BasilicataBasilicataCulturaEccellenze Agroalimentari d'ItaliaItinerari ed AgroalimentareMicroPostTurismo

Itinerari e Agroalimentare di Basilicata, prosegue nei comuni lucani il programma e le tappe dell’ associazione Basilicata Today

Regione “cuore” dell’Italia meridionale, la Basilicata è un luogo magico ed ermetico, che con i suoi contrasti così evidenti nella natura del territorio dà un’immagine di sé che la rende unica. Dotata di una sua suggestiva bellezza e di un suo speciale e segreto fascino, possiede località montuose e marine incantevoli. Alle aspre montagne (quali le Dolomiti Lucane), contornate da piccoli paesi simili a presepi e che offrono al turista tranquillità, aria pulita e natura viva, si affiancano le coste ioniche e quelle tirreniche, dai paesaggi profondamente diversi, con spiagge bianche e incontaminate le prime e rocce a picco sul mare le seconde, ma ugualmente affascinanti. La Basilicata è una regione da scoprire pian piano, immergendosi nella storia antica narrata dalle colonie greche del Metapontino, dai Sassi di Matera, dai Castelli di Federico II di Svezia, da Venosa, città di Orazio, o assaporando gli stupendi paesaggi e godendo della natura incontaminata del Parco Archeologico delle Murge e delle Chiese Rupestri del Materano, del Parco Nazionale del Pollino, del Parco regionale di Gallipoli Cognato. Il turista potrà, inoltre, ripercorrere la cultura del luogo grazie ai vari parchi letterari, alle tante rappresentazioni storico-teatrali e alle tradizionali manifestazioni folcloristiche e religiose, che gli permetteranno di immergersi in una realtà magica, ripercorrendo il fascino di una storia millenaria. Prosegue nel mese di agosto nei comuni lucani, il programma della mostra evento Basilicata, viaggio nelle eccellenze culturali ed enogastronomiche 2023”, ideato e programmato dall’Associazione Basilicata Today, in collaborazione con le amministrazioni comunali di Irsina,  San Severino Lucano, Tursi, Pisticci, Brindisi di Montagna, Montalbano Jonico e Tricarico. Itinerari turistici, culturali, ambientali ed enogastronomici, sono alcuni tra gli eventi principali della nuova edizione che promuove territorio e suggestivi itinerari dell’incantevole Basilicata a 360° in Italia e nel mondo. Tra i principali eventi in programma,  Itinerari ed Agroalimentare di Basilicata, Arte, Cultura e Food, Castelli ed Eccellenze Agroalimentari di Basilicata, in collaborazione con Enti e aziende del settore turistico ed agroalimentare. Media partner: www.oltrefreepress.com , web magazine Itinerari e Agroalimentare d’Italia ed Eccellenze Agroalimentari d’Italia, con foto e video consultabili su facebook e instagram. 

Festa patronale: Festa della Bruna: Patrona della città di Matera si celebra nella giornata del 2 Luglio  –  S. Eustachio 20 settembre

