CronacaPuglia

Casa crollata a Ginosa. Le avvisaglie c’erano da tempo

casa crollata a ginosa“Lo sapevano tutti che stava per crollare”. Lo ripetono incessantemente i residenti della zona, i proprietari delle cantine e i parenti della anziana che abitava nella casa crollata a Ginosa. Il loro è uno sfogo ma anche una denuncia. Ed alle parole si somma anche la rabbia. Molta rabbia. “In Comune ci hanno preso quasi per pazzi, nessuno è mai venuto, tranne i Vigili del fuoco. E’ da novembre che ci siamo accorti dei problemi – racconta la signora Carmela, figlia della donna che viveva nello stabile franato – perché da dietro casa di mia madre c’è un giardino che non ha sbocchi per l’acqua che, probabilmente, si infiltrava. Mia madre è andata in Comune a segnalare il problema, poi io ho fatto lo stesso, ma mi sono sentita rispondere dal sindaco che dovevano verificare che mia madre fosse andata sul serio. Allora mia madre ha iniziato a sentire strani rumori, soprattutto la sera col silenzio. Ma ancora non ha avuto assistenza. Fino a quando non è venuto l’ingegnere del Comune, che ha notato una lesione al muro della camera da letto, ma ha detto che si trattava di un normale assestamento. La lesione però è aumentata e ci siamo accorti che la casa ha iniziato a scivolare. Il 20 dicembre è arrivato lo sgombero da parte dei Vigili del fuoco ma dal Comune non hanno notificato nulla”.

Il 21 dicembre il Comune ha emesso l’ordinanza in cui parla di ‘lesioni strutturali’, ed ha inibito il traffico automobilistico in via Matrice. Allora l’abitazione viene abbandonata. “Proprio oggi eravamo tornati per venire a riprendere alcune cose. Abbiamo iniziato a sentire rumori, abbiamo chiuso il gas e abbiamo iniziato a contattare gli altri vicini per dire loro di uscire subito di casa. Poche ore dopo è crollato tutto”. Al panico e alla rabbia che monta, giustamente, in corpo ai cittadini della zona, c’è anche chi, viceversa, combatte la tensione mostrando un sorriso nei confronti di quanti gli chiedono cosa sia accaduto. È Cesare, proprietario di alcune cantine, che continua a ripetere come “fino a un’ora e mezza prima del crollo ero lì dentro. Poi i segnali dell’imminente tragedia sfiorata sono diventati sempre più chiari, così ho gridato a tutti di allontanarsi”. Cesare, però, continua a chiedere e ripetere: “Possibile che solo io me ne sia accorto? E gli enti preposti che fine hanno fatto? Ho una cantina dove 25 anni fa ho eseguito dei lavori di rinforzo. È rimasta solo lei, il resto è crollato tutto. Perché tanti in questa zona hanno costruito e poi abbandonato. Ma la prevenzione a cosa serve? Eppure c’era una voragine sotto la casa visibile ad occhio nudo da tempo”.

Leonardo Serra, invece, è un fabbro che operava all’interno di una delle cantine travolte dal crollo. “Stamattina – ricorda Serra – all’interno sembrava stesse nevicando. C’era uno strano pulviscolo, cadevano piccoli pezzi di calcinacci. Mi sono reso conto subito di quello che stava succedendo, ho preso il materiale del mio laboratorio e sono subito uscito fuori. Si sapeva da tempo cosa stava accadendo. Tutto è iniziato dopo l’alluvione di ottobre. I Vigili del fuoco, gli unici venuti a dare un’occhiata, si sono resi conto della cosa ma evidentemente non sono riusciti a fermarla in tempo”.

 

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