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Ponte per l’occupazione: molta formazione, poco lavoro

Il programma “Un ponte per l’occupazione”, pur configurandosi come idea suggestiva e dalle promettenti potenzialità, non soddisfa pienamente Cgil, Cisl e Uil in quanto le osservazioni e i suggerimenti tempestivamente segnalati alla Giunta sono stati accolti solo in minima parte, con l’esclusione degli aspetti considerati più rilevanti dai sindacati per la buona riuscita del programma. La misura, così come deliberata dalla Giunta Regionale non considera fino in fondo le esigenze del contesto lucano, col rischio di creare l’ennesimo contenitore di aspettative e delusioni al termine dei due anni previsti dal programma, alimentando nel frattempo la lobby della formazione in Basilicata. Occorre, in altri termini, tenere conto di un quadro dell’offerta occupazionale regionale particolarmente depresso, a differenza dei paesi europei in cui sono state sperimentate misure analoghe.

Cgil, Cisl e Uil rilevano, in particolare, la sproporzione che si registra tra la fase di orientamento e formazione in aula con quella del tirocinio in azienda. Appaiono obiettivamente troppe le 1.440 ore complessive di orientamento e formazione, pari a ben 18 mesi, per ciascun giovane, a confronto delle 960 ore di stage in azienda, pari a soli 6 mesi, per una misura che vuole essere un ponte verso il lavoro. Risulta, inoltre, eccessivo il periodo di 250 ore destinate alla fase di orientamento. Né i giovani, né le aziende richiedono un così ampio periodo di formazione in aula, mentre potrebbe essere molto più proficua una permanenza in azienda più lunga. Tutte le ore previste di formazione in aula, inoltre, non consentirebbero neppure l’attribuzione formale di crediti formativi o titoli professionali riconosciuti, a causa dell’annosa assenza, nella nostra regione, degli strumenti “catalogo delle qualifiche” e “libretto formativo individuale”.

 

Cgil, Cisl e Uil considerano altresì insufficiente la dote di 10 mila euro assegnata al giovane al termine del percorso biennale quale incentivo all’occupazione, soprattutto se la si confronta con i 50 mila euro circa previsti quale costo medio per ciascun partecipante al programma, una cifra che sarebbe destinata per oltre due terzi alla fase di orientamento e formazione, per meno di un terzo al giovane, per la risicata indennità di partecipazione del giovane, e per soli 1.800 euro complessivi alle aziende che ospiterebbero i tirocinanti.

 

Cgil, Cisl e Uil evidenziano un ulteriore limite del progetto nella mancata individuazione dei settori produttivi che presentano maggiori prospettive future di offerta occupazionale, per costruire un catalogo regionale dei percorsi formativi coerente con la domanda di competenze e professionalità. Le confederazioni hanno chiesto la convocazione di un apposito tavolo di confronto con le associazioni datoriali e Unioncamere per fornire un indirizzo concreto alla costituzione del catalogo dell’offerta formativa legata ai settori che registrano migliori prospettive occupazionali. Inoltre, come abbiamo già segnalato, visto il particolare momento di crisi, sarebbe opportuno allargare la platea dei soggetti beneficiari mediante la più efficace gestione delle risorse dedicate e l’allargamento delle stesse con fondi a valere sul piano operativo 2007-2013.   

 

Anche in questa occasione sono mancati i tempi per un proficuo confronto, in una visione di sistema capace di coordinare le azioni di politiche attive del lavoro con le iniziative che lo stesso governo regionale promuove in tema di attività produttive, con il rischio di compromettere le potenzialità di entrambi gli interventi. Cgil Cisl e Uil ritengono, altresì, necessario allargare la platea dei destinatari ai giovani lavoratori precari a basso reddito che, pur potendo soddisfare i requisiti richiesti, sarebbero considerati inammissibili in quanto occupati.

 

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono, infine, la necessità di mettere in piedi un monitoraggio delle politiche attive del lavoro per assicurare a questa e ad altre misure di politica attiva del lavoro il necessario supporto conoscitivo, tanto nella fase di elaborazione dei programmi, quanto nella fase di attuazione degli stessi, con l’obiettivo di evitare la dispersione delle risorse finanziarie e valutare i risultati conseguiti.
Pepe-Falotico-Vaccaro

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