Matera . I Sassi
Pane di Matera

Matera, la Città dei Sassi e Capitale Europea della Cultura 2019, uno dei simboli del Belpaese,  più suggestivi e conosciuti nel mondo.  Un  autentico museo a  cielo  aperto, città bellissima, pittoresca  e impressionante, descrive Carlo Levi, nel suo libro Cristo si è fermato a Eboli. Sorge nella sezione lucana della Murgia, a circa quattrocento metri sul livello del mare,  sede di un antichissimo insediamento urbano chiamato “Sassi”, costituto essenzialmente da caratteristiche grotte scavate nel tufo, dove convivevano persone e cose. Nel 1993 i Sassi sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco e costituiscono il richiamo più importante per turisti e visitatori. Oggi, la città  produce e diffonde anche cultura grazie ai numerosi musei, pinacoteche, attrazioni varie, mostre artistiche nei Sassi, le innumerevoli testimonianze storiche dai villaggi trincerati alle chiese rupestri che meglio raccontano l’esaltante e costante evoluzione umana. In epoca medioevale anche Matera fu governata da importanti feudatari, tra cui il Conte Carlo Tramontano che instaurò un regime di odio e rancori tra famiglie. Nelle epoche seguenti, notevole è stato il contributo offerto dai materani alla causa per la democrazia e libertà, tra cui l’insurrezione popolare contro i nazisti, per cui ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della medaglia al valore. I tantissimi visitatori e turisti in visita alla città e provenienti da tutto il mondo, hanno la possibilità di poter vivere una esperienza unica visitando o anche soggiornando nelle grotte, cioè negli stessi luoghi dove un tempo uomini ed animali, bambini e anziani, conducevano una esistenza fatta di sacrifici e di faticoso lavoro. Da circa un ventennio Matera è diventata un set cinematografico nei suoi caratteristici ambienti, in cui sono stati girati numerosi film storici. E’ stata anche definita la “Gerusalemme d’Occidente”, scelta ancora oggi dalle principali case cinematografiche internazionali come location per le proprie produzioni. Da visitare:  Il Sasso Barisano a Sud e il Sasso Caveoso a Nord, divisi da uno sperone roccioso sul quale sorge la Cattedrale di Matera, in stile romanico pugliese. Di elevato interesse storico e religioso sono le chiese di San Francesco d’Assisi, l’ex Monastero di Santa Chiara, attuale sede del Museo Antropologico Domenico Ridola (1911), il Palazzo Lanfranchi, costruito dal 1668 e il 1672 , dove è allestito il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, il Castello Tramontano, di stile aragonese, fatto costruire dal feudatario Carlo Tramontano intorno alla fine del  XV ecolo  ma a causa degli eventi storici, l’imponente costruzione non venne mai portata a termine, facendo del castello una vera e propria incompiuta.  Palazzo del Sedile, sede del Conservatorio di Matera, Palazzo dell’Annunziata, maestoso edificio ubicato nella centrale piazza Vittorio Veneto  ex convento e sede della biblioteca provinciale Tommaso Stigliani, il  Palombaro Lungo, la più grande cisterna idrica della città di Matera, scavata sotto Piazza Vittorio Veneto. Nei dintorni di Matera, scopriamo il Parco della Murgia Materana,in  cui è  possibile visitare  oltre  centotrenta chiese rupestri che risalgono  ad un periodo compreso tra il VI e il XVIII secolo. Prodotti tipici: Tra le tante prelibatezze della gastronomia materana, impossibile non gustare il magnifico e unico pane di Matera, riconosciuto con il marchio I.G.P. (Indicazione  Geografica Protetta). Gustose e inimitabili le focacce di Basilicata che vengono farcite con patate, peperoni, salumi, uva passa, cipolla, funghi e prodotti tipici della gastronomia lucana.Matera DOC, Il più giovane vino Doc lucano, (luglio 2005) porta il nome della Città dei Sassi, ma anche dell’intera provincia che si estende dalla costa jonica, antica Magna Grecia, alla murgia.  Festa patronale: Festa della Bruna: Patrona della città di Matera si celebra nella giornata del 2 Luglio  

IRSINA(MT)

