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CGIL Basilicata chiede la realizzazione di progetti per l’infanzia negli asili nido

Dispiace ancora constatare che nella Regione Basilicata persevera l’idea che l’infanzia appartenga ad “uso privatistico” che la rende strumentalmente ‘età assoggettata’ e riconosciuta solo dall’istituzione nella quale è inserita e che ne esclude la possibilità di considerarla come “classe sociale”.
In Basilicata continua a mancare il punto di partenza rappresentato dalla consapevolezza che sia ancora da costruire il “Progetto infanzia” e che  sarà possibile realizzare quando l’infanzia stessa non sarà considerata un problema (abbandonata o iperprotetta) ma come una risorsa attiva e produttiva.
Una risorsa da capitalizzare e investire a favore di una differente qualità esistenziale.
Ciò comporta innanzitutto il riconoscimento di alcuni diritti inalienabili:
Diritto all’educazione;diritto all’istruzione;diritto al rispetto dell’identità personale, etnica, culturale e religiosa.
Per queste ragioni, in questa regione, quando si parla di asili nido e scuola dell’infanzia, il dibattito tende al “ribasso” confondendo artatamente la razionalizzazione con la riforma derogando dal significato che riformare non significa soltanto tagliare costi ma anche rilanciare la qualità e riorganizzare il servizio per migliorarlo.
La gravità si accentua allorquando ci si limita a realizzare “tagli lineari” ed “interventi ragionieristici” che caricano le famiglie già fortemente compromesse dalle condizioni determinate dalla crisi economica.
La riprova è rappresentata dalla:
recente decisione del Comune di Matera di rincarare le tariffe, già esose rispetto alle altre città dove le stesse famiglie con un reddito “medio” a Milano pagano 232 euro e stranamente a Matera 350 euro;
decisione dell’anno scorso della Regione di tagliare ben 500mila euro alle sezioni primavera, decisione che avrà impatti fortemente negativi (in particolare sulla città di Potenza), per la forte carenza di posti disponibili rispetto al fabbisogno stimato.
Per comprendere la gravità della situazione basta prendere il rapporto Istat 2014 sull’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio educativi per la prima infanzia dal quale si evince il notevole divario tra le regioni italiane. Infatti, rispetto alla già bassa media nazionale a cui il servizio infanzia si rivolge (13%), la Basilicata si attesta soltanto al 6,9% seguita solo dalla Sicilia, Puglia, Campania e Calabria mentre i territori più virtuosi come l’Emilia Romagna e la provincia di Trento, si attestano rispettivamente il 26,8% ed al 22,9%.
Anche in questo caso l’Italia risulta drammaticamente divisa in due, laddove per il Mezzogiorno, e per la Basilicata soprattutto, il welfare non è messo nelle condizioni di essere un volano di sviluppo  e di  contribuire ad interrompere lo spopolamento, oltre che crea posti di lavoro.
Crediano importante ed opportuno che finalmente il punto di vista venga “capovolto” affinchè l’infanzia venga considerata come una risorsa e non come semplice costo. Gli asili nido e la scuola dell’infanzia svolgono una funzione fondamentale perché costituiscono il primo inserimento dell’individuo nella società e rappresentano il primo intervento per la formazione dei futuri cittadini. Continuare a considerarli “parcheggi”, significa alienare l’importante funzione educativa, di apprendimento e di   socializzazione.
Inoltre, rappresentano un importante servizio a sostegno delle famiglie e, in particolare, delle donne che ancora oggi reggono gran parte del lavoro di cura.
Per queste ragioni è necessario mettere in atto politiche che pongano tra le assolute priorità il sostegno, lo sviluppo, la qualità dei servizi socio-educativi per l’infanzia.
Per questo chiediamo la definizione del Progetto infanzia regionale determinato e condiviso dai soggetti istituzionali, sociali e del volontariato attraverso:
il monitoraggio della situazione reale dell’infanzia in Basilicata affinchè si giunga ad una rilevazione puntuale dei bisogni 0/6 anni;
l’approvazione della legge regionale il diritto delle bambine  e dei bambini all’educazione e all’istruzione dalla nascita fino a sei anni che normi:
le finalità e modalità attuative attraverso:
il riconoscimento dei bambini quali soggetti di diritti individuali giuridici, civili e sociali;
l’individuazione dei  criteri per la realizzazione, la gestioni ed il controllo dei servizi pubblici e privati;
la definizione dei requisiti strutturali e organizzativi, dei criteri per la realizzazione ed il funzionamento e delle regole per il rilascio delle autorizzazioni;
il riconoscimento del nido d’infanzia come un servizio educativo e sociale di interesse pubblico;
l’istituzione dei servizi integrativi e sperimentali al nido per dare risposte flessibili e differenziate in relazione alle esigenze delle famiglie;
la costituzione di un sistema educativo integrato tra nidi d’infanzia, servizi integrati e servizi sperimentali;
la definizione dei ruoli e le funzioni degli enti locali (Regione, Provincia e Comuni);
l’istituzione di un fondo unico per le politiche dell’infanzia (a cui riservare da subito almeno 5 milioni di euro utilizzando la programmazione europea)  per ampliare i servizi e ridurne il peso economico sulle famiglie, ottenendo cosi anche la creazione di almeno mille posti di lavoro nel settore.
In questo modo riteniamo si possa superare l’approccio che, molto spesso, relega il  partenariato sociale alla formalizzazione ed alla ratifica di scelte già assunte se non addirittura realizzate.
Al contrario porre un’attenzione alla qualità della spesa in un processo di confronto reale con le parti sociali potrebbe costituire un approccio proficuo per definire una programmazione puntuale e risolutiva come quella dell’infanzia. In particolare, proprio il Fondo sociale europeo, per il nuovo ciclo di programmazione, potrebbe essere il terreno all’interno del quale reperire le risorse e definire il percorso per fare della Basilicata una regione all’avanguardia nei servizi all’infanzia. E’ una sfida che mette in gioco il futuro della regione, una sfida ambiziosa e difficile ma certamente, con la buona volontà e l’impegno di tutte le parti in causa, assolutamente realizzabile.

Eustachio Nicoletti – Segretario Cgil Matera
Anna Russelli – Segreteria Cgil Basilicata

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