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La Puglia lancia una strategia regionale di contrasto alle povertà educative

È stato presentato questa mattina sui canali social di Regione Puglia il primo documento di indirizzo per una strategia regionale per il contrasto delle povertà educative, a firma degli Assessori Sebastiano Leo (Istruzione, Formazione e Lavoro), Rosa Barone (Welfare) e Massimo Bray (Cultura). Una diretta social che ha segnato centinaia di collegamenti online, a dimostrazione del grande interesse che c’è sui territori.
Il documento, frutto di un gruppo di lavoro interdisciplinare fra gli uffici dell’Istruzione, del Welfare e della Cultura, è stato introdotto da Titti De Simone, responsabile dell’attuazione del programma di governo. La Puglia oggi è la prima Regione che mette a sistema un quadro articolato di bisogni educativi e sociali di minori e adolescenti per proporre una strategia regionale complessa e interdisciplinare. Il documento parte da dati statistici di recente diffusi da ISTAT e dagli indicatori che concorrono a determinare l’Indice di Povertà Educativa elaborato da Save The Children per suggerire e orientare le direttrici di intervento e le scelte di investimento del governo regionale, anche alla luce della programmazione dei fondi ordinari e dei fondi strutturali del periodo 2021-2027.
L’innovatività del documento sta in prima battuta nell’approccio intersettoriale e interdisciplinare della strategia regionale che integra:
 investimenti sia infrastrutturali che sui servizi e gli aiuti immateriali;
 interventi volti a potenziare l’offerta didattica, formativa e quella socio-educativa e culturale complementare;
 interventi per sostenere le famiglie più fragili o con articolati bisogni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
 interventi per lo sviluppo di nuova economia sociale e nuova economia culturale che, avvalendosi di una sinergia con il terzo settore e le nuove professioni, completi la filiera orizzontale di servizi per la didattica, per l’inclusione sociale, per l’integrazione culturale e per il tempo libero.
“Con questo documento la Puglia segna una svolta nella lotta alle povertà educative perché assegna massima priorità all’istruzione e ai bisogni educativi e sociali dei bambini/e e ragazzi/e. Centrale nella strategia regionale è l’investimento sul sistema dell’educazione, istruzione e formazione regionale con quattro linee d’intervento prioritario: l’estensione del tempo prolungato a tutta la scuola per l’infanzia e progressivamente alla scuola primaria, con l’adeguamento delle strutture e dei servizi necessari per sostenere il tempo pieno (servizio
mensa, trasporti, ecc..); la piena attuazione in Puglia della cosiddetta “Riforma 0-6” con la rete dei Poli per l’infanzia e l’incremento dell’offerta di posti-nido per i bambini 0-2 anni; la prosecuzione della battaglia contro la dispersione scolastica sia nella scuola che nella formazione professionale.” ha commentato l’Assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo. Con questa strategia regionale la Scuola diventa driver fondamentale per una rinnovata domanda di servizi di qualità, per un miglioramento della fruizione degli spazi scolastici e del tempo-scuola da parte di tutti i ragazzi, soprattutto con disabilità e con bisogni educativi speciali. La domotica sociale e tecnologie per la connettività entrano nelle scuole di ogni ordine e grado, così come l’offerta culturale di musei, biblioteche di comunità e parchi archeologici integra stabilmente l’offerta didattica.
“La povertà educativa – ha evidenziato l’Assessore Bray – necessita di un approccio interdisciplinare, integrato e articolato. Serve adottare misure strutturate che diano più strumenti e risorse alle nostre comunità educanti. Questo provvedimento adottato dalla Giunta mira a percorsi educativi dei minori con attività didattiche che siano più estese e inclusive possibile. Per portare al successo questi intenti si prevede un impegno intenso, e sforzi ancora maggiori dovranno essere spesi per rendere più inclusivo l’accesso alla conoscenza. La fruizione dei contenuti e delle attività culturali è sicuramente una delle grandi sfide del ventunesimo secolo. Questo potrà avvenire nei luoghi della cultura: penso alle Biblioteche di comunità, ai Musei, ai parchi archeologici, agli Eco-musei. In tutte quelle strutture che il territorio pugliese ha sempre dimostrato di saper valorizzare in modi anche molto efficaci. Dovremo imparare ad adottare un atteggiamento pragmatico, che affronti gli errori che fino ad ora sono stati fatti. Bisogna imparare da questi errori, comprendere dove si è sbagliato. Abbandonando valutazioni quantitative, l’Europa ci chiede di passare a una fase in cui è al qualitativo che si deve dare valore. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, la cultura deve far valere ancor più la capacità di rafforzare i valori della comunità in cui viviamo. Perciò sono grato a quanti ha avuto la sensibilità di chiedere all’Assessorato che ho l’onore di guidare di partecipare a questo sforzo.”