Ubicata sulla sommità di una media collina, sul versante sinistro della Valle del Bradano, al confine tra la Provincia di Potenza e quella di Bari, Irsina è un comune dal grande valore storico e culturale, uno dei più antichi paesi della Basilicata, annoverato tra i borghi più belli d’Italia.  Il suo nome originario in vigore fino al 6 febbraio 1895 era Montepeloso, dal latino MontPilosus “Nel comune lucano è ubicato uno dei più importanti monumenti della Basilicata, rappresentato dalla maestosa cattedrale di Santa Maria Assunta, un vero “museo del sacro”, sia per le caratteristiche architettoniche che per le opere che si trovano all’interno e per la maggior parte di arte rinascimentale. Tra tutte si impone per il suo valore la statua in pietra di Nanto raffigurante Santa Eufemia, attribuita all’artista rinascimentale Andrea Mantegna, donata dal sacerdote irsinese Roberto De Mabilia, rettore della chiesa di San Daniele a Padova, che intrecciò intorno al 1453 rapporti con il giovane Mantegna, che in quel periodo lavorava per la chiesa di Santa Giustina a Mantova e gli commissionò la tela raffigurante Sant’Eufemia, ora a Capodimonte e la scultura dello stesso soggetto per donarle alla sua città natale, riassunta dal1452 a sede arcivescovile. La cospicua donazione, che comprendeva anche altre opere, arrivò ad Irsina intorno al 1454, dopo un lungo viaggio per mare dai lidi veneti sino a Bari. Della donazione, oggi si possono ammirare nella Cattedrale: il reliquiario del braccio di Sant’Eufemia, la scultura raffigurante la Madonna col Bambino attribuibile a Niccolò Pizzolo, collaboratore di Donatello, la scultura di Sant’Eufemia del Mantegna, entrambe in pietra di Nanto, un grande fonte Battesimale, monoblocco in breccia di Verona, un Crocifisso ligneo e la colonnina cosiddetta di Santa Croce, parte evidentemente di un’edicola, che riporta sul pulvino la data dalla donazione e il nome del committente. Facevano altresì parte della donazione un dipinto raffigurante la Dormitio Virginis etre codici miniati. Nel centro storico scopriamo la cripta di San Francesco d’Assisi, al cui interno ci sono dipinti del 1300 dipinti molto particolari realizzati da artisti allievi di Giotto. L’ideazione colta voluta dai committenti, i Del Balzo, rispecchia i temi cari alla pittura del Trecento: dalla raffigurazione del Creatore alla Crocifissione, dall’Ultima Cena alla Presentazione al Tempio. Nella Chiesa sconsacrata dell’Annunziata, si può visitare il museo multimediale che ospita la mostra “I tesori del Bradano” che guida il visitatore alla scoperta della città, con videoproiezioni olografiche e set virtuali.“Accanto alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, è visibile il Palazzo vescovile che ingloba la cappella di San Basilio. Di notevole interesse storico e artistico, il Palazzo Nugent, edificato sul precedente castello medioevale, risalente al XIV-XV secolo. Ricordiamo inoltre il Palazzo D’Amato Cantorio (XVsec.), il seicentesco Palazzo Janora che, come il Palazzo Cantorio, si affaccia su via Roma e fu residenza dello storico irsinese Michele Janora. Da visitare il singolare sistema dei Bottini, uno dei tragitti più suggestivi delle campagne irsinesi, che delinea un “percorso delle fontane” reso possibile da un’antica tecnica di incanalamento delle acque. Il sito è ubicato in contrada Fontana, dove si possono percorrere i cunicoli sotterranei ad altezza d’uomo. In particolare, il bottino di Contrada Fontana si compone di una galleria principale e tre cunicoli, stretti e lunghi, che convergono verso le vasche. Qui l’acqua si deposita per poi sgorgare dalle tredici bocche della settecentesca fontana esterna.” ​I palazzi gentilizi più imponenti, palazzo D’Amato Cantorio e palazzo Janora, sorsero su via Roma, la via che collegava le piazze più significative del borgo, piazza San Francesco e piazza Castello. Su via Sant’Angelo troviamo il palazzo Arsia. I prodotti della cucina irsinese sono piatti che si legano alla tradizione contadina. Sono piatti che cambiano in base alle stagioni e che hanno come ingredienti principali i frutti della terra: grano, uova, vino cotto e verdure. Il pane è utilizzato per la preparazione di piatti semplici: la ciaudedd”, pane raffermo bagnato e condito con olio d’oliva, origano e pomodorini, e “u pen cutt”, pane raffermo cotto e condito con le rape. Ricordiamo“ i mastaccer”, dolcetti che hanno come ingredienti farina, uova, acqua e zucchero, con glassa sulla parte superiore; “i pzzitt” paste dolci di vino cotto di fichi, farina e uova, glassati, insieme a eccellenti produzioni di pasta, vitivinicole e casearie. 

Irsina(Mt) Panoramica
Irsina (Mt) Prodotti da forno

PISTICCI(MT) Festa Patronale: San Rocco (16 agosto)

