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Lettera aperta di Genitori Tarantini al sindaco Melucci

Egregio sindaco di Taranto,

il territorio jonico continua ad essere sotto assedio di una azienda che non pone in alcun rilievo il rispetto dell’ambiente e della salute umana, mentre la comunità tarantina attende ancora dal suo primo cittadino quel moto di orgogliosa appartenenza che dovrebbe vederlo schierato dalla parte di chi soffre e non di chi crea sofferenza.

La sua condivisione della linea programmatica portata avanti dall’attuale governo, il suo feeling con il ministro Urso ben poco hanno a che vedere con la sbandierata spartanità del passato, quando il suo avversario rispondeva al nome di Carlo Calenda; all’epoca, la nostra associazione prese posizione contro gli sberleffi che quel ministro dello Sviluppo economico indirizzò a lei e, di conseguenza, alla nostra comunità. Fu un episodio, naturalmente, sotterrato dalla pace tra lei e il ministro nelle segrete stanze di Palazzo di Città.

Ora, lei segue l’attuale governo rispettosamente un passo indietro, ne accetta i decreti trincerandosi dietro un’alzata di spalle che lascia intendere l’incapacità di poter agire in favore del suo popolo.

Pur sapendo che lo sviluppo green dell’acciaio non è altro che una menzogna da consegnare al resto della nazione per fare apparire i tarantini dei lamentosi bambini viziati che pretendono di vivere in salute, lei evita qualsiasi presa di posizione concreta avverso le decisioni del Governo centrale.

Così si sente parlare di forni elettrici (non immuni da emissioni inquinanti) per 2 milioni di tonnellate/anno di acciaio da affiancare alla attuale produzione a carbone, della quale si prevede il raddoppio fino a 6 milioni di tonnellate/anno, per un totale di 8 milioni di tonnellate; si fantastica su una produzione di acciaio con l’utilizzo di idrogeno green, tacendo sui costi altissimi, e quindi improponibili, che tale tipo di procedimento comporta; si propone un impianto di rigassificazione per tenere in piedi la falsa idea della produzione a gas (anche questa con costi che porterebbero l’azienda siderurgica direttamente fuori dalla porta di servizio della competitività) e tacere sulla drastica riduzione del personale impiegato in azienda che si ritroverebbe escluso anche dall’alternativa che Taranto dovrebbe perseguire: chiusura, bonifica dei terreni inquinati e restituzione di questi ai comuni di pertinenza. E come se non bastasse, si pensa di istituire a Taranto una “hidrogen valley” di discutibile utilità, se non quella, ripetiamo, di soffiare fumo negli occhi degli italiani.

Per sua lodevole iniziativa, è stato disposto nel 2019 il riesame dell’AIA per l’acquisizione delle valutazioni del danno sanitario. Ebbene, esse sono state prodotte nel procedimento e, come lei ben sa, concludono per la non tollerabilità delle emissioni del siderurgico. Per quale motivo non ha mai sollecitato la conclusione del procedimento che risulta attualmente su un binario morto? Come mai non ha inteso sostenere la nostra causa con la quale abbiamo chiesto al Tribunale di Milano il fermo degli impianti fino a quando non saranno adempiute tutte le prescrizioni ambientali, ivi comprese proprio quelle da lei sollecitate con la richiesta di riesame? Ha forse cambiato idea, al riguardo?

E, per finire, nessuna parola da parte sua, anche in veste di presidente della Provincia di Taranto, sull’offesa che si vuole fare alla storia e all’anima della comunità jonica: il dissalatore presso il fiume Tara (idea del presidente della regione Puglia e dell’Acquedotto pugliese). Cosa intende dire, a tale riguardo, in difesa del corso d’acqua della leggenda, in difesa del fiume che ha dato il nome alla nostra città, nel quale i tarantini si riconoscono?

Le ricordiamo che la città da lei amministrata è stata inserita dall’ONU tra le zone di sacrificio del pianeta, una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità; una zona di sacrificio i cui abitanti vengono trattati come usa e getta; una zona di sacrificio creata dalla collusione tra governi (degli ultimi decenni) e impresa. Governi e impresa che ancora giocano sadicamente con l’ambiente e con la vita di donne, uomini e bambini.

Gli eccessi di emissioni del siderurgico, in particolare di benzene (che lei conosce bene), dovrebbero stimolarla a prendere ferma posizione, quale primo responsabile della salute pubblica, contro il governo della Repubblica italiana e non, come appare agli occhi di tutti, raccontare con un sorriso una favola a cui nessuno crede e che solo pochi tifosi vogliono sentire.

La città fondata dagli Spartani merita rispetto. Sta a lei fissare nella testa dei ministri e della premier questo semplicissimo concetto.

Qui sta la differenza tra uno Spartano e un ilota.

Di questo vorremmo parlarle, chiedendole ancora una volta un incontro, nella speranza che tale richiesta non vada a finire come le precedenti: senza alcuna risposta.

Associazione Genitori tarantini

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