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Sospeso il processo nei confronti dei due marò

La Corte suprema indiana ha accolto il ricorso dei due marò italiani contro l’utilizzo della Polizia Nia antiterrorismo, ed ha sospeso il processo a loro carico presso il tribunale speciale. La prossima udienza si terrà tra quattro settimane. Una notizia che, a questo punto, apre a scenari nuovi e imprevisti della vicenda, dato che sino a poche ore fa era quasi pressoché scontato il ricorso ad una legislazione che trattenesse in India la giurisdizione del caso dei due militari pugliesi. La notizia dell’avvenuto ricorso arriva a poche ore dalla fine della visita di Barack Obama in Italia. L’incontro tra il presidente statunitense e Renzi, infatti, aveva anche la questione dei due fucilieri pugliesi tra i temi in agenda.

“Sono molto soddisfatto perchè siamo riusciti a far accogliere la nostra posizione ed a bloccare la presentazione dei capi di accusa da parte della polizia antiterrorismo Nia”, è stato il commento di Mukul Rohatgi, l’avvocato di Girone e Latorre. Secondo fonti legali, il ricorso accolto dalla Corte Suprema “contesta in toto il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i marò”. Rohatgi, nel corso dell’udienza, ha illustrato il ricorso, in cui si chiede di annullare l’intero procedimento giudiziario, compresa la denuncia iniziale (First information report o Fir) in cui è contenuta l’accusa di aver ucciso due pescatori il 15 febbraio 2012. Dopo aver sentito l’arringa dell’avvocato, la sezione 4 del Tribunale, composta dai giudici B.S. Chahuan e J. Chelameswar, ha deciso di dichiarare ammissibile la nuova ‘petition’, ed ha chiesto al governo indiano di comparire nella prossima udienza.

“Ora i due marò sia permesso di tornare in Italia, in attesa di una pronuncia sul ricorso, alle condizioni che la Corte ritiene più idonee per la natura del caso”, ha continuato Rohatgi.

 

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