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Basilicata Unita condanna il silenzio del centrodestra sull’autonomia differenziata. Cosa nascondono ai lucani?

Il centrodestra non parla dell’autonomia differenziata, non la elogia, né la difende. Cosa ha da nascondere? E questo l’interrogativo che sorge nell’ascoltare gli esponenti del centrodestra e la campagna elettorale che stanno portando avanti, dalla quale si evince chiaramente la volontà di eludere l’argomento per non rendere consapevoli i lucani di quello a cui andrebbero incontro se la riforma Calderoli fosse applicata in Italia, dichiara Cinzia Scarciola(Basilicata Unita). “Tutti i bei propositi enunciati nei programmi, infatti, sarebbero inapplicabili poiché la Regione Basilicata non avrebbe la capacità finanziaria di sostenere gli investimenti, come l’alta velocità nelle infrastrutture o il potenziamento della sanità, i trasporti, o l’università senza un intervento dello Stato centrale. Perciò, è questo il tema dirimente che deve spingere gli elettori lucani a fare una scelta consapevole e responsabile in un momento storico in cui già il divario tra Nord e Sud è stato ampliato enormemente da un’altra riforma della Lega, la legge sul federalismo fiscale con il meccanismo della spesa storica di contribuzione dello Stato alle Regioni. Con l’autonomia differenziata il centro destra intende certificare questo divario e cristallizzare lo status quo in cui al Sud viene relegato un ruolo a dir poco marginale, destinandolo ad un inesorabile declino. E sta qui la differenza tra il centrodestra e il centrosinistra laddove, il centrosinistra, in modo unitario e compatto, intende impedire l’inevitabile aggravamento della condizione della Basilicata intervenendo con dei correttivi che riportino i cittadini allo stesso livello a prescindere dal luogo in cui sono nati, scongiurando vere e proprie discriminazioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, nello spirito solidaristico della nostra Costituzione.  Il nostro futuro è più importante delle appartenenze di partito a cui Bardi non ha saputo dire di no, avendo dato parere favorevole all’autonomia differenziata nei tavoli nazionali.  La scelta di Marrese Presidente è pertanto una necessità storica per invertire una tendenza pericolosa i cui primi evidenti segnali vediamo inesorabili in una sanità incapace di offrire servizi essenziali ai cittadini, nei trasporti inadeguati con servizi di qualità inferiore al resto dell’Italia, nell’Università che non trattiene neanche i giovani lucani, nelle infrastrutture sociali, sportive, culturali, turistiche. Si può invertire la rotta ma occorre fermare con il voto l’autonomia differenziata. I lucani hanno in mano il loro destino”. 

 

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