sanitario Ottavio Narracci, del direttore amministrativo Antonio Vigna, inviata a tutte le figure interessate, compreso l’assessore regionale alla Salute Donato Pentassuglia e al direttore dell’Ares. Una denuncia, più che altro, in cui vengono evidenziate le criticità della rete 118 alle quali l’azienda sanitaria ha già pronta la ricetta: tutti i medici del 118 a bordo delle ambulanze. I rischi, secondo l’azienda sanitaria salentina, sono legati al ripetersi della demedicalizzazione delle ambulanze; il che significa che, specie nel weekend e nei festivi, non tutti i turni sono coperti dai medici, e la maggior parte delle ambulanze viaggia con a bordo solo l’infermiere.
”Questa direzione – si legge in una nota della Asl – ha dovuto registrare negli ultimi tempi molte disfunzioni nel sistema di emergenza-urgenza 118 di questa azienda sanitaria che, se non prontamente corrette, rischiano di mettere a repentaglio la sicurezza assistenziale nel territorio”. E l’Asl ha individuato 3 gravi criticità, individuando altrettante misure correttive per contenere il fenomeno della demedicalizzazione.
In prima battuta la Asl punta il dito sull’assenza di medici sulle ambulanze. “Domenica 22 luglio, nel turno pomeridiano la scopertura era del 50%”, affermano. E ciò porta al secondo punto, ovvero al problema per il trasporto dei pazienti colpiti da infarto grave: l’assistenza ospedaliera, infatti, è modulata secondo il principio delle reti cliniche integrate (il cosiddetto modello ‘Hub & Spoke’, letteralmente mozzo e raggi) che prevede la concentrazione della casistica più complessa, o che necessita di un intervento più specialistico in un numero limitato di centri (Hub). L’attività degli HUB è fortemente integrata, attraverso connessioni funzionali, con quella dei centri ospedalieri periferici (Spoke). La Asl ammette la dotazione insufficiente nell’organico, ma attacca i sindacati di categoria perché gli accordi siglati per permettere ai medici del 118 di espletare i turni in Pronto soccorso avrebbero dovuto tenere conto delle esigenze della rete stessa 118, in primis, con il coordinamento della centrale operativa.
Per non saper né leggere né scrivere, poi, la Asl ha rafforzato la rete con 8 medici, che entreranno a regime entro il 20 agosto, per garantire la copertura di tutti i turni, senza zone ‘libere’. Ma soprattutto i medici del 118 potranno prestare servizio nel Pronto soccorso solo se le postazioni delle ambulanze saranno coperte.

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