L’origine del paese si perde nell’età del ferro, circa 2700 anni fa. Di origini enotrie, Pisticci fu colonizzata dal VII sec a. C. da popolazioni elleniche che suddivisero il suo territorio in vari lotti, realizzando poi un “castrum” per l’ampliamento della Chora, termine greco che significa regione. Fu sede di una prestigiosa Scuola Vascolare guidata dal noto ceramografo Pittore di Pisticci (440-430 a.C.) , primo maestro di ceramica a figure rosse ad aver operato in Italia, a cui è stato dedicato un monumento denominato la Panchina della Contemplazione, da ammirare in Via Pittore di Pisticci. A partire dall’anno Mille fu infeudata dai Normanni e poi acquistata da celebri feudatari come gli Spinelli, Sanseverino, Comite, Borgia, De Cardenas, fino alla promulgazione delle leggi napoleoniche. Con i suoi cittadini più illustri, Pisticci svolse un ruolo importante durante i moti liberali del 1820, 1848, 1860. Per l’istituzione della seconda provincia lucana, in epoca fascista, concorse con Matera per il riconoscimento del titolo. E’ stata sempre oggetto di studi e ricerche sociologiche di studiosi e ricercatori come De Martino, Pinna, Di Gianni, Bresson e Davis. Un anfiteatro che guarda al Mar Jonio, fitto di case e colori, vie tortuose, rioni e chiese. Il Rione Dirupo con il suo affascinante panorama di case bianche a schiera e colori è inserito nell’elenco delle 100 meraviglie d’Italia. Da visitare: Nel Rione Dirupo, le “lamie” sono ovviamente la prima cosa che colpisce i visitatori: costruite a pianta rettangolare con una superficie di circa 30 mq, le pareti completamente bianche ed i tetti a cuspide rossi, sono un vera meraviglia. Osservandole dall’alto poi si nota una successione a scalare verso il basso che da quasi la sensazione di star “precipitando” giù per il dirupo. Durante un giro del rione poi si può visitare la chiesetta dell’immacolata Concezione. Nel rione Terravecchia, la Chiesa Madre intitolata ai Santi Pietro e Paolo, del 1542, con altari intagliati in legno di notevole pregio, il campanile preesistente (1250) è di stile romanico-pugliese; L’Abbazia Santuario di S. Maria del Casale, (sec XI-XII), con artistico portale in stile romanico, risalente al 1200; la Chiesa di S. Antonio, ricca di affreschi del ‘600 e ‘700 di influenza partenopea. la Chiesa di S. Rocco progettata dall’architetto Ernesto Lapadula, primo esempio in Italia di stile novecento applicato ad un edificio religioso, il castello di Pisticci(1806) ubicato nel rione Terravecchia,  edificato in epoca normanna, intorno al 1086, per ospitare la sede locale del giustiziarato, la sala udienza, il carcere, gli alloggi per i militari e per i nobili di passaggio.I palazzotti De Franco, Franchi–Salomone e Cascina-Rogges; il Castello di San Basilio, ubicato a pochi chilometri dal paese, costruito intorno al sec. VIII da Ruggero il Normanno e trasformato in masseria fortificata da una comunità di monaci basiliani. Oggi dell’antico maniero rimangono solo alcuni ambienti: la Corte interna, le scuderie, qualche vano, ripostigli ed un Torrione quadrato di avvistamento. Prodotti tipici: u tulicchij, caratteristico pane a forma di ciambella, da degustare fresco o raffermo, Il calzone pa cpodd (cipolla) calzone pu puparul psat ( peperone in polvere), calzone pu l’uvett (uvetta), deliziose produzioni di pasta tipica artigianale, l’rucchele, gnocchetti concavi, l’tagghiariedde, tagliatelle corte e strette, la conserva di fichi della varietà Fico Rosa di Pisticci

