BasilicataCultura

Concluso all’istituto ‘Einstein-De Lorenzo’ di Potenza il progetto ‘Voglio crescere in una scuola amica’

Si è concluso nella mattinata di mercoledì 24 maggio, il percorso in-formativo per gli alunni dell’Einstein-De Lorenzo, relativo al progetto “Ben…esserci” a cura dell’associazione “Psicologia e benessere” nell’ambito del macro progetto “Voglio crescere in una scuola amica” ideato dalla dirigente Giovanna Sardone. Gli alunni (due per ogni classi -referenti della sicurezza e ed. stradale e gli studenti impegnati nell’Impresa Formativa Simulata nell’ambito del percorso di alternanza scuola/lavoro) hanno avuto modo di riflettere sulla “dipendenza e i suoi effetti”.
Presente all’incontro il sovrintendente della Polizia stradale di Potenza, Donato D’Ellia, oltre alle psicologhe che hanno accompagnato gli alunni durante l’intero anno: Marina Pecoriello, Angela Marino, Eleonora Pergola, Maria Macrifugi.
Un filmato per introdurre il tema della dipendenza (droga, alcool, tabagismo, gioco d’azzardo, shopping compulsivo, esercizio fisico eccessivo, telefonino etc…) e per riflettere su come una sostanza che inizialmente “può portare piacere, col tempo, in quanto dipendenza fisica e psico-fisica – ha spiegato Marina Romaniello – porta invece alla dipendenza fino alla perdita, in casi estremi, della vita”.
Gli alunni hanno imparato, con la psicologa Pergola che “dobbiamo fare i conti con i meccanismi cerebrali in quanto attivano un circolo vizioso…un bisogno-rinforzo a ripetere”. Come dire, il cervello ci inganna e ci fa credere che quella determinata dipendenza ci fa stare bene. Gli alunni hanno riflettuto sulle condizioni che portano alla dipendenza: la tolleranza (assuefazione); l’astinenza; craving (pensieri fissi per la ricerca e utilizzo della sostanza)…. “C’è un grande desiderio di smettere dalla dipendenza – ha spiegato la psicologa – ma poi non si riesce, di qui l’importanza di fare riferimento a un centro e/o all’aiuto di esperti”. E come si sviluppa una dipendenza? Diversi sono i fattori: dalla vulnerabilità di tipo genetico al contesto sociale, ambientale, economico, dalle caratteristiche personali, a disagi e difficoltà emotive e affettive.
Coinvolgente l’intervento del sovrintendente D’Elia che ha interessato gli alunni sul consumo dell’alcol e sui limiti del tasso alcolemico (art. 186 del Codice della Strada) e sui relativi effetti. Una serie di filmati hanno arricchito poi l’intervento e hanno portato gli alunni ad una riflessione “seria” sui possibili rischi e pericoli.
E sul tabagismo? “Non si tratta di un vizio -ha spiegato Macrifugi- ma dipendenza da nicotina, una sostanza che arriva al cervello e crea dipendenza, come l’eroina e la cocaina”. Sono state presentate poi le varie tipologie di droghe con le rispettive alterazioni e effetti da parte delle psicologhe Pergola e Marino. Un’analisi è stata fatta anche per le altre dipendenze come l’utilizzo del cellulare e la dipendenza da gioco… Stress, attacchi di panico, comportamenti compulsivi, ansia, bassa autostima…solo alcuni dei disagi che “quotidianamente” sempre più studenti stanno sperimentando. La scuola aiuta a riflettere su quale tipo di vita si vuole costruire. Forse, come ha commentato il sovrintende D’Elia “guardiamo senza vedere”. Non si ha, insomma, da una fetta sempre più grande di giovani, un rapporto reale con ciò che li circonda. E sull’essere poi multitasking, cioè pensare di fare più cose contemporaneamente, non aiuta. Un ennesimo elemento a sfavore di tanti perché il cervello non è predisposto “a fare cose contemporaneamente”. Infine gli alunni sono stati coinvolti in un’attività interattiva attraverso una serie di test…per misurare la propria capacità di attenzione.
Tra i docenti presenti accompagnatori, oltre alla referente del progetto, Daniela Laragione, i docenti Michele Ramunno, Loredana Molinari, Antonio Scaringi, Elena Costanza, Raffaele Brindisi, Maria De Carlo e Walter  Ceruzzi

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