Come è noto la scuola entra nei luoghi di cura in cui i minori sono costretti a lunghi periodi di ricovero con una sperimentazione nelle oncologie pediatriche e nei grandi ospedali di riferimento; si fa anche antenna territoriale per la lettura delle domande sociali di nuclei
familiari in condizioni di particolari fragilità socioeconomiche e culturali: gli aiuti economici e materiali per sostenere la frequenza delle attività didattiche e delle attività extrascolastiche a carattere socioeducativo e ludico-ricreative.
“Costruire una strategia regionale tra più assessorati per il contrasto alla povertà educativa – ha commentato l’Assessore Rosa Barone – è necessario affinché la Puglia possa esercitare un ruolo attivo nel percorso di attuazione della Next Generation EU, che la commissione europea finanzierà con il Recovery Fund. Una sinergia che ha dato vita anche al percorso per arrivare all’agenda di genere.
I dati sulla povertà educativa impongono una seria riflessione, se solo pensiamo che il tasso di dispersione scolastica in Puglia risulta pari al 17,9% di tutti gli alunni e gli studenti dei tre cicli scolastici dalla scuola primaria alla scuola secondaria superiore, contro un 13,5% di media
nazionale. Intervenire oggi vuol dire creare le basi per un futuro diverso per i nostri ragazzi. Come assessorato al welfare abbiamo previsto interventi per il potenziamento dell’offerta di asili nido e servizi ludici per i bambini da 0 a 2 anni e per l’infanzia; un incremento della
copertura dei buoni servizio per la prima infanzia del 10% per anno tra il 2021 e il 2026 rispetto ai 5233 del 2020 e la presa in carico di almeno 200 sezioni di asili nido comunali fino al 2026 con una spesa totale di 15 milioni di euro. È previsto poi il rafforzamento della rete dei servizi socio-educativi con interventi per il rafforzamento della rete di centri per le famiglie, per il sostegno alla genitorialità e il consolidamento delle ‘comunità educanti’, perché le scuole non devono essere lasciate sole. Nello stesso ambito rientra il RED familycare, che prevede aiuti materiali alle famiglie con minori per il supporto didattico sia per le attività in presenza a scuola che per quelle in DAD e rientrano i progetti di affido culturale e famiglie educanti. Sono previsti investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture socio-educative per minori dai 6 ai 17 anni prioritariamente nei Comuni che non risultino serviti dai servizi e per l’ampliamento delle strutture esistenti con spazi funzionali alle attività di laboratorio. Per quello che riguarda il welfare culturale la linea di investimento prevede la realizzazione di interventi di potenziamento tecnologico e logistico per l’accessibilità agli ambienti e alle attività scolastiche in sicurezza per
gli alunni con disabilità. Altra misura a cui tengo particolarmente – ha concluso la Barone – è quella per gli interventi pilota nelle strutture ospedaliere con reparti pediatrici in cui i piccoli pazienti affrontano ricoveri che richiedono tempi superiori a una settimana, per allestire spazi protetti in cui possano continuare il loro percorso scolastico e seguire le attività didattiche”.
Non può sfuggire, inoltre, che questa strategia regionale per il contrasto alla povertà educativa costituisce a tutti gli effetti un pilastro fondamentale dell’Agenda di Genere di cui la Regione si sta dotando per rispondere non solo a obiettivi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ma anche all’obiettivo di redistribuire il carico di cura e di sostegno educativo, che grava ancora prevalentemente sulle donne, e di ridurre le diseguaglianze di accesso all’offerta educativa e culturale per tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze.“ Il metodo con cui stiamo lavorando è innovativo – spiega Titti De Simone – vi è infatti una forte integrazione degli obiettivi operativi di ciascuna strategia per il contributo essenziale che tutte offrono alla finalità generale del superamento delle diseguaglianze e dei divari per lo sviluppo sostenibile e il benessere sociale in Puglia”.
Il quadro complessivo di investimenti e di interventi che ne viene fuori è poderoso, con una prima stima di fabbisogno finanziario di oltre 1,4 miliardi di euro in 5 anni, di cui circa la metà, cioè 660 milioni di euro per uno straordinario piano di investimenti infrastrutturali in edilizia
scolastica e per il piano nidi che, non a caso, costituiscono già due priorità sia nel PNRR a valere sul Recovery Fund, sia nella bozza di Accordo di Partenariato per il POR 2021-27 a valere su FESR e FSE. Con questo documento la Puglia segna il percorso da affrontare per il contrasto alle povertà educative sul piano regionale ma anche a livello nazionale con il Governo e le altre Regioni, insieme al partenariato economico-sociale ed il terzo settore.

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