Pisticci(Mt) Rione Dirupo
Focaccia con l’uvetta

TURSI(MT) Festa Patronale: San Filippo NeriMadonna di Anglona – 8 Settembre

Tursi (Mt) Quartiere Rabatana
Arancia staccia di Tursi

Ubicata in posizione dominante a 243 m. sul livello del mare, Tursi in origine denominata Pandosia, fondata dagli Enotri prima del 1000 a.C., vanta una secolare e nobile storia. Dal secolo X é sede vescovile e nel 1546 vi fu trasferita la curia di Anglona, assumendo la denominazione di Diocesi di Anglona-Tursi. Nell´Alto Medioevo venne occupata da popolazioni saracene, diventando poi divenne sede provvisoria dell´Udienza Provinciale. Nella parte alta della cittá dominano i monumenti piú importanti, i resti di un antico castello e la Chiesa della Rabatana, che prende il nome dalla voce araba “rabad”, borgo. Giá cattedrale di Tursi, il tempio, ampiamente restaurato nel corso del 1700, presenta un elegante portale del 400 e il trittico cinquecentesco della Madonna della Icona che raffigura una Madonna con il Bambino sul trono e alcune scene della vita di Cristo e della Vergine. Nella sottostante cripta un oratorio, dotato di una cappella con affreschi del Trecento. Nella parte piú bassa del paese si eleva la maestosa cattedrale della SS. Annunziata del 1700. Su un colle adiacente l’abitato, sorgono i resti del Convento dei Minori Osservanti. Tra le principali attrattive di Tursi, anche l’antico e suggestivo quartiere della Rabatana, di recente riscoperto e valorizzato con una serie di iniziative. Un tuffo nel passato tra vicoletti, stradine, monumenti di grande impatto paesaggistico e ambientale. Cittadino illustre di Tursi è il poeta dialettale Albino Pierro. Questo territorio collinare ha visto l’incontro di numerosi popoli e culture, dall’invasione dei Saraceni, dei Bizantini e dei Goti, che costruirono intornoal Castello le prime case in pietra. Così la Rabatana diventò il primo nucleo abitativo di Tursi e, nel tempo, un centro popolato ed importante, che custodisce tradizioni e diffonde la cultura locale. Il poeta Albino Pierro ha fatto della Rabatana la fonte ispiratrice della sua poesia, ripercorrendo le stradine dei ruderi del nucleo originario con le povere abitazioni che spesso comprendevano solo un vano al pianterreno. Da visitare : La Rabatana, il quartiere più antico del comune di Tursi, situato proprio sulla sommità del paese. Nell’800 la zona del Metapontino fu invasa dai Saraceni che qui, oltre che a Pietrapertosa e Tricarico, costruirono il borgo arabo chiamato Rabhàdi, oggi chiamato appunto Rabatana. I Saraceni vissero qui per molti anni ma in armonia con i popoli circostanti, lasciando in eredità tantissima cultura e costruzioni. La presenza araba qui si vede soprattutto in alcune parole dialettali che hanno mantenuto suoni e radici arabe, oltre che nel cibo e nelle coltivazioni. Molti sono anche gli edifici storici di grande interesse artistico e architettonico, come la torre normanna, le chiese di San Vicenzo e San Nicola e il monastero dei Frati Minori che nelle serate estive ancora oggi concerti di musica classica, profana e sacra, in una scenografia spettacolare che farà innamorare tantissimi viaggiatori venuti in questa città fantasma. La Cattedrale della SS. Annunziata del 1400, la Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore nella Rabatana, del X-XI secolo, il Santuario di S. Maria D’Anglona, una delle più splendide chiese della Basilicata, la cui costruzione risale all’XI secolo.  Prodotti tipici: Arancia Staccia, olio extravergine di oliva, I “gileppi” con le arance “stacce”, squisita marmellata di bucce di arancia realizzata con questa tipologia di agrume, eccellenza agroalimentare del comune lucano.

BRINDISI DI MONTAGNA(PZ): Festa Patronale: San Nicola di Bari (6 Dicembre)

Nel borgo di Brindisi di Montagna, ubicato a pochi chilometri dalla città di Potenza, i primi insediamenti risalgono addirittura al III secolo a.C., come evidenziano alcune testimonianze archeologiche, oggi conservate al Museo Provinciale di Potenza. Nel ‘200, qui si stabilì una comunità di monaci basiliani. Pochi anni dopo, il feudo di Brindisi che comprendeva anche questo piccolo centro abitato venne assegnato a Guidone da Foresta, che ne occupò il territorio con un castello. Purtroppo, due secoli dopo la fortificazione venne quasi completamente distrutta da un forte terremoto, e sulle sue ceneri venne ricostruito un nuovo insediamento. sta della Grancia; qui dal 2000 è ambientato il cine- spettacolo “La Storia Bandita”, un “film dal vivo” sulla storia del brigantaggio meri- dionale nel Risorgimento. Da visitare: il Castello Fittipaldi Antinori costruito dai Longobardi a difesa dalle incursioni saracene, la Grancia, il Parco storico rurale ambientale della Basilicata.Dal 2000 la Grancia è lo scenario del primo Parco Storico Rurale ed Ambientale d’Italia, dove la storia diventa racconto e spettacolo e la natura traccia i contorni di un paesaggio che esprime la straordinaria autenticità del mondo contadino. Da antica badìa dedicata a Santa Maria dell’Acqua Calda, così detta per una sorgente di acqua termale utilizzata dalle mamme del luogo fino alla metà del secolo scorso, retta prima dai Basiliani e poi dai Certosini di Padula, la Grancia divenne grande azienda rurale condotta da monaci laici ed ebbe il suo massimo splendore nel 1700, con i suoi orti, seminati, vigneti, allevamenti di bestiame, mulini, conceria, saponeria, caseificio e, perfino, una condotta che dal monte Romito sovrastante l’insediamento, conduceva il latte alla badia. Prodotti tipici: prodotti da forno, miele e produzione casearie di qualità.

