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Cambiamento climatico e impatto ambientale della plastica. Come smaltire correttamente le bottiglie di plastica

Chi è alla ricerca della causa del riscaldamento globale, troverà nella plastica uno dei tanti attori del cambiamento climatico. Le bottiglie che noi tutti definiamo “di plastica” e che usiamo tutti i giorni, tanto sono utili, tanto sono nocive all’ambiente che viviamo! Sono fatte di P.E.T., acronimo di polietilene tereftalato , una resina termoplastica che si ottiene utilizzando combustibili fossili come il petrolio, tanto petrolio. E per dare vita ad una bottiglia, da trasformazione del P.E.T. bisogna impiegare tanta energia che, molto spesso, viene ottenuta proprio dall’impiego del petrolio. Ma poi, una volta usate, possono potenzialmente continuare a “fare danno” all’ambiente, giacché, se le lasciamo in
discarica, ci possono impiegare anche 1000 anni per degradarsi, se le facciamo confluire negli inceneritori, vengono bruciate liberando nell’atmosfera sostanze molto dannose per la salute dell’uomo come la diossina.
Ma una buona notizia la sappiamo per certa: il P.E.T. con cui produciamo le bottiglie per l’acqua è un materiale riciclabile al 100%; si, il P.E.T. è riciclabile e, durante il processo di trasformazione, non perde le caratteristiche chimiche e fisiche. A questo punto, perché buttare nell’indifferenziata le bottiglie di plastica? Differenziamo! Differenziamo per poi dar modo alle aziende specializzate di riciclare. Ma come differenziare correttamente le bottiglie di plastica che usiamo tutti i giorni? Per operare una corretta raccolta differenziata e favorire il corretto riciclo di una bottiglia di plastica, vi sono alcuni semplici passaggi da eseguire: per prima cosa è necessario sciacquare le bottiglie che hanno contenuto liquidi che non sia acqua. Come seconda operazione, bisogna “schiacciare” le bottiglie in modo longitudinale.
Le bottiglie, va detto, non devono essere schiacciate riducendone la lunghezza, ma riducendo lo spessore realizzando quella che potrebbe assomigliare ad una sottiletta e non già ad una fisarmonica. ​
A questo punto, possiamo rimettere il tappo in modo che, una volta chiuse, non resti aria all’interno e la bottiglia mantenga la forma creata con lo schiacciamento. Si potrà, poi, inserire le bottiglie in un sacchetto per “cestinare” il tutto negli appositi contenitori, in genere di colore giallo, messi a disposizione dal comune. A questo punto, le aziende che si occupano di riciclare, rimuovono le etichette ed i tappi,
selezionano le bottiglie per colore e provvedono a triturarle. Il prodotto, poi, viene lavato, asciugato, bonificato, disinquinato e purificato per poi essere fuso a circa 270 gradi e reimmesso nel ciclo produttivo di nuovi prodotti.
Quindi, a noi tocca solo il “differenziare”, gettare la bottiglia utilizzata nel giusto contenitore; poca cosa. E perché dovremmo fare questo? perché, il P.E.T. è interamente riciclabile infinite volte, ed è inopportuno non valorizzare questa potenzialità atteso, tra l’altro, che il riciclo della plastica è la migliore opportunità che abbiamo per ridurre l’inquinamento, tutelare l’ambiente, tutelare noi stessi, combattere il cambiamento climatico che noi tutti stiamo vivendo e da cui ci dobbiamo difendere. Difendiamoci quindi, difendendo la ecosostenibilità. Per
realizzare un chilo di plastica necessaria per costruire bottiglie, servono circa due chili di petrolio; la plastica si decompone solo dopo centinaia di anni e, quando arriva in mare, viene ingerita da animali marini come pesci, tartarughe, gabbiani che trovano la morte o, se sopravvivono, li portiamo poi nelle nostre tavole. Pensiamoci.
Cav. Sergio ZUPPARDI
Ambasciatore Europeo del Clima

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