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Chiudere Casa Pound, senza se e senza ma

Ciò che si è consumato a Firenze, non è una tragica fatalità, o il semplice gesto di un folle. E’ un estremo atto di violenza perpetrato da un militante di un’organizzazione nazifascista, che fa della xenofobia il proprio pilastro teorico e pratico. Casa Pound, sicuramente al proprio interno conta soggetti psicolabili come lo era Gianluca Casseri, resi però vere e proprie armi letali dall’opera di propaganda e condizionamento esasperato dell’organizzazione stessa.

I fatti di cronaca di questa settimana dovrebbero far riflettere le istituzioni rispetto allo spazio di agibilità lasciato a questi soggetti. A Bari, così come in tutta la Puglia, dopo anni in cui Casa Pound ha lanciato ogni tipo di iniziativa godendo del patrocinio delle istituzioni locali e regionali, grazie al lavoro di sensibilizzazione e alla denuncia del movimento antifascista, nell’ultimo periodo si è registrato un passo indietro da parte dell’amministrazione comunale e della presidenza del consiglio regionale.

Ma a Bari i nazifascisti di Casa Pound possono ancora contare sul sostegno di personaggi che ricoprono cariche istituzionali. Primo fra tutti il presidente della IX Circoscrizione, Mario Ferorelli che non fa mai mancare lo stemma del quartiere Murat sui manifesti di molte iniziative di Casa Pound. Del resto più volte in passato, il presidente si è distinto per esternazioni che rasentavano il razzismo rispetto alla presenza di migranti in Piazza Umberto e nel vicinato.

Ricordiamo inoltre la grave scelta da parte dell’irresponsabile Ferorelli di concedere agli stessi adererenti a CPI uno stand durante la Notte Bianca di Bari vecchia, il 18 giugno scorso. Stesso giorno in cui si è verificata, non casualmente, l’aggressione subita da un militante di sinistra che passeggiava con la propria compagna, da parte di sette aderenti all’associazione di estrema destra. Atto gravissimo, regolarmente denunciato alla polizia, con più testimoni coinvolti, che il giorno dopo ha interessato Ferorelli, non per le sue responsabilità politiche, bensì per prendersi gioco a mezzo stampa di chi aveva subito l’aggressione.

Fatte queste premesse, troviamo incredibile che sabato pomeriggio Casa Pound abbia avuto i permessi sempre dalla medesima Circoscrizione, per un’iniziativa di pseudo solidarietà nei confronti del popolo Kosovaro.

Da antifascisti e antifasciste della terra di Bari, chiediamo come sta avvenendo in tutta Italia la chiusura di Casa pound di cui faceva parte il carnefice neofascista e razzista di Firenze e che tutti i suoi aderenti non continuino sotto costole di CPI a ricevere più agibilità politica; come è accaduto a Bari il 6 maggio scorso, quando gli è stata concessa niente meno che la biblioteca provinciale.

In quell’occasione, ad essere repressi e denunciati dalla polizia, non furono i militanti di Casa Pound, ma gli attivisti e le attiviste antifasciste che cercavano di bloccare quello scempio. Antifasciste ed antifascisti che non vogliono avere nulla a che fare con i soliti teoremi degli estremi opposti avvallate da quelle istituzioni e forze politiche bipartisan, che oggi dovrebbero avere anche loro sulla propria coscienza le vittime di Firenze, per avere continuato negli ultimi anni a dare spazio e legittimità a chi fa della violenza e dell’odio la propria bandiera.

Oggi 15 dicembre scenderemo in piazza Umberto (h 17.30) accanto alla comunità senegalese e a tutti/e gli/le antifascisti/e non solo per dare la nostra solidarietà, ma anche per chiedere l’immediata chiusura di Casa Pound Italia.

Sinistra Critica Bari

 

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