Brindisi di Montagna (Pz) castello Fittipaldi Antinori
Prodotti tipici di Brindisi di Montagna

SAN SEVERINO LLUCANO(PZ)

SAN SEVERINO LUCANO: Festa Patronale: San Vincenzo (seconda domenica di luglio)
Collocato nella valle del torrente Frido, San Severino Lucano offre una visione suggestiva del paesaggio circostante, poiché il suo territorio fa parte del Parco Nazionale del Pollino. Interessante da un punto di vista artistico è la Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli, risalente al 1500. Al suo interno si possono ammirare una croce processuale del 1600, un Crocifisso ligneo del 1500, un prezioso ostensorio, vari dipinti del 1600 ed una scultura lignea di Guido Mazzoni risalente al 1500 e raffigurante la Deposizione di Cristo. Nella chiesa, inoltre, è custodita la Statua della Madonna del Pollino, che, però, nel periodo compreso fra il 1° sabato di giugno e il 1° sabato di settembre, viene venerata nel Santuario, risalente al ‘700. Rb Ride è la giostra più lenta del mondo che si erge sul Belvedere di Timpa della Guardia, a San Severino Lucano. Un arcobaleno di colori composto da 12 navicelle che si stagliano a 1124 metri di altezza e consentono di ammirare un panorama mozzafiato: da un lato le cime più alte del Pollino e dall’altra la valle del Sinni con lo splendido scenario della diga di Monte Cotugno. Un giro, infatti, ha la durata di 15 minuti e permette di assaporare fino in fondo lo scenario che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori. Nel territorio circostante l’abitato, da visitare in località Bosco Magnano, il Parco Avventura ed è possibile vedere diversi mulini risalenti al XVIII e XIX secolo, situati quasi tutti lungo il corso del torrente Frido. Prodotti tipici: La patata di San Severino Lucano è  presente in un doppio ecotipo la “Marca” e la “Paesana”. Quella a pasta bianca denominata Marca non è farinosa ed ha il pregio di non sfaldarsi durante il processo di cottura. Ha una consistenza soda e la cottura uniforme la rende adatta a molteplici preparazioni culinarie. Biscotto a otto, funghi, tartufi e prodotti di qualità del sottobosco.

San Severino Lucano(Pz) Panoramica

TRICARICO(MT) Festa patronale: San Potito 14 gennaio

L’antica Trigarium conserva ancora oggi il caratteristico aspetto medioevale con i suoi palazzi, le chiese, le strade, a testimonianza di una nobile e antica civiltà. Le origini della città risalgono all’anno 849 quando era una roccaforte longobarda inserita nel Gastaldato di Salerno. Giá fiorente centro agricolo e commerciale in periodo bizantino, fu sede vescovile dal 968, suffraganea di Otranto, dal rito greco. Molti siti archeologici presenti nell’area di Tricarico confermano la presenza umana sin dall’epoca antica, grazie a diversi elementi tra cui un’abitazione posta su rilievi di facile difesa fra le valli del Bradano e del Basento dove si trova un sistema viario complesso che collega la costa dello Ionio con quella del Tirreno. Di grande importanza sono le città fortificate poste in zona Serra del Cedro e Piano della Civita, questi due siti archeologici sono inseriti nel complesso dei centri fortificati edificati dai lucani nel IV secolo a.C., a difesa delle comunità per i frequenti scontri con le colonie greche. Da visitare: La splendida cattedrale di S. Maria dell’Assunta, costruita nel 1061 da Roberto il Guiscardo, venne ristrutturata nel 1600 e 1700 dai vescovi Settimio Robertis, Pierluigi Carafa e Antonio Del Plato. La imponente facciata é dominata da due ampi arcate di sostegno, mentre il campanile conserva sul lato posteriore una bifora elegante risalente al sec. XXII. L’interno, a tre navate, presenta nel transetto destro il sepolcro del vescovo Diomede Caraja in stile barocco del 1639, e due urne reliquarie in argento del sec. XVII. Del sec. XIII è il Convento di S. Francesco, uno tra i più antichi della regione, fondato da Tommaso Sanseverino. Nella chiesa del Carmine si ammirano affreschi di Pietro Antonio Ferri e di suoi discepoli. Risale al 1479 la chiesa di S. Antonio da Padova con portale durazzesco del 1491. Tricarico ha dato i natali al sindaco-poeta Rocco Scotellaro (1923 1953), studioso di cultura meridionalista e cantore della epopea contadina. il Castello normanno, edificato tra il IX e X secolo nel punto più elevato dell’abitato. Il santuario della Madonna di Fonti, immerso nell’omonimo bosco attraversato da alberi di querce, cerri, castagni e faggi. Tra le specialità della gastronomia tipica locale, rinomata la produzione dicarni e salumi freschi e stagionati provenienti da allevamenti locali certificati, senza uso di nessun tipo di conservante o colorante, con budello naturale, vini e produzioni casearie. Tra le tante manifestazioni che si svolgono in città assume una particolare rilevanza storica ed antropologica, il Carnevale Ticaricese.

