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Livorno, follia in carcere: Detenuto libanese picchia agenti ed altro ristretto

Ancora tensioni nella Casa Circondariale di Livorno. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe, per voce del segretario regionale della Toscana Francesco Oliviero: “Ancora una volta siamo costretti a raccontare episodi violenti che coinvolgono il personale di Polizia Penitenziaria. Questa volta sono i colleghi di Livorno ad essere stati aggrediti. Durante la distribuzione del vitto, il detenuto lavorante Della Sezione Nuovi Giunti, di origini italiane, per motivi ancora da accertare veniva violentemente colpito da un altro detenuto, di origini libiche, al volto ed alla tempia. Il detenuto lavorante perdeva conoscenza e nel momento in cui il personale di Polizia Penitenziaria è intervenuto,  il protagonista dell’aggressione continuava, con crudeltà e cattiveria inaudita, a colpire con calci e pugni la testa dell’ormai incosciente detenuto”. “Gli agenti”, prosegue Oliviero, “sono riusciti a mettere in sicurezza l’aggredito presso gli uffici della Matricola e, contestualmente, richiedevano l’intervento dei medici. Il detenuto libico a quel punto iniziava ad aggredire il personale perché il suo intento era quello di continuare l’aggressione nei riguardi dell’italiano e solo dopo un lungo intervento si è riuscito ad evitare il peggio. Diversi agenti sono in attesa di prognosi per i colpi ricevuti”. Senza appello la denuncia del responsabile del SAPPE della Toscana: “Ormai la situazione delle carceri toscane è fuori controllo: il personale è sfiduciato ed ogni mattina non sa se riesce a tornare a casa dai propri familiari. Ciò che più dispiace è l’assenza di provvedimenti risolutivi da parte del Provveditorato Regionale”.
“Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Le quotidiane grida d’allarme del SAPPE continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate! È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”. 
“Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto a Livorno testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”, prosegue. “E’ fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”, conclude Capece che non risparmia critiche al Capo del DAP Giovanni Russo: “a lui, da mesi, stiamo chiedendo – senza avere alcun riscontro! – di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza!”. 

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