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Ministero della Giustizia condannato a risarcire un agente di polizia penitenziaria di Lecce morto nel 2011 a causa del fumo passivo

Un milione di euro. E’ quanto il Ministero della Giustizia pagare per per la morte di un agente penitenziario a soli 43 anni, avvenuta nel 2011. A stabilirlo è stato il Tribunale civile di Lecce. La vittima lavorava nel penitenziario salentino e, secondo il tribunale, sarebbe morto a causa delle inalazioni del fumo passivo delle sigarette dei detenuti durante l’orario di lavoro. 
Soddisfatto il Sappe per la decisione presa. “E’ la prima sentenza in Italia che ha posto fine a questa ingiustizia che si perpetrava da anni. Il Ministero conosceva bene i pericoli legati al fumo passivo corsi dagli agenti, ma nulla ha fatto negli anni per mitigare il pericolo, soprattutto se si considera lo scarso ricambio di aria all’interno dei corridoi e delle celle dei penitenziari. Chiediamo di installare nelle sezioni detentive il maggior numero di aeratori possibile, di riconoscere tutte le patologie contratte dai lavoratori connesse con il fumo passivo dipendente da causa di servizio con categoria; dotare i poliziotti di presidi sanitari del tipo mascherine per una maggiore protezione dal fumo e prevedere una indennità specifica per i poliziotti che lavorano a contatto con i detenuti, per compensare il rischio sanitario a cui vanno incontro”.

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