Tricarico(Mt) Torre normanna
Salumi tipici tricaricesi

Montalbano Jonico(Mt)  Festa patronale San Maurizio 22 settembre  –

Sorge in bella posizione dominante, su singolari alture argillose, note come calanchi, con vista sul mar Jonio. La località Giardini di Montalbano, lungo la sponda del fiume Agri, è ricca di agrumeti, uliveti e ortaggi di pregevole qualità. Nel corso del 700 la cittadina era nota in tutto il Regno di Napoli per le sue stoffe e la fine ed elegante tela, lavorata in piccole aziende a conduzione familiare. Già abitata nel periodo ellenistico, Montalbano deriva da MonsAlbanus, diventata poi Montalbano Jonico nel 1863.cA partire dal Medioevo il feudo di Montalbano è appartenuto, in successione, alle famiglie Sanseverino, Villamari, Toledo e Alvarez. Ha dato i natali a importanti esponenti del mondo dell’arte, della cultura e politica, fra cui lo scultore Melchiorre che operò nel corso del sec. XIII e il patriota-scrittore Francesco Lomonaco, esponente di rilievo della Repubblica Napoletana del 1799. Di origini montalbanesi era Nicola Romeo, fondatore della Casa Automobilistica Alfa Romeo.  Nel secolo XII Montalbano era compresa nel Catalogo dei Baroni e rientrava nella Contea di Montescaglioso. Nel corso del Risorgimento Montalbano ha dato un importante contributo alla causa unitaria e liberale. Nel Corso Carlo Alberto si concentrano palazzi nobiliari tutti databili tra il XVI e il XIX secolo, molti dei quali presentano una splendida corte centrale. In particolare, proprio sull’ultimo tratto del corso, annesso a Palazzo Rondinelli, è visibile l’Arco del Pubblico Orologio, detto anche Porta dell’orologio, simbolo della città. Si tratta dell’antica porta di Montalbano, denominata anche Porta Castello (metà  XVII sec.), attraverso la quale si accede al rione Terravecchia, sorto intorno al castello, e al cuore del centro storico Da visitare: Uno degli itinerari più conosciuti e il percorso legato ai calanchi, cioè uno dei maggiori aspetti naturalistici del territorio. I calanchi sono dei solchi nel terreno che si formano sulle rocce argillose a causa dell’azione dell’acqua nel tempo. Nella Riserva dei Calanchi di Montalbano Jonico, millenni fa c’era il mare, tanto che è ancora possibile vedere dei resti di conchiglie nel terreno. Superato il centro storico si raggiunge “Appiett u castedd”, cioè una storica mulattiera e antica via di transumanza che collegava Montalbano al regio tratturo di Metaponto. Il percorso ad anello, prevede la risalita di un’altra suggestiva mulattiera “Appiett’ U Mulin”, preferita dai contadini per raggiungere la valle verde dell’Agri. Lungo il percorso, la guida si soffermerà, sugli aspetti geologici e ambientali, senza tralasciare gli aspetti della vita contadina. Di rilevante interesse artistico e religioso, La Chiesa Madre d’Episcopio, contenente una scultura in legno di S. Maurizio, patrono della cittadina, la Chiesa di S. Pietro. PRODOTTI TIPICI: Tra le specialità agroalimentari locali, i tre prodotti tipici a marchio De.co sono il cosiddetto “pastizzo”, un rustico legato alla Settimana Santa; una pizza con pomodoro e lardo di maiale denominata “strazzata” e un dolce natalizio chiamato “panzerottino con i ceci”,  l’Arancia Staccia,  le eccellenti produzioni di olio extravergine di oliva, il Pantutto, gustosa e tipica merenda, ottenuta con soffice impasto a base di frutta fresca di stagione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *