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Danni da fauna selvatica nel Parco Nazionale del Gargano, Naturale e Lovecchio (M5S): “Monitoraggio inesistente e mancanza di un’adeguata gestione del territorio”

Il 9 luglio si è tenuto presso la sede del Parco Nazionale del Gargano, a Monte Sant’Angelo, un incontro politico/tecnico per fare il punto
sulla situazione dell’aumento dei danni da fauna selvatica. All’incontro hanno partecipato anche la senatrice Gisella Naturale (M5s), capogruppo in Commissione Agricoltura al Senato e l’on. Giorgio Lovecchio (M5s), vicepresidente della Commissione Bilancio.
«La problematica è molto dibattuta a tutti i livelli, in Senato, in Commissione Agricoltura, si è tenuto un Affare assegnato che è durato un
anno, con decine di audizioni, conclusosi qualche giorno fa con la votazione di una risoluzione che mette bene in evidenza quanto sia
doveroso un lavoro sinergico tra le diverse competenze. All’incontro, nella sede del Parco del Gargano, abbiamo fatto presente che per avviare un piano efficace di controllo della fauna selvatica occorre conoscere la reale entità del problema con il confronto dei dati- dichiarano gli esponenti del M5s, Gisella Naturale e Giorgio Lovecchio. È necessario, quindi, un monitoraggio del territorio costante affidato ad esperti e in continuo confronto con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Purtroppo nel Parco del Gargano, questo monitoraggio appare inesistente e, dalla relazione dello stesso presidente Pazienza, è emerso che si ha a disposizione solo il dato
delle denunce dei danni pervenute e la loro relativa quantificazione, situazione evidenziata dalle slides condivise. Una crescita costante dei
danni, con il suo picco già nel 2019, ma ad ora nulla si è fatto. Nessun piano di gestione, nessuna riduzione dei danni. Facile intuire che andrà
sempre peggio di questo passo a danno del tessuto socio economico locale che a fatica cerca di resistere- aggiungono la senatrice Naturale e l’onorevole Lovecchio. Il problema della fauna selvatica, come anche il randagismo che crea grossi problemi di sicurezza oltre che di ibridazione nei lupi, è ancora lontano dall’essere efficacemente gestito. In nome di quella biodiversità, tanto auspicata, risulta evidente il grande impegno che necessariamente deve essere messo in atto per mantenere il costante equilibrio delle specie viventi nel Parco. Dal
presidente Pazienza è stata evidenziata solo la ovvia necessità di risarcimento dei danni provocati dagli animali selvatici. Innanzitutto
sarebbe utile far sapere cosa si intende fare per evitare il “danno”.
L’Ente Parco è già in netto ritardo per uno studio adeguato che consentirebbe la definizione di un piano di gestione, confacente ed
efficace. La necessità di aumenti degli indennizzi per i danni subiti e stata considerata nel Reg. UE 2019/316 che ha modificato il precedente
Reg. UE 1408/2013, innalzando a 25.000 euro, nel triennio, il limite di aiuti in regime di de minimis per impresa unica e i risarcimenti del
100% delle spese ammissibili per danni causati dagli animali protetti in aree protette, questo ovviamente per andare incontro alle esigenze
crescenti degli agricoltori/allevatori. Fermo restando la volontà e l’impegno di incrementare ancora il fondo relativo alla copertura dei
danni certo è, però, che la strada maestra per trovare una pacifica convivenza fra animali selvatici e attività umane risiede nella
valutazione reale e costante della situazione, seguita da puntuali e specifici interventi. Comunque, oltre un certo limite, la criticità di
una condizione può solo essere espressione della mancanza di un’adeguata gestione del territorio». Concludono la senatrice Gisella Naturale e l’onorevole Giorgio Lovecchio.

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