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Ieri, oggi e domani dell’arte di Antonio Giovanni Mellone

Le radici a volte riaffiorano, anche nell’arte: Antonio Giovanni Mellone, nonostante una vita trascorsa tra Milano, Roma e Parma per la sua professione di giornalista, ogni tanto si ispira alla terra dove è nato, la Puglia, come nell’acrilico “La spigolatrice d’olive”. Attualmente, dopo anni di lontananza, l’artista ha deciso di esporre questo e altri quadri nella regione, prima a Lecce, da giugno a fine agosto, alla Galleria La Chimera (www.lachimeralecce.it) nella collettiva “Art Summer”, e poi a Barletta, dal 13 al 27 settembre p.v., per la mostra a quattro “Vento e sole con le stelle”, presso la Galleria Zero-uno (www.zero-uno.org) in via Indipendenza 27, collegata alla Fondazione Giuseppe De Nittis.

Ma la produzione più recente di Mellone, tra cui l’acrilico sui toni del blu “Il rossetto” e la sgargiante e significativa tela “L’età dell’acquario”, sarà ospitata, ancora una volta, sullo Yacht SD 112-57 dei Cantieri Navali Sanlorenzo S.p.a. (www.sanlorenzoyacht.com), in procinto di salpare per attraccare nei porti di Cannes, Montecarlo e Genova, in cui si svolgeranno, dal 12 al 30 settembre, i principali Saloni Nautici di imbarcazioni di lusso.

La preferenza data all’autore e l’allestimento dei suoi quadri sullo yacht di 34 metri “The Quiero rispecchiano la filosofia aziendale del patron di Sanlorenzo Massimo Perotti, per il quale “una barca può fare cultura”. Ma il ripetersi della personale “sull’acqua” di Mellone si deve soprattutto alla sensibilità dell’interior designer Sergio Buttiglieri che, appassionato di design, architettura e pittura, coniuga sulle “ville galleggianti” due mondi diversi, la nautica e l’arte. Per sua scelta, a bordo, tra arredi soft, lineari e quasi monocromatici, spiccano, per contrasto, queste tele coloratissime che Buttiglieri ha voluto inserire anche nella brochure dei Cantieri dedicata al The Quiero.

Invece, per la mostra di Barletta, il direttore artistico del Centro Culturale Zero-uno e critico della Fondazione De Nittis, Anna Soricaro, ha scelto opere “femminee” del giornalista/pittore, come la “Dama Rossa” e “Il fuoco della vestale”, con un commento: «In Mellone si apprezzano la ricerca e quella specie di verve che si legge in tutta la sua produzione figurativa ed è in grado di zittire. Nell’artista ho trovato originalità e raffinatezza, ricerca e grandezza insieme. La sua arte è matura e gode della grandezza maestra di un uomo che sa bene come muoversi tra i colori, le spatole o i pennelli. Opere come ‘Dov’è Romeo’ oppure ‘Il confidente’ godono della semplicità grafica e della ricercatezza del dettaglio. Non è semplice esaminare le opere di Mellone perché sono un intrigo di dettagli e di ricerca: la sua arte sa fare la differenza, oggi».

La pittura di Mellone ha un passato post-impressionista, con tecniche ad olio, disegni, chine e gouache, tra la mitologia  e i colori di Provenza, sua seconda patria ideale. Da tempo adotta un linguaggio neo-espressionista, che privilegia il colore, con un segno più “stenografico”, affidandosi alla versatilità dell’acrilico che usa quasi allo stato puro, ma pratica anche tecniche miste, disegno e gouache. Predilige il mondo femminile di cui scruta e interpreta le problematiche. I suoi studi sul templarismo, tradotti spesso sulla tela, gli hanno valso, al Castello Malaspina di Massa, l’investitura a Cavaliere, capitano del Sacro Ordine dei Templari di Roma.

Tra gli ultimi giudizi sull’autore, quello di Artitalia, catalogo 2017, a cura di Philippe Daverio: «Le narrazioni di Mellone prendono spunto da un’idea, del tutto assimilabile ad un archetipo lontano nel tempo ma vicino al comune sentire. Segni grafici, solchi primitivi, suggestioni cromatiche ed intuizioni geometriche animano ogni tela, offrendo allo spettatore profondi spunti di riflessione. L’espressività di Mellone incanta e convince perché l’artista sa esprimersi attraverso un linguaggio intenso, ricco di colore e poetiche metafore».

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