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Lecce, tentata evasione di un detenuto straniero dall’ospedale

Ferma presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo il tentativo di evasione dall’Ospedale di Lecce di un detenuto del carcere.

Federico Pilagatti, segretario nazionale per la Puglia del SAPPE, ricostruisce l’evento: “A Lecce un detenuto sottoposto a visita medica all’ospedale di Lecce ha eluso il controllo ed è fuggito a piedi. Gli agenti della polizia penitenziaria e i colleghi del posto fisso sono riusciti a bloccarlo dopo una breve fuga. È accaduto stamattina all’ospedale Vito Fazzi nel capoluogo salentino. Il detenuto doveva essere sottoposto ad un controllo medico, ma è riuscito a scappare. Sono stati esplosi alcuni colpi in aria al fine di inibirne la fuga. Gli ingressi della struttura sono stati bloccati e controllati dagli agenti, con l’ausilio dei colleghi della Questura, ma dopo poco l’uomo è stato bloccato.”. Pilagatti esterna il “pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità. Oramai anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica” ed evidenzia che “l’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale alla presenza di altri ricoverati, personale medico e sanitario, ma è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”.

“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. Che sollecita “provvedimenti urgenti” e ricorda che nei giorni scorsi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”Capece ricorda di avere espresso anche “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane” ed auspica “che analoghi accordi vengano assunti con i Paesi che hanno un alto numero di loro connazionali tra i detenuti in Italia, ovvero Romania, Nigeria, Marocco e Tunisia per poi, via via, interessare tutti gli altri Paesi”.

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