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Riflessione dell’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo su Avvento – Natale 2019

Carissimi,
si avvicina il “tempo” dell’Avvento che ci prepara a celebrare il Natale di Gesù. Un “tempo” che, come credenti, siamo chiamati a vivere con intensità e consapevolezza. Viviamo in un “tempo” in cui si è talmente presi da molteplici interessi che spesso ci sembra di “non avere tempo”. Il tempo di Avvento èil momento propizio per riflettere che siamo sempre nel pensiero di Dio, a cui non manca mai il tempo per noi. La mancanza di tempo sta minando seriamente la nostra convivenza umana. Chiusi nel mondo ristretto dei propri pensieri, dei propri modi di vedere e d’intendere, rischiamo di assolutizzare il nostro pensiero e il nostro operato.
In nome di che cosa? Si risponde: in nome della libertà! Atteggiamento che
esclude gli altri dalla propria vita e comporta il culto di se stessi e non la ricerca del bene comune. L’episodio dell’incendio della cascina ad Alessandria, fatta esplodere dal proprietario, che ha provocato la morte di tre giovani Vigili del Fuoco, deve farci riflettere: arricchirsi senza scrupoli, sul sangue versato di chi difende la vita, sul dolore di chi piange chi non è più, è un chiaro segno di una umanità senza Dio.
Umanità che si commuove davanti al Bambinello del presepe ma non è capace di fronte al dono prezioso della vita. Capita spesso che nella vita sociale come in quella politica o in quella della Chiesa non si cerca di
camminare insieme portando avanti un progetto comune per un bene più grande, ma si agisce da solitari, evitando l’incontro e coltivando lo scontro. Nei luoghi pubblici, dove dovrebbero regnare il senso di responsabilità e di impegno per l’attuazione del bene comune, emergono arroganza e conflitti,
nella ricerca affannosa dell’affermazione della propria opinione.
Manca il tempo per un confronto serio e costruttivo. Di fronte alle calamità naturali, come è successo il 12 novembre a Matera e nel Metapontino, quando tutti abbiamo sperimentato la forza devastante della natura, siamo invitati a rimboccarci le maniche e mettere insieme le energie pro positive
per capire come fronteggiare le emergenze e prevenirle nei limiti del possibile.
Sterili polemiche e inopportune accuse non servono, non aiutano nessuno. L’Avvento è il tempo propizio, Chiesa di Matera–Irsina, per avere il coraggio di abbandonare gli otri vecchi dell’individualismo, del pessimismo, del disinteresse, delle critiche distruttive, dell’isolamento e di
versare il vino nuovo negli otri nuovi. Celebrare il Natale significa oggi non semplicemente ammirare Gesù Cristo nella poesia del presepe, ma accoglierlo nel presepe della nostra storia personale, familiare, ecclesiale, politica, sociale.
Partendo dalla riflessione che si sta concludendo il “tempo” per celebrare il nostro Sinodo Diocesano e quello di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, ho pensato che durante questo “tempo” di Avvento potremmo rivisitare alcuni luoghi significativi della storia della salvezza, accendendo luci di speranza.
Siamo in vitati a guardare avanti con fiducia, ben sapendo che se Dio ha “tempo” per noi, anche noi dobbiamo entrare nel “tempo” di Dio, in un cammino sinodale e nella certezza che la cultura è carità, per essere signori del “tempo”.
Propongo di accendere queste quattro luci, domenica dopo domenica, sia in chiesa che nelle nostre case, entrando virtualmente in quattro luoghi della storia della salvezza che hanno la stessa radice, Beth, casa

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