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Crisi d’impresa, il presidente Pagliuca: “Bene la riforma ma tempi e metodi vanno rivisti”

“Condividiamo la ratio della Riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza ma riteniamo altrettanto necessario un intervento che ne riveda tempi e metodi di applicazione, per evitare che ne venga vanificata la portata”. E’ quanto dichiarato dal presidente del Comitato PI di Confindustria Basilicata, Lorenzo Pagliuca, che, in qualità di delegato nazionale alla Fiscalità per la crescita della Piccola Industria ha espresso il posizionamento di Confindustria in materia, intervenendo nell’importante convegno che si è svolto presso Palazzo dei Congressi, a Firenze. L’iniziativa è stata organizzata dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze.

La riforma entrata in vigore lo scorso 16 marzo – ha evidenziato il presidente Pagliuca – avrà un impatto significativo sul modello organizzativo, amministrativo e contabile di tutte le imprese, con particolari difficoltà per quelle – circa 3 milioni e mezzo in tutta Italia – con meno di dieci dipendenti. “Per tali motivi – ha continuato – affinché la riforma che ha la finalità di far emergere preliminarmente la crisi, evitando la perdita di crediti per insolvenza dei clienti, non fallisca, è necessario che venga  implementata nei tempi corretti. Soprattutto in un momento di instabilità economica come quello che stiamo vivendo con duri contraccolpi sul mercato dei consumi interni, ad avere la peggio potrebbero essere quelle piccole e medie imprese che oltrutto, vantano, direttamente o indirettamente, crediti nei confronti della Pubblica amministrazione. Ad oggi solo quelli commerciali ammontano a 53 miliardi di euro, di cui circa 27 scaduti. Senza considerare quelli vantati verso le partecipate pubbliche e quelli non di natura commerciale”.

Tra gli altri aspetti della riforma trattati dal presidente Pagliuca, anche le modalità di composizione del Collegio degli Organismi di composizione della crisi d’impresa in seno alle Camere di Commercio. “La Piccola industria di Confindustria – ha concluso –  ritiene che la figura del cosiddetto “componente amico” venga esentato dai requisiti attualmente previsti dalla riforma perché difficilmente compatibili con il ruolo di imprenditori”.

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